• Gio. Nov 21st, 2024

L’ ESPERTO DI AI: NON POTRÀ’ MAI BATTERE INFERMIERI O DOTTORI. SIAMO SICURI?

L’intelligenza artificiale “ci permette di fare dieci volte più cose, ma alla metà dei costi”, nelle grandi aziende come anche nella sanità. Ma “non è la panacea per tutti i mali”, bensì un “amplificatore di quello che siamo noi, uno strumento per migliorare quello che già sappiamo”.

Per questo quindi, bisogna che i professionisti rimangano al passo con i tempi e formati, perchè “l’intelligenza artificiale non sostituirà mai una persona che non conosce il suo lavoro: la cancellerà” direttamente. Non usa mezzi termini Pietro Orciuolo, docente all’Università di Trieste e Head of technology di Tinexta Cyber, che ha preso parte al convegno ‘Connected Care. Frontiere attuali e fattori di successo nella trasformazione digitale in sanità’ a Bologna, promosso da Fnopi in collaborazione con l’Alma Mater nell’Aula absidale di Santa Lucia.

Nel corso del suo intervento ha elencato pro e contro dell’uso dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie nelle aziende, con focus sulla sanità. Strumenti che, a suo dire, non sostituiranno le figure professionali, che al contrario rimarranno centrali, seppur a determinate condizioni. “Il concetto è veramente semplicissimo: un ‘pachiderma’ non informato, non evoluto e non formato ha una vita brevissima. Le grandi aziende, tra cui anche la sanità, possono tranquillamente sopravvivere e lo faranno con il fattore umano- premette l’esperto- ma non voglio fare il solito spiegone di quanto è importante il fattore umano. L’intelligenza artificiale funziona solo se chi la governa è ultra-competente”. Per questo il personale medico, come possono essere gli infermieri, “ha solo un’arma: anticipare il futuro studiando, studiando, studiando”.

Ma cosa? L’intelligenza artificiale, sì, “ma in minima parte. Questo ci tengo a dirlo. Studiando la sua materia”. Infatti, secondo Orciuolo “l’intelligenza artificiale non potrà mai battere un referente infermieristico o anche un dottore che ne sa più degli altri”. Di conseguenza, conclude citando la legge di Pareto, secondo cui circa il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti, “noi dobbiamo concentrarci sulla formazione perché il resto dell’80% lo farà l’intelligenza artificiale, ma la vera differenza lo farà quel 20% dell’essere umano”. 

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