• Gio. Nov 21st, 2024

ARBOVIROSI, SPALLANZANI PARTNER DEL PROGETTO GENESIS

Il laboratorio di virologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma Irccs partecipa e contribuisce allo studio ‘Genesis’ ‘Unraveling the Molecular and Immunologic Mechanisms of Intrahost Persistence in Emerging and Re-Emerging Arboviral Infections’, che investiga gli aspetti molecolari e immunologici alla base della persistenza delle arbovirosi, cioè le infezioni virali emergenti trasmesse da zanzare e altri artropodi.

“Gli Arbovirus- spiega il direttore Uoc Virologia e laboratori di biosicurezza del nosocomio capitolino, Fabrizio Maggi- costituiscono una minaccia a livello globale e i casi d’infezione sono notevolmente aumentati in questi ultimi anni anche in Europa a causa del cambiamento climatico, della maggiore diffusione di insetti vettore e di fattori legati al turismo e al commercio”.

“La replicazione e la persistenza degli arbovirus nell’uomo e negli animali- prosegue- influenzano le dinamiche di trasmissione, l’evoluzione virale e di conseguenza la gestione della salute pubblica. I meccanismi alla base della replicazione, evoluzione e persistenza di questi patogeni nell’uomo non sono ancora del tutto compresi”. Coordinato dall’università di Pisa, il progetto ‘Genesis’ vede la partecipazione di partner pubblici e privati e allo Spallanzani sarà seguito dalla dottoressa Giulia Matusali. “Il nostro principale interesse- afferma l’esperta- è quello di comprendere quali siano i siti di replicazione e persistenza degli arbovirus, nonché i possibili meccanismi alla base della trasmissione non vettoriale di questi patogeni. Studieremo la replicazione nelle articolazioni e nel tratto urogenitale di arbovirus endemici e di importazione di interesse clinico ed epidemiologico tra cui Zika, Dengue, Chikungunya, West Nile e virus meno noti tra i quali il Mayaro o virus di nuova diffusione”.

“L’Inmi Spallanzani, inoltre, contribuirà allo studio della risposta anticorpale indotta dal virus Toscana, endemico in Italia, per identificare biomarcatori di patogenicità e persistenza e migliorare gli attuali test diagnostici. Lo studio- conclude Matusali- aumenterà le conoscenze dell’interazione virus-ospite e porterà al miglioramento delle strategie di prevenzione, trattamento e controllo”.

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