Secondo un nuovo rapporto pubblicato dall’Alleanza globale per porre fine all’Aids (lanciata nel 2022 dall’Oms e dall’Unicef), nonostante i progressi compiuti per ridurre i casi da Hiv e le morti legate all’Aids fra i bambini per porre fine all’Aids entro il 2030, è urgente ampliare i servizi per l’Hiv nei paesi maggiormente colpiti dalla pandemia.
Il rapporto Transforming Vision Into Reality mostra che i programmi che mirano a interrompere la trasmissione verticale dell’Hiv hanno evitato 4 milioni di casi fra i bambini tra 0 e i 14 anni dal 2000. A livello globale, i nuovi casi di Hiv fra i bambini tra 0 e 14 anni sono diminuiti del 38% dal 2015 e le morti legate all’Aids sono diminuite del 43%. Fra i 12 Paesi dell’Alleanza Globale, molti hanno raggiunto una forte copertura della terapia antiretrovirale a vita fra donne in gravidanza e allattamento che vivono con l’Hiv, l’Uganda ha quasi raggiunto il 100%, la Repubblica Unita della Tanzania il 98% e il Sud Africa il 97%. Il Mozambico ha raggiunto come lo Zambia una copertura del 90%, l’Angola e il Kenya l’89%, lo Zimbabwe l’88% e la Costa d’Avorio l’84%. I Paesi dell’Alleanza Globale stanno innovando per superare le barriere e accelerare i progressi verso la fine dell’Aids nei bambini. Tuttavia, nonostante i progressi, né il mondo né i Paesi dell’Alleanza Globale sono attualmente sulla buona strada per raggiungere gli impegni relativi all’Hiv per i bambini e gli adolescenti e il ritmo dei progressi nella prevenzione dei nuovi casi di Hiv e dei decessi legati all’Aids tra i bambini è rallentato negli ultimi anni.
Circa 120.000 bambini di età compresa tra 0 e 14 anni hanno contratto l’Hiv nel 2023, e circa 77.000 di questi nuovi casi si sono verificati nei Paesi dell’Alleanza Globale. Le morti legate all’Aids fra bambini fra 0 e i 14 anni sono state 76.000 a livello globale, con i Paesi dell’Alleanza Globale che hanno rappresentato 49.000 di questi decessi. I tassi di trasmissione verticale rimangono estremamente elevati in alcune località, in particolare nell’Africa occidentale e centrale, con tassi superiori al 20% in paesi come la Nigeria e la Repubblica Democratica del Congo. È preoccupante che il divario di trattamento tra adulti e bambini continui ad aumentare.
“Solo il 57% dei bambini che vivono con l’Hiv riceve un trattamento salvavita, rispetto al 77% degli adulti- ha dichiarato Anurita Bains, Direttrice Associata Hiv/Aids dell’Unicef- Senza test e cure precoci ed efficaci, l’Hiv rimane una minaccia persistente per la salute e il benessere di bambini e adolescenti e li espone al rischio di morte. Per colmare il divario terapeutico, dobbiamo sostenere i governi a diffondere approcci di test innovativi e garantire che i bambini e gli adolescenti colpiti da Hiv ricevano il trattamento e il sostegno di cui hanno bisogno”. Nel 2023 ci sono stati 210.000 nuovi casi a livello globale fra ragazze e donne fra 15 e i 24 anni (130.000 nei paesi dell’Alleanza Globale), quattro volte superiori all’obiettivo del 2025 fissato a 50.000. Prevenire i nuovi contagi in questa fascia d’età è fondamentale sia per proteggere la salute e il benessere delle giovani donne sia per ridurre il rischio di nuovi casi tra i bambini.
Le disuguaglianze di genere e le violazioni dei diritti umani stanno incrementando la vulnerabilità delle donne all’Hiv e riducendo la loro capacità di accedere a servizi di base. A livello globale, quasi una donna su 3 ha subito una qualche forma di violenza durante la vita, e le ragazze adolescenti e le giovani donne sono colpite in modo sproporzionato dalla violenza da parte dei partner. Nei quattro Paesi dell’Alleanza Globale con dati disponibili, i Paesi non sono attualmente sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di garantire che entro il 2025 meno del 10% delle donne, delle popolazioni chiave e delle persone che vivono con l’Hiv sperimentino disuguaglianze basate sul genere e violenza di genere. L’Allenza Globale per Porre fine all’Aids fra i bambini entro il 2030 è stata lanciata nel 2022 dall’Oms e dall’Unicef per dare nuovo impulso all’agenda sull’Hiv pediatrico.
Ora è cresciuta e, oltre alle agenzie delle Nazioni Unite, l’alleanza comprende movimenti della società civile, tra cui la Rete globale delle persone che vivono con Hiv, i governi nazionali dei Paesi più colpiti e i partner internazionali, tra cui Pepfar e il Fondo globale. Dodici Paesi sono membri: Angola, Camerun, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Kenya, Mozambico, Nigeria, Sudafrica, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe.