“È ormai scientificamente accertato che l’aumento dell’età paterna comporta una diminuzione lineare di alcuni parametri del liquido seminale, come la diminuzione del volume seminale, di numero, motilità e morfologia degli stessi con una conseguente riduzione del tasso di gravidanza spontanea, correlato soprattutto al numero di spermatozoi mobili totali presenti nell’eiaculato.
Oltre a questo aspetto quantitativo, con l’aumento dell’età paterna si ha un incremento delle alterazioni qualitative degli spermatozoi, spesso non routinariamente indagate nell’esame del liquido seminale, ma che sono un’importante causa di infertilità”. Ad affermarlo è Ermanno Greco, Professore di Ginecologia e Ostetricia all’Università UniCamillus di Roma e Presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.), in occasione della Festa del Papà, a proposito dell’età sempre più alta degli uomini italiani che diventano padri, come emerge da recenti dati Istat.
“Una di queste alterazioni – spiega Greco – è la frammentazione della doppia elica del DNA degli spermatozoi, visibile con test detto, appunto, di frammentazione. Questa alterazione è dovuta a un aumento dei radicali liberi nel liquido seminale, il cosiddetto stress ossidativo e dal punto di vista pratico può comportare una diminuzione della fecondazione ovocitaria, un incremento del tasso di abortività femminile e, quando si effettuano programmi di fecondazione in vitro, una diminuzione dell’impianto embrionario. È molto importante, inoltre, diagnosticare questa alterazione perché oggi siamo in grado di contrastarla o attraverso l’uso di sostanze antiossidanti o direttamente in vitro, utilizzando sistemi di selezione degli spermatozoi sani da quelli frammentati”.
“Un’altra alterazione che si sta evidenziando in questi ultimi – osserva Greco – è che, a mano a mano che l’età paterna si alza, il grado cosiddetto di metilazione del DNA spermatico si altera o, meglio, si modifica. Questa alterazione epigenetica potrebbe essere alla base dell’incremento nel nascituro di patologie neurocomportamentali come la schizofrenia e l’autismo. Tale patologia, però, si verifica soprattutto quando si ha un’età superiore ai 40/45 anni. Consideriamo – conclude Greco – che le maggiori società scientifiche definiscono un’età paterna avanzata al di là dei 40 anni, un limite di età che riguarda, infatti, anche i donatori di liquido seminale”.