• Mar. Mar 4th, 2025

INTELLIGENZA ARTIFICIALE, ALLEATA DEI MEDICI SOPRATTUTTO PER LA DIAGNOSI

“In questi giorni la comunità scientifica, quella medica, quella accademica insieme con quella umana è rimasta particolarmente colpita dalla scomparsa, certamente prematura e assai difficile da accettare, di un luminare qual era il professor Giovanni Scambia direttore scientifico della fondazione policlinico Gemelli e primario di ginecologia.

Ho toccato con mano quanto abbia ben seminato il professor Scambia, essendomi trovato accanto alla moglie, alla figlia e a migliaia di persone all’auditorium di Roma per una serata evento per la raccolta fondi di cui il professor scambia è sempre stato motore e fautore. In un video che rappresenta il suo testamento morale e professionale, il professor Scambia afferma: ‘Quando iniziai non avrei mai pensato di poter dire a una donna con un tumore che dopo la guarigione avrebbe potuto avere un bambino o che l’intelligenza artificiale potesse essere utile a fornire modelli predittivi di risposta alle cure, eppure oggi è così'”.

Lo dice il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè intervenendo al convegno ‘Intelligenza artificiale – Nuove sfide: dalla ricerca avanzata in Medicina, alla Cybersecurity, all’Art & Humanities’. “La meraviglia del professor Scambia- prosegue Mulè- corrisponde alla meravigliosa realtà di un’applicazione dell’intelligenza artificiale nella ricerca che rappresenta una rivoluzione. Dico solo che l’80% dei dati generati quotidianamente in ambito medico sono quelli detti non strutturati, – e dunque ad esempio l’insieme e la raccolta di ciò che arriva da sensori, orologi intelligenti, immagini, testi – rispetto ai dati tradizionali e cioè strutturati, i tradizionali fogli Excel o le cartelle cliniche. Bene: l’intelligenza artificiale è capace di interpretare l’enorme mole di dati non strutturati, identificare le possibili relazioni di cause-effetto tra i dati stessi e le patologie che si osservano.

La proiezione dell’intelligenza artificiale, una figura alleata dei medici soprattutto sul versante diagnostico, ci fa dire di aver fatto un salto quantico, per restare semanticamente in tema, rispetto alla capacità di accumulare dati provenienti da tac, radiografie, elettrocardiogrammi, esami istologici e altro per identificare patologie tumorali in vari settori”. “E a proposito dei modelli predittivi a cui faceva riferimento il professor Scambia- dice ancora- è possibile individuare alcune patologie ancor prima che si manifestino, ad esempio incrociando l’analisi di elettrocardiogrammi con la storia clinica del paziente per predire se una persona sia o meno a rischio di sviluppare patologie cardiovascolari come fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, o predire con una accuratezza e un anticipo di anche cinque anni lo sviluppo di un tumore al polmone”.

“La prima parte dell’incontro, che il centro studi avanzati per l’intelligenza artificiale ha organizzato- continua il vicepresidente Mulè-, ci parlerà proprio di questo, con la testimonianza del punto di vista di straordinari protagonisti provenienti da tutto il mondo e impegnati quotidianamente su questo versante. Ma il grande pregio del centro risiede nell’avere un approccio olistico all’intelligenza artificiale, ad applicare la necessità di mettere insieme punti di vista differenti, conoscenze, competenze per percorrere le strade del fare e del pensare, affrontando le curve sul cosa e concentrandosi sul perché. Non è filosofia spicciola, ma il superamento di un accostamento lasciatemi dire iper tecnico che rischia di essere insieme limitante e persino fallimentare”.

La necessità, dice ancora, “è esattamente quella di andare oltre l’approccio digitale e recuperare, per fonderlo, con quello analogico, che corrisponde alla mente di noi figli del XX secolo. Significa mettere insieme le due cose, completarle per non accontentarsi di quell’autocompletamento che spesso è il falso approdo ad esempio di sistemi come ChatGPT. Se io dico il gatto insegue il… La parola che viene dopo dal punto di vista probabilistico e che è quella originata da sistemi come ChatGPT è topo… ma non è così perché il gatto potrebbe inseguire tantissime altre cose. Ecco dunque la necessità di questo approccio olistico, indagare il funzionamento della nostra mente per trasferire modalità di ragionamento all’interno di queste macchine affinché diventino algoritmi compresa la gestione dell’incertezza, del processo decisionale: l’intelligenza artificiale deve essere umana nel senso di abituarsi a gestire situazioni complesse. Viceversa avremmo un’intelligenza artificiale con le sembianze di un pappagallo, un intelligente replicante che risponde a seconda ciò che noi vogliamo sentirci dire”. “Il Panel che riguarda il ruolo dell’intelligenza artificiale nella cybersecurity e dunque fondamentale- sottolinea Mulè-, in un’epoca che vive il dramma delle fake news, di quella miriade di pappagalli che proprio nell’intelligenza artificiale trova terreno rigoglioso per fiorire. Personalmente sono affascinato da quello che ascolteremo rispetto all’intelligenza artificiale e la rivoluzione nell’arte del III millennio, premesso che mi viene molto difficile da immaginare che una macchina possa inventare l’eleganza delle figure all’interno di una gamma cromatica chiara come quella di Filippo Lippi o il naturalismo leggiadro, arioso e straordinariamente delicato di Raffaello. Al più potrà replicarlo, ma non si potrà mai inventare quello stile perché è proprio dell’umano e della creatività umana”. Eppure c’è tanto da imparare anche su questo campo ed è quello che farò ascoltando e soprattutto approfondendo ciò che verrà detto oggi. Non vorrei far la fine di Antistene che davanti a Platone lo osó sfidare sul terreno dei rapporti tra le idee e le cose con quella sciagurata affermazione che gli fece dire ‘io vedo il cavallo non la cavallinità…’. E con Platone che gli rispose ‘perché non hai l’occhio per vederla’. È per questo che oggi andremo certamente oltre ciò che appare, per provare ad andare oltre l’immagine del cavallo e capire il concetto di cavallinità”, conclude. 

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