• Mar. Ott 22nd, 2024

Patologie cardiache associate al vaccino Covid19: ecco le ultime evidenze emerse dall’articolo, uscito ad ottobre 2024, sulla rivista scientifica The Lancet.

Dal campione di giovani esaminati per la ricerca ‘Cardiac manifestations and outcomes of COVID-19 vaccine-associated myocarditis in the young in the USA: longitudinal results from the Myocarditis After COVID Vaccination (MACiV) multicenter study’ – emerge come sia poco studiata la prognosi della miocardite da vaccino e i ricercatori attenzionano la necessità di un’adeguata sorveglianza. “Il danno miocardico alla presentazione iniziale e la sua persistenza al follow-up, nonostante un decorso iniziale lieve e un esito clinico favorevole a medio termine, giustificano- questa la conclusione dell’articolo- una sorveglianza clinica continua e studi a lungo termine nei pazienti affetti da C-VAM (miocardite COVID-19 vaccine)”.

Si legge nello studio: “La vaccinazione è stata una pietra miliare della salute pubblica nella mitigazione della pandemia SARS-CoV-2. La miocardite è una rara complicanza dei vaccini mRNA”, e poi: “Abbiamo precedentemente segnalato un alto tasso di lesioni con miocardite associata al vaccino COVID-19 (C-VAM) in una coorte pilota pediatrica (rif. Law, Y.M.Lal, A.K. Chen, S. et al. Diagnosis and management of myocarditis in children: a scientific statement from the American heart association). La storia naturale, le implicazioni della lesione miocardica e la prognosi generale per i pazienti giovani con C-VAM non sono sufficientemente studiate. In altre condizioni, inclusa la miocardite virale, la LGE (il late gadolinium enhancement in risonanza magnetica) consente di raffigurare il miocardio patologico con ottima riproducibilità. La C-VAM può essere foriera di insufficienza cardiaca, cardiomiopatia dilatativa, aritmie e morte cardiaca improvvisa in futuro”.

Lo studio “osservazionale retrospettivo multicentrico longitudinale- spiegano gli autori della ricerca- è stato condotto in 38 centri statunitensi della rete di studio Myocarditis After COVID Vaccination (MACiV) di cardiologi pediatrici ed esperti di CMR. Abbiamo incluso pazienti di età pari o superiore a 30 anni con una diagnosi clinica di miocardite acuta dopo la vaccinazione COVID-19 sulla base di presentazione clinica, biomarcatori anormali e/o risultati di imaging cardiovascolare. Sono stati raccolti dati demografici, anamnesi passata, decorso ospedaliero, risultati biochimici, imaging cardiovascolare e informazioni di follow-up da aprile 2021 a novembre 2022. Sesso ed etnia riportati dai pazienti/genitori sono stati recuperati dalle cartelle cliniche. I pazienti sono stati stratificati in gruppi di età più giovani (5-15 anni) e più anziani (16-30 anni), riflettendo il lancio sequenziale del vaccino derivante dalle autorizzazioni all’uso di emergenza dei vaccini mRNA da parte della Food and Drug Administration degli Stati Uniti.

Per ottenere una migliore prospettiva del coinvolgimento cardiaco nella miocardite associata alla vaccinazione COVID-19, abbiamo confrontato questi pazienti con quelli che avevano la sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (MIS-C), un’importante complicanza della COVID-19 nella popolazione pediatrica con frequenti manifestazioni cardiache che il vaccino cerca di prevenire. Sono stati arruolati i nostri 433 pazienti, di cui 333 con C-VAM e 100 con MIS-C 8sindrome infiammatoria multisistemica)”.

“Alcuni vaccini, compresi quelli contro il vaiolo e, più recentemente, contro il COVID-19, sono stati associati a miocardite, ma la salute del miocardio nella miocardite associata al vaccino non è stata studiata in modo approfondito. Questo rapporto descrive il più grande studio longitudinale sul vaccino contro il COVID-19”, e ancora lo studio “esplora i fattori di rischio per il danno miocardico e valuta gli esiti cardiovascolari nei bambini, negli adolescenti e nei giovani adulti affetti da questa rara complicanza”. Nello specifico, lo studio aggiunge quanto segue alla nostra comprensione di C-VAM: 1. Nonostante un decorso clinico iniziale lieve e una bassa prevalenza di disfunzione cardiaca, il danno miocardico evidenziato da troponina e LGE più elevati alla CMR (cardiomiopatia restrittiva) è comune nella C-VAM. 2. La probabilità di sviluppare LGE è maggiore nei maschi che nelle femmine, negli adolescenti più grandi rispetto ai pazienti più giovani e in coloro che hanno sviluppato C-VAM dopo la prima o la seconda dose di vaccino mRNA rispetto a dopo il richiamo o la terza dose. 3. I risultati clinici a medio termine dopo C-VAM sono rassicuranti, senza decessi cardiaci segnalati o necessità di trapianti cardiaci. 4. Le cicatrici miocardiche persistono durante la convalescenza nella maggior parte dei pazienti, ma con una gravità inferiore”.

“I pazienti con miocardite associata al vaccino COVID-19 nella nostra coorte erano prevalentemente maschi che presentavano dolore toracico e troponina elevata. Sebbene il decorso clinico fosse quasi sempre lieve, con una bassa prevalenza ed estensione della disfunzione cardiaca, il danno miocardico- continua l’articolo- era comune, come evidenziato da livelli più elevati di troponina e LGE nell’82% dei pazienti. Ciò è paragonabile alla prevalenza di LGE rilevata nella miocardite adulta (95-96%) e infantile (82%), sebbene in popolazioni selezionate. Il modello e la distribuzione di LGE nella C-VAM somigliavano a quelli della miocardite virale- prosegue l’articolo- a differenza di MIS-C dove LGE era raro e, quando presente, lieve in confronto. In una varietà di condizioni cardiache, comprese le cardiomiopatie non ischemiche, la LGE è associata ad una propensione alle aritmie, all’insufficienza cardiaca e alla morte cardiaca improvvisa. Negli adulti con miocardite virale, la LGE alla presentazione è un predittore di gravi patologie a lungo termine, eventi cardiovascolari avversi, anche se la funzione cardiaca è preservata”.

Scrive The Lancet: “Nell’esplorazione dei fattori di rischio demografici per LGE emerge che maschi rispetto alle femmine, adolescenti più grandi e giovani adulti di età superiore a 15 anni rispetto ai pazienti più giovani e coloro che hanno sviluppato C-VAM dopo la 1a e la 2a dose di vaccino mRNA rispetto al richiamo o la terza dose avevano una probabilità maggiore di avere LGE. La nostra scoperta che i bambini più piccoli avevano una minore probabilità di sviluppare LGE e/o disfunzione cardiaca insieme all’osservazione che gli adolescenti più grandi e i giovani maschi adulti sono a maggior rischio di C-VAM supporta l’ipotesi dell’influenza degli ormoni sessuali nella patogenesi. 20 Gli estrogeni sembrano avere un effetto protettivo nella miocardite mentre il testosterone aumenta il rischio di infiammazione del miocardio. Non è attualmente noto se gli estrogeni e il testosterone siano associati rispettivamente a una prognosi migliore e peggiore, una volta che si è verificata la C-VAM.

Sono state proposte anche potenziali differenze legate all’età nella lavorazione e nell’eliminazione della proteina spike derivata dal vaccino come eziologia delle diverse suscettibilità. Altri meccanismi patologici ipotizzati per il coinvolgimento cardiaco nel C-VAM- conclude l’articolo sullo studio- includono un’immunogenicità dell’mRNA o del vettore di nanoparticelle lipidiche, mimetismo molecolare tra la proteina virale del picco indotta da mRNA e gli antigeni miocardici e una risposta immunitaria disregolata in individui geneticamente predisposti”.

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