A venti anni dalla sua approvazione, la legge 40 sulla fecondazione assistita presenta “ancora molti divieti discriminatori che vanno contro il diritto alla salute e alcune libertà fondamentali sancite dalla nostra Costituzione”.
Eppure, i successi nei tribunali “consentono ogni anno la nascita di circa 14mila bambini”. Tra i divieti ancora in vigore, intanto, quello che non consente di donare alla ricerca gli embrioni non idonei per una gravidanza, quello che impedisce di accedere alla procreazione medicalmente assistita (PMA) alle persone single e alle coppie dello stesso sesso e quello di accedere alla gravidanza per altri (GPA). Per questo, durante una conferenza stampa che si è svolta oggi alla Camera, l’Associazione ‘Luca Coscioni’ ha fatto il punto sui divieti ancora in vigore e sulle azioni che, insieme alle persone, intende portare avanti per rimuoverli.
“Chiediamo al ministro di intervenire su alcuni aspetti che, nelle sue funzioni, potrebbe risolvere senza l’intervento del Parlamento- si legge nella lettera inviata al ministro della Salute, Orazio Schillaci, dall’avvocata Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria nazionale e tesoriere dell’Associazione ‘Luca Coscioni- Chiediamo dunque di aggiornare i LEA con anche l’inserimento delle indagini diagnostiche sull’embrione e che sia previsto un rimborso spese per le donne che con un atto di solidarietà sono disponibili a donare i propri gameti, esattamente come avviene nei paesi da cui i centri italiani importano gli ovociti che sono utilizzati per le tecniche eterologhe nel rispetto del divieto assoluto di commercializzazione, vigente in tutta Europa”.
L’Associazione chiede inoltre al ministro di “modificare il decreto che governa la raccolta dati del Registro Nazionale PMA per fornire dati aggiornati e disaggregati per il ciclo di PMA, di censire il numero degli embrioni non idonei a una gravidanza e attualmente crioconservati presso i Centri di procreazione medicalmente assistita e di conoscere il destino degli embrioni crioconservati e che risultano in stato di abbandono”. Nel corso della conferenza stampa, intanto, sono state portate le testimonianze di alcune persone e le azioni intraprese per ogni divieto: Maurizio, 68 anni, affetto da patologia degenerativa incurabile, ha inviato una lettera al ministro della Salute e alla ministra della Ricerca per chiedere di rimuovere il divieto di donazione alla ricerca scientifica degli embrioni non idonei per una gravidanza. “Questo divieto toglie la speranza di trovare una cura definitiva per tutte quelle patologie oggi incurabili come il Parkinson”.
Sempre con riferimento al divieto di utilizzare gli embrioni non idonei a una gravidanza per i fini della ricerca scientifica, l’Associazione sta promuovendo diversi ricorsi giudiziari, a sostegno delle coppie che hanno embrioni crioconservati non idonei a una gravidanza, affinché il tribunale li autorizzi a donarli ai centri di ricerca italiani. Ludovica, con la sua compagna è stata costretta ad andare all’estero per accedere alle tecniche di fecondazione assistita, dal momento che in Italia la legge 40 vieta alle persone single e alle coppie dello stesso sesso di accedere alla PMA.
Per questo, è ricorsa in tribunale per ottenere il riconoscimento della genitorialità nei confronti di suo figlio. Sempre per superare il divieto di accesso alla fecondazione assistita ai danni delle persone singole, l’Associazione Luca Coscioni sta assistendo una donna nella richiesta per ottenere l’autorizzazione del tribunale ad accedere alla PMA.
Maria Sole Giardini, affetta dalla sindrome di Rokitansky (nata senza utero ma fertile in quanto produce ovociti, e quindi di fatto impossibilitata a portare avanti una gravidanza) e Christian De Florio e Carlo Tumino (“Papà per scelta”), genitori grazie alla gravidanza per altri negli Stati Uniti, hanno parlato delle loro storie, quindi del divieto di accedere alla gravidanza per altri. L’Associazione Luca Coscioni ha depositato in Parlamento una legge per regolamentare la gravidanza per altri solidale.