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- Covid-19: “Nuove misure di quarantena obbligatoria e sorveglianza attiva”
- Coronavirus Covid-19: on line sul canale You Tube 4 video informativi del Ministero della Salute
- Coronavirus Covid-19, Oms: non e' mortale come Sars e Mers
- Coronavirus COVID-19: come si è arrivati alla sperimentazione della Clorochina
- PTS (Patto Trasversale per la Scienza): ascoltare solo informazioni corrette sul coronavirus COVID-19
- Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus
- Istituto Superiore di Sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/
- Centro Europeo per la Prevenzione e Controllo delle Malattie Infettive (ECDC): https://www.ecdc.europa.eu/en/novel-coronavirus-china
- Organizzazione Mondiale della Sanità: https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019
- Covid-19 Toscana: ambulatorio Lilla all' Osmannoro
- Covid-19: sotto controllo i 5 italiani della nave Westerdam approdata in Cambogia
- COVID-19: nessun caso di nuovo coronavirus in Svizzera
- rafforzare il coordinamento internazionale,
- garantire lo scambio trasparente di informazioni,
- generare ulteriori mezzi per la preparazione e la lotta all’epidemia di nuovo coronavirus,
- rallentarne la diffusione e
- attenuarne gli effetti.
- Coronavirus COVID-19, Task-force Ministero Salute: “1 milione e 200mila passeggeri controllati negli aeroporti”
- Coronavirus COVID-19: in Lombardia analizzati 100 casi, tutti negativi
- Antivirale sperimentale efficace contro MERS nelle scimmie. E per il Coronavirus COVID-19? Studio su PNAS
- Covid-19, Ministro Speranza: “Europa sia forte e unita. Con scelte coraggiose insieme ce la faremo”
- COVID-19, molto probabile un ruolo per i pipistrelli ma si cerca ancora l’ ospite intermedio
- Coronavirus COVID-19: candidati vaccini per i primi test sull' uomo entro qualche mese
- OMS: Il coronavirus '2019-nCov' si chiama COVID-19
credits NIAID RML
A seguito della riunione mattutina del comitato tecnico scientifico che ha approfondito le segnalazioni di nuovi casi di coronavirus Covid-19, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha provveduto ad emanare una nuova ordinanza.
Essa prevede misure di isolamento quarantenario obbligatorio per i contatti stretti con un caso risultato positivo. Dispone la sorveglianza attiva con permanenza domiciliare fiduciaria per chi è stato nelle aree a rischio negli ultimi 14 giorni con obbligo di segnalazione da parte del soggetto interessato alle autorità sanitarie locali.
Il ministero della Salute prosegue nella sua attività di diffusione di corrette informazioni ai cittadini sul nuovo coronavirus. A partire da oggi le domande e risposte (Faq) sul virus pubblicate sul sito istituzionale diventano dei video: i primi quattro sono già visibili sul canale You Tube del ministero, oltre che nella sezione del sito dedicata ai video.
Continua l’attento monitoraggio della Task force sulla situazione coronavirus. Tra i temi all’esame della riunione odierna: i controlli negli aereoporti, con oltre 135mila passeggeri a cui è stata verificata la temperatura ieri (2 milioni dal 5 febbraio), la predisposizione negli scali italiani di distributori di gel a base alcolica per l’igiene delle mani e le procedure di rientro degli italiani dalla nave Diamond Princess.
“L’Italia ha tenuto sin dall’inizio un approccio ispirato alla massima precauzione – ha affermato il ministro Speranza – continueremo su questa strada. Per questo i voli sono, e restano, sospesi e si mantengono in vigore tutte le misure predisposte che assicurano un livello di sicurezza adeguato rispetto a tutte le valutazioni epidemiologiche. Non abbassiamo la guardia”, afferma il Ministro della Salute, Roberto Speranza.
Guarda i video:
#coronavirus. Che cos’è il coronavirus?
#corononavirus. Quali sono i sintomi del nuovo coronavirus?
#coronavirus. Il nuovo coronavirus colpisce solo le persone anziane o anche i più giovani?
#coronavirus. Cosa posso fare se ho febbre, tosse, mal di gola o difficoltà respiratorie?
“Nel parlare di possibile pandemia da nuovo coronavirus bisogna essere molto cauti” ha dichiarato Mike Ryan, capo del Programma di emergenze sanitarie dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel corso di una conferenza stampa a Ginevra. “La percentuale di casi confermati al di fuori della Cina e della provincia di Hubei – ha sottolineato - è molto bassa, e quasi tutti hanno un collegamento con la Cina. Dobbiamo basarci sulle evidenze scientifiche, sempre considerando che non esiste il rischio zero”.
Inoltre, il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha evidenziato che “Covid-19 non è mortale come altri coronavirus come Sars e Mers. Oltre l'80% dei pazienti ha una forma moderata e guarisce. Nel 14% dei casi il virus causa malattia severa, con polmonite e respiro corto. E circa il 5% dei pazienti va incontro a un quadro critico con insufficienza respiratoria, shock settico e collasso multi-organo. Nel 2% dei casi riportati di Covid-19 il virus è risultato fatale, più nei pazienti anziani. Ci sono meno casi tra i bambini e abbiamo bisogno di più ricerca per capire perchè”.
Uno studio del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ccdc) indica che l'80,9% delle infezioni è classificato come lieve, il 13,8% come grave e solo il 4,7% è critico. Il numero di morti tra le persone infette rimane basso. Tra queste la stragrande maggioranza è concentrata tra gli over 80.
Per ulteriori informazioni:
Il Chinese Clinical Trial Registry ha annunciato nelle scorse settimane l’avvio di una sperimentazione clinica con clorochina, un antimalarico dimostratosi efficace in vitro e su modelli animali contro numerosi virus tra cui il coronavirus della SARS, e del lopinavir/r, una combinazione di due farmaci precedentemente usata con successo contro un altro tipo di virus (HIV) ed utilizzata precedentemente durante l’epidemia di SARS che colpì la Cina nel 2003.
I primi risultati per quanto riguarda il primo farmaco sembrano incoraggianti, tanto che secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa cinese Xinhua gli esperti cinesi lo inseriranno nelle prossime linee guida per il trattamento del virus.
L’idea di usare la clorochina contro il coronavirus della SARS fu lanciata da Andrea Savarino, ora ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2003 attraverso la rivista scientifica Lancet Infectious Diseases. L’ipotesi si basava su un’analisi della letteratura da cui si evinceva un effetto antivirale ad ampio spettro della clorochina. Inoltre quest’ipotesi teneva conto delle proprietà immunomodulanti del farmaco, usato talvolta con successo nel trattamento dell’artrite reumatoide.
L’anno successivo, dopo che l’epidemia di SARS si fu esaurita, il gruppo di Marc Van Ranst della Katholieke Universiteit Leuven (Belgio) dimostrò gli effetti inibitori della clorochina in vitro sul coronavirus della SARS. L’effetto fu poi confermato indipendentemente da altri gruppi di ricerca.
Nel 2009 sempre il gruppo del Prof. Van Ranst mostrò l’efficacia in vivo della clorochina, su un modello animale (topi infettati con un altro coronavirus). Il lopinavir/r fu saggiato empiricamente in pazienti con SARS da VCC Cheng et al. del Queen Mary Hospital di Hong Kong durante l’epidemia del 2003, i quali riportarono qualche beneficio nei pazienti trattati.
Questo farmaco appartiene alla categoria degli inibitori della proteasi di HIV, un enzima fondamentale per il taglio finale delle varie componenti virali. Il fatto che in seguito fosse stato dimostrato inibire anche una proteasi del virus della SARS fu piuttosto stupefacente, perché la proteasi di HIV e quelle dei coronavirus non condividono somiglianze strutturali.
L’idea di usare la clorochina in combinazione con lopinavir e ritornavir contro il coronavirus della SARS fu lanciata per la prima volta sempre da Savarino nel 2005, basandosi su osservazioni da lui precedentemente effettuate in cellule infettate con un virus di una famiglia diversa (HIV).
Il principio è che la clorochina mostra un effetto antivirale sinergistico con il lopinavir, a causa del fatto che i due farmaci somministrati insieme bloccano alcune pompe come la glicoproteina P, che attraversano la membrana delle cellule e che estrudono dalla cellula il lopinavir. Questo effetto permetterebbe una migliore penetrazione del farmaco nei tessuti. Dato che queste pompe di membrana sono ubiquitarie nei tessuti, si ipotizzò che questo effetto potesse anche sussistere nelle cellule che sono bersaglio dei Coronavirus.
La scorsa settimana è stato annunciato che la clorochina ed il ritonavir (una delle due componenti di lopinavir/r) hanno un effetto inibitorio sul nuovo coronavirus nCoV 2019, che condivide con il virus della SARS circa l’80% del genoma.
“Invito tutti alla massima cautela,” dichiara Andrea Savarino, “perché spesso effetti osservati in vitro ed in modelli animali non si rivelano poi riproducibili quando traslati all’uomo, e anche se i primi risultati sui pazienti sembrano positivi ci vorrà tempo per avere un’indicazione definitiva. Il sito web dove è stata annunciata la sperimentazione clinica purtroppo non riporta il dosaggio di clorochina cui verranno sottoposti i pazienti. Sulla base di una pregressa analisi della letteratura, raccomanderei un dosaggio di 500 mg al giorno di clorochina. Dosaggi inferiori di clorochina, almeno quando somministrata in monoterapia hanno una bassa probabilità di esercitare effetti antivirali ed immunomodulatori significativi, come emerge da precedenti analisi della letteratura“.
Il PTS (Patto Trasversale per la Scienza) vuole fornire un’informazione il più possibile aderente alle evidenze scientifiche emerse in questi giorni formulando una posizione relativa alla recente diffusione della infezione da nuovo coronavirus, chiamata COVID19.
Questo è stato possibile grazie al lavoro congiunto del prof. Pier Luigi Lopalco (ordinario di Igiene e presidente PTS), del prof. Matteo Bassetti (ordinario Clinica Malattie Infettive e coordinatore Gruppo Vaccini PTS), del prof. Guido Silvestri, del dott. Stefano Zona (medico infettivologo, IoVaccino) e del dott. Stefano Prandoni (pediatra, L’influenza questa sconosciuta)
1. L’epidemia causata dal nuovo coronavirus, battezzato SARS-CoV-2, è in continuo divenire e così anche le nostre conoscenze in proposito.
2. Al momento, i dati ufficiali ci inducono a considerare una letalità della COVID19 significativamente inferiore ad infezioni da altri Coronavirus (SARS e MERS).
3. Il ritmo di crescita, un indice che si chiama R0 e ci dice quante persone possono essere contagiate da un soggetto infetto, è confrontabile con quello di altri virus, come quello influenzale pandemico”
4. In questa situazione, riteniamo oltremodo corretto, da parte delle istituzioni sanitarie nazionali e sovranazionali, l’aver messo in atto ogni possibile strategia per la precoce identificazione dei pazienti infetti e il contenimento dell’epidemia. Infatti, indipendentemente dal tasso di letalità, è importante evitare che il nuovo Coronavirus diventi endemico a livello planetario. Occorre tuttavia notare come sarebbe più appropriato un atteggiamento continentale più in sintonia tra i diversi stati europei.
5. Il livello elevato di attenzione da parte delle autorità sanitarie non giustifica, tuttavia, l’allarmismo nella popolazione italiana che si è registrato negli ultimi giorni. È invece importante sfruttare questo momento mediatico per istruire la popolazione generale su alcune buone pratiche di igiene che sappiamo già ora essere utili per prevenire la trasmissione di moltissimi patogeni, tra cui anche il SARS-CoV-2:
· lavaggio delle mani con acqua e sapone o con gel di soluzione alcolica, da eseguire più volte al giorno, soprattutto prima di mangiare o di toccarsi naso, bocca e occhi;
· utilizzo di fazzoletti monouso per coprire bocca e naso quando si tossisce o si starnutisce, gettando immediatamente nel pattume il fazzoletto; in alternativa, coprire bocca e naso con l’incavo del braccio;
· areare spesso i locali chiusi.
Le informazioni e i dati sono in continuo aggiornamento, si invitano i cittadini a non cadere nella trappola della disinformazione e a consultare fonti accreditate. Qui di seguito un elenco di siti istituzionali:
"Questo ambulatorio è un'opportunità in più sul fronte della prevenzione. In collaborazione con il consolato cinese abbiamo pensato a un luogo separato per chi, di rientro dalla Cina, abbia dubbi sulla propria salute.
Questo per evitare che si possano presentare situazioni di promiscuità nei pronto soccorso, nelle sale di attesa dei medici di medicina generale, negli ambulatori. E comunque non ci sarà la folla, non verranno frotte di persone. Chi verrà dovrà prima telefonare al Cup, un numero dedicato, e prenotare la visita".
E' quanto ha detto l'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, presentando stamani l'ambulatorio Lilla, che da domani sarà in funzione per visitare quei cittadini che, di ritorno dalle aree a rischio, hanno una sintomatologia (febbre, tosse, problemi respiratori) che fa pensare a un possibile Covid-19, il nuovo Coronavirus. Con lei c'erano il responsabile della prevenzione della Asl Toscana centro, Renzo Berti, e il coordinatore unità sanitaria di crisi aziendale della stessa Asl, Federico Gelli.
L'assessore ha spiegato, anche per tranquillizzare i cittadini che hanno uffici nelle immediate vicinanze, che l'ambulatorio ha un ingresso riservato e che le persone sono invitate a presentarsi previa prenotazione telefonica, indossando la mascherina protettiva. "La comunità cinese è informata, con comunicazioni e volantini distribuiti attraverso le associazioni. E' una modalità che mette in maggior sicurezza, evitando che queste persone vadano dove ci sono altri pazienti, come è successo giorni fa con la bambina cinese, risultata poi negativa, con la quale i genitori si erano presentati al pronto soccorso".
Stefania Saccardi ha voluto fare chiarezza anche sui numeri: "2.500 è la previsione che ci ha comunicato il console cinese - ha detto - Di questi, un migliaio almeno sono già sotto controllo da parte dell'autorità sanitaria nelle loro abitazioni. Infatti sono circa 400 i bambini rientrati dalla Cina che, a seguito della circolare del Ministero, sono stati invitati a restare a casa da scuola. Se ai bambini aggiungiamo i genitori, sono 1.200 le persone in isolamento domiciliare che vengono controllate quotidianamente. Peraltro, può darsi che queste persone non arrivino neppure, perché i voli sono bloccati".
Quanto alla soluzione della quarantena, suggerita ieri dal virologo Roberto Burioni come unica arma di difesa per proteggrsi dal virus, "la quarantena è un'interpretazione fantasiosa - ha detto Saccardi - Le persone arrivano in Toscana dopo essere passate da altre parti, non vengono paracadutate qui. Se deve essere presa una misura come quella che consiglia lui, sarà il Ministero a deciderlo. Noi ci atteniamo alle linee dettate dal Ministero, che valgono per tutte le Regioni, i protocolli sono quelli nazionali e internazionali. La circolare del Ministero consiglia la quarantena volontaria. A Burioni ha già risposto l'Istituto Superiore di Sanità. Noi siamo in contatto costante con il Ministero, partecipiamo a tutte le riunioni che il Ministero fa, rispetto a un'emergenza che è nazionale, non toscana".
Federico Gelli ha spiegato i criteri che regoleranno il funzionamento dell'ambulatorio: "Prima di tutto il criterio epidemiologico: verranno qui le persone provenienti dalle aree a rischio, ma solo quelle con sintomi. Scheda anagrafica, anamnesi, sintomatologia. Se ci sono sospetti, verrà fatto il tampone faringeo, che sarà inviato a Careggi per l'esame".
Renzo Berti ha chiarito ancora: "Parliamo di una patologia che per essere diffusa prevede un contatto stretto, ravvicinato e prolungato. Qui potremo visitare una ventina di persone al giorno, ma ci aspettiamo numeri inferiori. Voglio anche ricordare - ha sottolineato - che la maggior parte dei cittadini cinesi residenti qui vengono dalla provincia di Zhejiang, dove sono stati ad oggi accertati 1.271 casi di coronavirus. Ciò corrisponde a un’incidenza pari a 2 casi ogni 100.000 abitanti. E nessun decesso. Una situazione e numeri, dunque, clamorosamente diversi da quelli della provincia dello Hubei, dove si contano quasi 58.200 casi (quindi 9.860 casi ogni 100.000 abitanti) e 1.700 morti.
Come funzionerà l'ambulatorio
L'ambulatorio Lilla (via Lucchese 84/C, a Osmannoro, comune di Sesto Fiorentino) sarà attivo da domani, mercoledì 19 febbraio. La Asl Toscana centro e le associazioni hanno distribuito il volantino che ne illustra organizzazione e orari. E' rivolto a chi è rintrato da meno di 14 giorni dalla Cina o da un'altra area considerata a rischio per l'epidemia da nuovo Coronavirus, o ha avuto contatti stretti (prolungati e ravvicinati) con soggetti affetti dalla malattia, e presenta almeno uno dei seguenti sintomi: febbre, tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie.
Il servizio è totalmente gratuito, per accedervi si potrà telefonare a un numero dedicato, riportato nel volantino, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 7.45 alle 18.30, sabato 7.45-12.30. Una volta ottenuta la prenotazione, le persone potranno presentarsi all'appuntamento nel giorno e nell'ora fissati, usando i propri mezzi personali e indossando possibilmente una mascherina protettiva. Gli appuntamenti saranno scaglionati ogni mezz'ora.
Nell'ambulatorio ci saranno operatori sanitari della Asl Toscana centro, che visiteranno le persone e, in caso di sospetto Coronavirus, faranno un tampone faringeo, che invieranno al laboratorio di virologia di Careggi. La risposta arriverà nel giro di poche ore.
Dei cinque italiani a bordo della nave Westerdam approdata in Cambogia, uno di loro è rientrato in Italia ed è monitorato costantemente dalle autorità sanitarie locali. Non presenta alcuna sintomatologia e si è sottoposto ad isolamento domiciliare volontario.
Un altro è rientrato direttamente in Germania, anch’egli senza alcuna sintomatologia. È in isolamento volontario domiciliare, monitorato dal servizio sanitario tedesco.
Nella stessa condizione è il terzo italiano rientrato dalla Cambogia direttamente in Slovacchia.
Gli ultimi due, italo-brasiliani, sono ancora a bordo, in attesa del risultato dei test e in contatto costante con la nostra ambasciata ed in procinto di tornare direttamente in Brasile.
Credit: NIAID-RM
Finora in Svizzera il coronavirus non è stato riscontrato in nessuno dei campioni esaminati.
Tuttavia è possibile che si verifichino casi anche in Svizzera. Insieme ai partner, la Svizzera si sta preparando per l’eventualità di una diffusione del coronavirus nel nostro Paese.
In base alla stima della situazione attuale, non vi sono limitazioni all’ingresso in Svizzera. Attualmente vengono esaminati in laboratori diagnostici strisci nasofaringei di tutti i casi sospetti. Qualora il laboratorio confermasse un’infezione da coronavirus, coloro che sono entrati in contatto con la persona ammalata verrebbero informati sul rischio dalle autorità sanitarie.
Il numero di persone ammalate è aumentato bruscamente dal 12 al 13 febbraio. Secondo le indicazioni delle autorità cinesi, ciò è dovuto al fatto che ora vengono contate anche persone con sintomi senza conferma di laboratorio.
Sono stati confermati contagi con il nuovo coronavirus in Cina e in poco meno di altri 30 paesio o regioni. In Europa sono stati segnalati casi in Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Finlandia, Svezia, Spagna, Russia e Belgio.
Il 30 gennaio 2020 l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato l’emergenza sanitaria di portata internazionale (Public Health Emergency of International Concern). Questa decisione è volta a:
L’11 febbraio 2020 l’OMS ha attribuito una nuova denominazione alla malattia causata dal nuovo coronavirus: COVID-19, abbreviazione di «coronavirus disease 2019» o, in italiano, malattia da coronavirus 2019.
Si è riunita questa mattina la task-force su Covid-19 del Ministero della Salute alla presenza del ministro, Roberto Speranza.
È stato fatto il punto delle procedure e dei controlli relativi a tutti gli italiani rimpatriati finora da Wuhan che procedono tutti regolarmente. Si è dato mandato al tavolo tecnico-scientifico di valutare le procedure sanitarie da mettere in atto per l’eventuale ritorno degli italiani a bordo della nave da crociera Diamond Princess ferma in Giappone.
Il tavolo ha esaminato i numeri riferiti dalla Protezione Civile dei controlli finora effettuati nei porti e negli aeroporti italiani: oltre 1 milione e 200mila i passeggeri a cui è stata controllata la temperatura dall’inizio dello screening negli aeroporti; oltre 54mila i passeggeri e 20mila i membri degli equipaggi controllati dalle navi e oltre 3300 i medici, gli infermieri e i volontari impegnati nei controlli.
“Cento casi analizzati in Lombardia, fino ad oggi tutti negativi. Abbiamo attivato insieme alle ATS le verifiche attive per gli studenti in rientrati dalla Cina, in stretta collaborazione con gli istituti scolastici e le stesse famiglie”.
Lo afferma l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, a margine della visita odierna alla comunità cinese della Brianza. L’assessore Gallera, su invito della stessa Comunità cinese, ha visitato insieme ai rappresentanti locali della Confcommercio, il Centro Ingrosso Cina di Agrate Brianza e alcune aziende di Concorezzo al fine di approfondire le misure sanitarie adottate dalla Regione a scopo preventivo e precauzionale.
“Ho potuto riscontrare un grande preoccupazione da parte degli imprenditori e dei commercianti per la crescente diffidenza nei confronti dei loro connazionali – ha sottolineato l’assessore Gallera – e contestualmente un forte senso di responsabilità. Basti pensare che le stesse aziende cinesi che operano in Italia impongono ai propri dipendenti al rientro dalla Cina un periodo di riposo di due settimane, al fine di azzerare il rischio di possibili contagi”.
“Durante gli incontri – spiega l’assessore Gallera – ho ribadito l’importanza dell’interlocuzione diretta con i medici di famiglia oppure, in caso di necessità, la chiamata diretta alla centrale operativa del 112 per l’attivazione di specifici interventi di trasporto protetto verso gli ospedali di riferimento e la contestuale esecuzione del test di accertamento”.
Le procedure per gli studenti al rientro dalla Cina
“Grazie alla sollecitazione esercitata nei giorni scorsi dai governatori, e in particolare dal presidente Fontana – sottolinea l’assessore Gallera – sono state disposte dal Ministero della Salute, e attivate da Regione Lombardia, le procedure per la sorveglianza attiva degli studenti al rientro dalla Cina che scelgono volontariamente di astenersi dalle lezioni scolastiche per due settimane a scopo precauzionale. Si tratta di azioni di sistema che coinvolgono gli istituti scolastici, le famiglie (chiamate a verificare la temperatura dei ragazzi più volte al giorno), e le ATS che contattano quotidianamente i genitori e verificano le condizioni di salute dei figli. In caso di necessità, si attiva il percorso di verifica tramite 112”.
“E’ del tutto inutile lasciarsi sopraffare da inutili allarmismi – conclude l’assessore – poiché il nostro apparato sanitario è sempre pronto ad intervenire in maniera tempestiva, proteggendo i singoli cittadini, le famiglie e l’intera comunità”.
Credit: Credit NIAID-Frederick
L'antivirale sperimentale remdesivir ha impedito con successo nei macachi rhesus la malattia da infezione da Coronavirus della sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS-CoV), secondo un nuovo studio degli scienziati dei National Institutes of Health- NIH.
Remdesivir ha impedito la malattia quando somministrato prima dell'infezione e migliorato la condizione dei macachi quando somministrato dopo che gli animali erano stati già infettati.
Il nuovo rapporto del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) dell'NIH è stato pubblicato su PNAS Proceedings of the National Academy of Sciences.
MERS-CoV è strettamente correlato al nuovo coronavirus del 2019 (SARS-CoV-2, precedentemente noto come 2019-nCoV), diventato un'emergenza sanitaria pubblica globale da quando i casi sono stati rilevati per la prima volta a Wuhan, in Cina, nel mese di dicembre.
Remdesivir ha precedentemente protetto gli animali da una varietà di virus in esperimenti di laboratorio. Il farmaco ha dimostrato sperimentalmente di trattare efficacemente le scimmie infettate dai virus Ebola e Nipah. Inoltre è stato anche studiato come trattamento per la malattia del virus Ebola nelle persone.
Lo studio attuale è stato condotto presso i Rocky Mountain Laboratories del NIAID ad Hamilton, Montana. Il lavoro ha coinvolto tre gruppi di animali: quelli trattati con remdesivir 24 ore prima dell'infezione con MERS-CoV; quelli trattati 12 ore dopo l'infezione (vicino all'ora di punta per la replicazione di MERS-CoV in questi animali); e animali di controllo non trattati.
Gli scienziati hanno osservato gli animali per sei giorni. Tutti gli animali di controllo hanno mostrato segni di malattie respiratorie. Gli animali trattati prima dell'infezione se la sono cavata bene: nessun segno di malattia respiratoria, livelli significativamente più bassi di replicazione del virus nei polmoni rispetto agli animali di controllo e nessun danno ai polmoni. Gli animali trattati dopo l'infezione hanno avuto una migliore risposta rispetto al gruppo di controllo: la malattia era meno grave, i loro polmoni avevano livelli di virus inferiori e il danno ai polmoni era meno grave.
Gli scienziati indicano che i promettenti risultati dello studio supportano ulteriori studi clinici di remdesivir per MERS-CoV e COVID-19. Diversi studi clinici di remdesivir per COVID-19 sono in corso in Cina, e altri pazienti con COVID-19 hanno ricevuto il farmaco con un protocollo d'uso compassionevole.
Anche la Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA), parte del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, ha fornito supporto a questo studio. Gilead Sciences, Inc. ha sviluppato il remdesivir, noto anche come GS-5734, e ha collaborato alla ricerca.
Poiché circa un terzo dei casi di MERS-CoV si è diffuso da persone infette in ambienti sanitari, gli scienziati suggeriscono che il remdesivir potrebbe prevenire efficacemente la malattia in altri pazienti, i contatti fra pazienti e operatori sanitari. Inoltre il farmaco potrebbe aiutare i pazienti a cui viene diagnosticato il MERS o il COVID-19, se somministrato subito dopo l'inizio dei sintomi.
E de Wit et al. Prophylactic and therapeutic remdesivir (GS-5734) treatment in the rhesus macaque model of MERS-CoV infection. PNAS DOI: 10.1073/pnas.1922083117.
Antonio Caperna
“L’Europa può e deve dare una risposta forte e coordinata per evitare la diffusione del virus tra le nostre comunità”. Queste le parole del ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto al Consiglio dei ministri della Salute Ue svoltosi oggi a Bruxelles.
"Come si vede nella provincia di Hubei, e in modo particolare nella città di Wuhan, la gestione sanitaria del virus è molto complicata una volta che la sua diffusione arriva a numeri significativi. Per i nostri studi, che abbiamo condotto in queste settimane, si può arrivare a un paziente su cinque, quasi il 20 per cento, che può avere bisogno di terapia intensiva e assistenza respiratoria. Sono numeri che possono mettere in difficoltà anche servizi sanitari nazionali importanti e solidi come quelli che ci sono in Unione europea”.
“Per questo dobbiamo oggi lavorare insieme – ha rimarcato il ministro - per prevenire la diffusione con tempestività e coraggio, con politiche di prevenzione. Noi, in Italia, abbiamo assunto misure rigorose seguendo il principio di massima cautela e massima precauzione. Abbiamo sospeso tutti i voli diretti da e per la Cina e abbiamo controlli serrati in tutti i porti e aeroporti del nostro Paese”.
“Sento una doppia responsabilità, non solo per il mio Paese e l’Europa, ma anche per il continente africano, che è a noi molto vicino geograficamente – ha aggiunto Speranza -. I servizi sanitari nazionali sono molto più fragili di quelli europei e una potenziale diffusione del virus in quel pezzo di mondo potrebbe avere effetti molto gravi. Per queste ragioni io credo che l’Europa debba dare una risposta forte e unitaria, nel pieno sostegno del governo cinese, di cui apprezziamo il lavoro straordinario condotto in questi giorni e con cui dobbiamo avere la più stretta e la più piena collaborazione”.
“Dobbiamo mettere insieme i nostri migliori scienziati – ha concluso il ministro - anche rispetto alle sfide farmaceutiche che sono in campo, e rafforzare insieme le nostre politiche di prevenzione. Insieme sono convinto che possiamo e dobbiamo farcela. Ma in questo momento serve tanta prudenza, attenzione e molto coraggio”.
Il nuovo coronavirus 2019-nCoV, che l’OMS ha deciso di chiamare SARS-CoV2, isolato nell’uomo per la prima volta alla fine del 2019, dalle analisi genetiche e dai confronti con le sequenze di altri coronavirus da diverse specie animali sembra essere originato da pipistrelli.
In particolare due coronavirus dei pipistrelli condividono l’88% della sequenza genetica con quella del SARS-CoV2 (rispetto ad altri due coronavirus noti per infettare le persone – SARS e MERS – SARS-CoV2 condivide circa il 79% della sua sequenza genetica con SARS e il 50% con MERS). Come per SARS-CoV e MERS-CoV, si ipotizza che la trasmissione non sia avvenuta direttamente da pipistrelli all’uomo, ma che vi sia un altro animale ancora da identificare che ha agito come una specie di trampolino di lancio per trasmettere il virus all’uomo.
Si è ipotizzato che questo ruolo lo abbiano avuto alcune specie di serpenti, frequentemente venduti nei mercati di animali vivi, ma lo studio scientifico che ha proposto quest’ipotesi ha utilizzato un metodo indiretto per dimostrarla, non comparando isolati di virus dai serpenti, dai pipistrelli e dall’uomo, ed alcuni esperti hanno criticato lo studio, affermando che non è chiaro se i coronavirus possono infettare i serpenti. Anche una ricerca che ha indicato il pangolino come probabile serbatoio per il SARS-CoV2 è in attesa di conferme. Anche l’ISS, attraverso la partecipazione al consorzio europeo MOOD (MOnitoring Outbreak events for Disease surveillance in a data science context), finanziato dalla Commissione Ue nell’ambito del programma H2020, è coinvolto nella raccolta di informazioni a livello internazionale sugli aspetti ecologici e il coinvolgimento degli animali.
Dal punto di vista molecolare, gli aspetti che consentono ai coronavirus di infettare diverse specie animali e l’uomo possono dipendere da:
1. Modifiche e mutazioni nella proteina superficiale del virus che funge da recettore (le punte o “spike” del virus) e favorisce l’attacco del virus ai recettori delle cellule del nuovo ospite ed il suo ingresso nella cellula per replicarsi.
2. Possibilità di ingresso nella cellula indipendente dal legame tra proteina virale e recettore come via alternativa per la trasmissione tra le diverse specie animali e l’uomo.
Studi del genoma e della biologia dei coronavirus (CoV), in particolare di SARS-CoV, hanno evidenziato frequenti passaggi a diversi ospiti, sia passaggi da animali all’uomo (zoonosi), da uomo ad animali (zoonosi inversa) o da una specie animale ad un’altra specie animale diversa.
I coronavirus
I coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus, chiamati così per le punte a forma di corona che hanno le proteine superficiali (“Spike”) del virus.
La famiglia dei coronavirus si suddivide in “sottofamiglie” identificate con le lettere dell’alfabeto greco “alfa”, “beta”, “gamma” e “delta” coronavirus. Gli alfa e i betacoronavirus infettano principalmente I mammiferi, mentre I gamma e i deltacoronavirus infettano principalmente gli uccelli.
I coronavirus sono comuni in molte specie animali e, in alcuni casi, possono causare zoonosi, cioè possono essere trasmessi tra animali e persone, come è stato dimostrato per SARS-CoV, che è stato trasmesso dagli zibetti dell’Hymalaia (Paguma larvata) all’uomo e per MERS-CoV che è trasmesso dai dromedari (Camelus dromedarius) all’uomo.
Numerosi coronavirus che circolano negli animali sono conosciuti da tempo e non hanno evidenziato capacità di infettare l’uomo (fonte WHO).
Pipistrelli
I pipistrelli sono mammiferi appartenenti all’ordine dei Chiroptera. È il secondo gruppo di mammiferi più numeroso dopo i roditori, e comprende oltre 1300 specie diverse sparse in tutto il mondo, circa il 20% di tutte le specie descritte. In Italia esistono oltre 30 specie di Pipistrelli, tutte insettivore (si alimentano con insetti).
Nel 2003 i pipistrelli furono indicati come i serbatoi del coronavirus della SARS, in quanto vennero identificati nei pipistrelli diversi coronavirus geneticamente molto simili al virus SARS-CoV isolato dai casi umani.
I pipistrelli sono anche riconosciuti come il serbatoio naturale di oltre 100 altri virus tra cui MERS, il virus Ebola, il virus Marburg, il virus Hendra, il virus della Rabbia e il virus Nipah, per citarne alcuni.
Perché i pipistrelli ospitano e diffondono così tanti virus?
Oltre al fatto che sono diffusi in tutto il mondo, che possono vivere in ambienti estremamente diversi, ci sono alcuni motivi che possono contribuire a questa caratteristica unica. I pipistrelli hanno una risposta immunitaria innata molto efficiente nel contrastare le infezioni ed hanno un metabolismo accelerato legato alla capacità di volare, aspetti che consentono ai pipistrelli di ospitare virus che provocherebbero infezioni gravi e la morte in altre specie animali.
I pipistrelli vivendo in colonie con un’alta densità di pipistrelli in spazi limitati quali caverne, grotte, soffitte disabitate, favoriscono la trasmissione virale all’interno della colonia. Inoltre, i pipistrelli volando possono diffondere i loro virus in aree più estese rispetto alla maggior parte dei mammiferi che si muovono sul terreno.
Pipistrelli e coronavirus
Nei pipistrelli sono stati identificati oltre 200 differenti coronavirus, e non solo i nuovi coronavirus quali SARS-CoV, MERS-CoV ed il nuovo coronavirus SARS-CoV2, ma anche i coronavirus dell’uomo che causano il comune raffreddore si pensa derivino dai pipistrelli.
I pipistrelli sono considerati i principali serbatoi dei coronavirus, ne mantengono la circolazione nell’ambiente e ne aumentano la variabilità genetica. I coronavirus nei pipistrelli non sembra causino infezioni gravi, probabilmente grazie ad un adattamento evolutivo avvenuto in milioni di anni di interazione tra coronavirus e pipistrelli.
Animali domestici e coronavirus
I coronavirus possono infettare anche altre specie animali, causando malattie importanti per i gravi danni che possono causare alla zootecnia. Questi includono il virus della bronchite infettiva aviaria (IBV), il virus della gastroenterite trasmissibile dei suini (TGEV), il virus della diarrea epidemica suina (PEDV) e, più recentemente, la sindrome da diarrea acuta suina (SADS-CoV).
Anche gli animali da compagnia, cani e gatti possono essere infettati da coronavirus, il coronavirus del cane causa una lieve diarrea, mentre nel gatto il virus della peritonite infettiva felina (FIP) se nella maggior parte dei casi provoca una lieve infezione intestinale, in alcuni casi provoca una grave infezione quasi sempre mortale.
Per alcune di queste malattie degli animali sono disponibili vaccini, in particolare bronchite infettiva aviaria (IBV), peritonite infettiva felina (FIP) e gastroenterite trasmissibile dei suini (TGEV), utilizzati dagli allevatori e dai proprietari per ridurre i danni e le perdite economiche.
Molti di questi coronavirus umani e animali sembra che abbiano avuto origine nei pipistrelli, e si siano poi adattati alle diverse specie animali.
Nessuno dei coronavirus degli animali domestici è mai stato identificato come causa di infezione nell’uomo.
Passaggio di nuovi coronavirus dai pipistrelli all’uomo.
Il coronavirus (SARS-CoV) identificato come l’agente eziologico della SARS, è arrivato all’uomo passando da diverse specie animali, tra cui pipistrelli, zibetto dell’Himalaya (Paguma larvata) e procione (Nyctereutes procyonoides), e la trasmissione tra le varie specie animali e l’uomo si suppone sia avvenuta nei mercati di animali vivi nella provincia cinese del Guangdong.
Il MERS-CoV è un altro coronavirus zoonotico, trasmesso tra gli animali e le persone. Gli studi hanno dimostrato che l’uomo si infetta attraverso il contatto diretto o indiretto con i dromedari infetti. MERS-CoV è stato identificato nei dromedari in diversi paesi del Medio Oriente, Africa e Asia meridionale. Secondo l’analisi di diversi genomi virali, si ritiene che MERS-CoV possa aver avuto origine in pipistrelli e che sia stato trasmesso ai cammelli in un lontano passato.
Bibliografia
Arinjay Banerjee et al. Bats and Coronaviruses. Viruses. 2019 Jan; 11(1)
E’ possibile che entro due o tre mesi si abbiano dei candidati vaccini per il nuovo coronavirus pronti per i primi test sull’uomo, ma difficilmente prima di un anno potranno essere impiegati ‘sul campo’.
Lo sottolinea Gianni Rezza, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’ISS, che sta partecipando al meeting convocato dall’OMS a Ginevra dedicato proprio allo sviluppo rapido di terapie, vaccini e test diagnostici per affrontare l’epidemia in corso.
“Meno di un anno è molto improbabile, ci sono dei passaggi necessari per garantire la sicurezza del vaccino, oltre che la sua efficacia – spiega Rezza -. Una volta superati i test sugli animali si passa alla fase 1, che serve a verificare, in genere su pochi soggetti sani, che il vaccino non dia effetti collaterali gravi. Poi c’è la fase 2, che valuta la risposta immunitaria, e infine la fase 3 che è quella che determina l’efficacia. In casi di emergenza le agenzie regolatorie potrebbero ‘accontentarsi’ della fase 2 prima di autorizzare l’uso, ma comunque ci sono dei tempi minimi da rispettare. Anche nel caso del vaccino per Ebola, che è stato messo a punto a tempo di record, ci è voluto comunque un anno. Bisognerà anche valutare l’andamento dell’epidemia, per valutare il rapporto costi-benefici di uno sviluppo accelerato”.
Al momento ci sono diversi gruppi nel mondo che lavorano a un vaccino. Allo studio ci sono sia l’utilizzo di virus vettori animali non replicanti, oppure vaccini a RNA e la reverse vaccinology.
Negli Usa l’NIH sta lavorando su diverse piattaforme, e sono molto avanti. Ci sono anche ricercatori russi in campo, e naturalmente anche quelli cinesi. Anche l’Italia sta facendo la sua parte, a Pomezia, grazie ad un accordo tra Advent IRBM e Oxford University. In questo caso si utilizza un virus vettore, un adenovirus di scimmia già utilizzato per un vaccino anti Ebola.”
Il coronavirus ha ora un nome: COVID-19.
Il CO sta per corona, il VI per virus e la D per malattia, ha annunciato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'OMS, in una conferenza stampa a Ginevra. "Avere un nome è importante per evitare l'uso di altri che possano essere imprecisi o stigmatizzanti e ci consente un formato standard da usare per qualsiasi futura epidemia di coronavirus".
Questo perchè si vuole evitare di stigmatizzare un paese o un gruppo particolare, quindi ha scelto un nome che non si riferisse a una posizione geografica, agli animali, a un individuo o a un gruppo di persone.
Il virus è stato provvisoriamente chiamato '2019-nCoV', però alcune persone sui social media hanno fatto riferimento alla malattia respiratoria come "virus di Wuhan" o "virus della Cina".
Una volta che i nomi sono di uso comune, soprattutto attraverso Internet e i social media, sono difficili da cambiare, hanno detto i funzionari dell'OMS. Per esempio, la "influenza suina" e la "Sindrome respiratoria del Medio Oriente" hanno avuto un impatto negativo non voluto, stigmatizzando alcuni alimenti, comunità o settori economici. Inoltre essendoci vari coronavirus, è possibile che ci sia un altro ceppo che potrebbe essere nominato in base all'anno in cui appare.