• Gio. Dic 19th, 2024

PERDITA UDITO, DEFICIT COGNITIVO FINO A 5 VOLTE SUPERIORE #worldhearingday

Le patologie dell’orecchio e i conseguenti disturbi uditivi sono diffusi, con 7 milioni di persone in Italia che ne soffrono, pari quasi al 12% della popolazione.

L’ipoacusia riguarda una persona su tre (tra gli over 65). Solo il 31% della popolazione ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni, mentre il 54% non l’ha mai fatto. Solo il 25% di coloro che potrebbero averne beneficio usa l’apparecchio acustico, nonostante l’87% di chi ne fa uso, dichiari migliorata la propria qualità di vita. (Fonte: Oms – Eurotrack – Censis).

La perdita dell’udito può aumentare fino a 5 volte la probabilità di sviluppare deficit cognitivi o aggravare un problema neurodegenerativo. L’ipoacusia è il disturbo silente del nostro secolo. In  questo silenzio assordante  solo 1 persona su 20 ha accesso ad un impianto  uditivo a carico del SSN.

La Giornata mondiale dell’udito 2024 si concentra sul superamento delle sfide poste dalle percezioni errate della società e dalle mentalità stigmatizzanti attraverso la sensibilizzazione e la condivisione delle informazioni, rivolte al pubblico e agli operatori sanitari.

  • A livello globale, oltre l’80% delle esigenze di assistenza all’orecchio e all’udito rimangono insoddisfate.
  • La perdita dell’udito non affrontata comporta un costo annuale di quasi 1 trilione di dollari a livello globale.
  • Le percezioni errate della società profondamente radicate e le mentalità stigmatizzanti sono fattori chiave che limitano gli sforzi per prevenire e affrontare la perdita dell’udito.
  • Cambiare la mentalità relativa alla cura dell’orecchio e dell’udito è fondamentale per migliorare l’accesso e mitigare il costo della perdita dell’udito non affrontata.

*L’OMS stima che la perdita dell’udito non affrontata comporti un costo annuale di 980 miliardi di dollari ogni anno. Questo è il costo sostenuto a causa dell’impatto della perdita dell’udito senza accesso alla riabilitazione, comprese le perdite di produttività e l’esclusione sociale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *