Il cancro gastrico è in costante declino, in particolare nei paesi occidentali, grazie all’eradicazione dell’Helicobacter Pylori e all’educazione del pubblico su una corretta alimentazione. Tuttavia, questo declino dell’incidenza non sembra essere omogeneo tra i paesi esplorati, in particolare in occidente.
Un recente studio condotto dall’Università degli Studi di Milano e dall’Istituto Europeo di Oncologia, pubblicato sulla rivista European Journal of Cancer Prevention, ha confermato infatti questa eterogeneità.
I dati sono stati estratti dal registro tumori del Friuli-Venezia Giulia con l’ausilio del dr. Diego Serraino del CRO di Aviano; i ricercatori si sono focalizzati sui differenti istotipi di cancro gastrico presenti nella popolazione e sulla età alla diagnosi. La popolazione affetta da cancro gastrico è stata poi stratificata in tre decadi: 1995–2000, 2001–2010 e 2011–2021. Sono stati analizzati oltre 11mila individui affetti da cancro gastrico, tra questi circa il 10% presentavano un istotipo “diffuso” e il 90% altre istologie. L’istotipo diffuso si caratterizza per essere una patologia gastrica maligna più aggressiva, non fortemente legata ai fattori ambientali, colpisce prevalentemente i giovani e presenta una componente genetica significativa. Le analisi hanno evidenziato una maggior frequenza di cancro gastrico con istotipo diffuso nelle donne con età inferiore ai 50 anni, rispetto ad altri tipi di tumore dello stomaco.
“E’ quindi necessario, nelle famiglie che presentano alta frequenza di tumore gastrico nei giovani e i genotipi a esso associati, mettere in atto programmi di diagnosi precoce ed eventuale chirurgia preventiva” afferma il Prof. Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università Statale di Milano.
“Il nostro studio trasversale appena pubblicato sulla rivista European Journal of Cancer Prevention ci spinge a puntare ancora una volta i riflettori sulla genetica. I dati dicono che il tumore dello stomaco è in declino, ma i nostri risultati ci dicono che purtroppo non è così per tutti. Ancora alta l’incidenza nelle donne giovani, dove una solo una componente genetica ed ereditaria può spiegare questo aumento in termini proporzionali” conclude Giovanni Corso, chirurgo presso l’Istituto Europeo di Oncologia e ricercatore universitario della Statale di Milano.