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COVID. ECDC, chiusura scuole ultima risorsa. In Italia 341 giorni, media europea 138 giorni

“Le rigide misure politiche adottate dai governi italiani durante la pandemia di Covid assumono sempre più i contorni di vere e proprie vessazioni immotivate, specie nei confronti di giovani e giovanissimi.

Stando a quanto emerso in commissione Covid dall’audizione del dott. Eugenio Serravalle, pediatra presidente dell’Associazione studi e informazione sulla salute (AsSIS), le scelte effettuate si sono spesso riversate sul benessere psicofisico dei piccoli. Basti pensare al tema della scuola: l’Italia, con 341 giorni di chiusura, si è posizionata di gran lunga sopra la media europea di 138 giorni di scuole chiuse. Eppure lo stesso Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) avvisava che la chiusura delle scuole avrebbe dovuto essere usata ‘come ultima risorsa’, perché ‘l’impatto negativo sulla salute fisica e mentale e sull’istruzione di una chiusura proattiva delle scuole per i bambini, così come l’impatto economico sulle società in generale, probabilmente supererebbe i benefici’.

Del resto il confinamento dei più giovani tra le mura domestiche implica una diminuzione dell’attività fisica, nonché l’aumento del consumo di cibo spazzatura, di esposizione agli schermi e di disturbi psicopatologici, i quali sono infatti aumentati a seguito della pandemia. Il dott. Serravalle, a conferma dell’inutilità delle misure draconiane contro i più piccoli, ha inoltre citato studi che dimostrerebbero la minore contagiosità dei bambini. Gli allora governi dovrebbero pertanto rispondere del fatto che i lunghi periodi di chiusura delle scuole hanno causato, oltre a disturbi psicofisici, una perdita media di competenze degli studenti, generando così non solo un danno individuale, ma anche per l’intera società”. Così in una nota i parlamentari di Fratelli d’Italia componenti della commissione bicamerale d’inchiesta sul Covid.

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