“Il disagio giovanile è per noi una priorità assoluta. In particolare i disturbi alimentari e il disagio mentale sono un’emergenza silenziosa, esplosa dopo il Covid, e la dobbiamo affrontare usando gli strumenti propri delle emergenze. Quindi più stanziamenti (e Regione Lombardia solo per quest’anno stanzia 6 milioni di euro), reparti specializzati, un lavoro sul territorio molto capillare insieme a scuole, associazioni, centri sportivi e soprattutto con le famiglie per potenziare la prevenzione”.
Lo ha detto l’assessore al welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, all’incontro promosso dalla Diocesi di Milano nella Giornata nazionale dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) con l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, gli studenti del Collegio San Carlo di Milano e la Fondazione Oratori Milanesi (FOM) in collaborazione con Auxologico, che hanno presentato un percorso formativo online a disposizione di educatori, società sportive e associazioni. Il percorso formativo, elaborato in collaborazione con Auxologico, dal titolo “Come ti nutri?”, è da oggi sulla piattaforma online della FOM (www.oramiformo.it), e si propone di aiutare gli educatori a riconoscere i sintomi che conducono ai disturbi del comportamento alimentare.
“Ogni anno i Disturbi del comportamento alimentare causano 4.000 morti tra i nostri giovani”, è la stima fornita dal presidente di Auxologico, Mario Colombo, “un segno che deve spronarci a fare ancora di più e in stretta sinergia, istituzioni, strutture sanitarie, educatori, famiglie e mass media”.
L’allarme sullo “stallo” dei servizi a contrasto di queste insidiose patologie è stato lanciato dallo psichiatra dell’Auxologico Leonardo Mendolicchio: “ormai i servizi presenti sul territorio hanno messo in campo tutte le risorse possibili su una popolazione che aumenta sempre di più dal punto di vista degli indici epidemiologici. Questo ha già prodotto una saturazione del sistema che fa fatica a dare risposte rapide e capillari sul territorio. In un contesto come questo la prevenzione è fondamentale, occorre ridurre il numero delle persone che si ammalano e in questo senso fare attività di formazione agli allenatori e agli insegnanti, ovvero agli educatori principali”.
L’attrice e conduttrice televisiva Martina Colombari ha invitato a non confondere “la portata sociale di un sintomo con la dimensione individuale dello stesso. Se da un lato la società capitalistica in cui viviamo concorre alla proliferazione di sintomi alimentari, cosiddetti alla moda, dall’altro non bisogna dimenticare la dimensione soggettiva di ogni sofferenza. Il consiglio che possiamo dare ai giovani è di ascoltarsi, di parlarsi, di parlare delle loro difficoltà. E di fare un buon uso dei social. Farne un buon uso significa saper giocare con il virtuale senza confonderne il piano con la realtà, fatta di figure umane la cui imperfezione sottolinea al tempo stesso l’unicità di ciascuno”.