
“Sebbene il personale dipendente delle strutture del Servizio sanitario nazionale sia cresciuto negli ultimi anni, e i dati di Agenas ci dimostrano un incremento rispetto ai valori pre Covid, persiste ancora un problema di carenza di organico, come chiaramente evidenziato anche nelle conclusioni dell’indagine”.
Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo oggi a Roma alla presentazione del Documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul riordino delle professioni sanitarie, svolta dalla XII Commissione Affari Sociali della Camera e frutto di circa 4 mesi di audizioni. “Per quanto riguarda il personale medico- ha proseguito Schillaci- sappiamo che c’è una particolare sofferenza in alcune discipline: penso alla medicina d’emergenza-urgenza, ma cito sempre anche l’anatomia patologica, radioterapia. Sono discipline che spesso non sono scelte o sono precocemente abbandonate dai giovani laureati durante il corso di specializzazione e su cui siamo intervenuti. Io non posso pensare, lo dico sempre, a una medicina del domani, soprattutto in campo oncologico, con le tante novità che la ricerca scientifica ci mette a disposizione – penso a tante malattie prima incurabili che ora per fortuna non lo sono più – senza radioterapisti o anatomopatologi”.
Oggi in Italia, intanto, sono “oltre 1 milione e mezzo i professionisti sanitari iscritti agli Albi professionali che afferiscono a 10 Federazioni Nazionali degli Ordini. Di questi- ha fatto sapere il ministro- oltre il 57% è costituito da medici ed infermieri. Abbiamo 31 professioni sanitarie riconosciute in Italia e 51 tipologie di scuole per la formazione medica-specialistica, alle quali si aggiunge il corso di formazione specifica in medicina generale”.