Il tumore al polmone è un killer silenzioso: ogni anno, in Italia, colpisce circa 44.000 persone, causando quasi 36.000 decessi.
Nonostante i progressi della medicina, la sopravvivenza a cinque anni resta estremamente bassa, ferma al 16%. Ciò è imputabile soprattutto alla diagnosi tardiva: nella maggior parte dei casi, la malattia viene individuata in stadi già avanzati, quando la possibilità di un trattamento efficace è drasticamente ridotta. Attualmente, solo il 25% dei pazienti è operabile al momento della diagnosi. Ma presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini è disponibile un nuovo programma dedicato alla diagnosi precoce del tumore al polmone che verrà presentato domani, mercoledì 18 dicembre, alle ore 9:00, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato a Roma.
L’iniziativa, promossa dal Senatore Salvatore Sallemi, vedrà gli interventi del professor Giuseppe Cardillo, Direttore Uoc Chirurgia Toracica del San Camillo e coordinatore del progetto, del Direttore Generale Angelo Aliquò, del senatore Franco Zaffini e l’onorevole Luciano Ciocchetti. Modererà l’evento la giornalista Nausica Cangini. Ma facciamo un passo indietro per capire i fattori di rischio a cui prestare attenzione.
“Il tumore polmonare colpisce prevalentemente i forti fumatori, responsabili dell’85% dei casi,- spiega il professor Cardillo, Past-President della Società Italiana di Endoscopia Toracica (SIET).- È cruciale intercettare questa popolazione a rischio per individuare la malattia in uno stadio precoce, come già avviene attraverso programmi di screening in altri Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Polonia e Croazia. In queste fasi iniziali, infatti, un intervento chirurgico mini-invasivo consente di raggiungere una sopravvivenza a cinque anni che sfiora il 90-95%”.
Il progetto del San Camillo Forlanini mira proprio a intercettare i soggetti più a rischio di sviluppare una neoplasia polmonare, focalizzandosi sui forti fumatori: persone con più di 55 anni e una storia di almeno 20 sigarette al giorno per 20 anni, o 10 sigarette al giorno per 40 anni. Attraverso l’iniziativa del San Camillo, queste persone avranno ora la possibilità di sottoporsi a una TC del torace a basso dosaggio, abbinata a un percorso personalizzato per la cessazione del fumo. Per verificare l’idoneità al programma, è disponibile sul sito dell’azienda ospedaliera un semplice questionario, accessibile tramite un link (https://www.scamilloforlanini.rm.it/progettodiagnosiprecoceneopla siepolmonari) o un codice QR.
Il sistema, grazie a un algoritmo automatizzato, identifica i soggetti potenzialmente idonei, che riceveranno via email un appuntamento per una visita specialistica presso il San Camillo. Durante la visita, un team multidisciplinare composto da medici specialisti esaminerà non solo l’abitudine al fumo, ma anche altri fattori come familiarità, condizioni ambientali lavorative e sintomi pregressi. Grazie anche al supporto dell’intelligenza artificiale, verrà elaborato un ‘identikit del rischio’ personalizzato per ciascun paziente, utile a prevedere con maggiore accuratezza la possibilità di sviluppare un tumore polmonare. I soggetti con il più alto rischio- spiegano dall’ospedale romano- saranno sottoposti a una tomografia computerizzata (TC) del torace a basso dosaggio, effettuata con apparecchiature radiologiche all’avanguardia. A completare il percorso diagnostico, il programma prevede una visita presso l’ambulatorio per il tabagismo, dove gli specialisti offriranno supporto per iniziare un percorso personalizzato di disassuefazione dal fumo.
I risultati della TC verranno discussi direttamente con il paziente, con l’obiettivo di pianificare eventuali controlli futuri, che potranno essere programmati a uno o due anni di distanza. Un approccio integrato che- aggiungono da San Camillo- non solo consente di identificare la neoplasia in stadio precoce, ma aiuta anche a ridurre i fattori di rischio a lungo termine, garantendo un miglioramento significativo della qualità della vita dei pazienti e un impatto positivo sul sistema sanitario. “Questo programma rappresenta un importante passo avanti verso una nuova visione della prevenzione, che non è solo un diritto, ma un dovere civico,- sottolinea Angelo Aliquò, Direttore Generale del San Camillo Forlanini.- Investire nella prevenzione significa ridurre i costi del sistema sanitario e contrastare l’incremento delle malattie croniche, che oggi assorbono la maggior parte delle risorse. Solo un approccio integrato, che coinvolga cittadini, istituzioni e realtà territoriali, può garantire un futuro sostenibile per il nostro sistema sanitario”.