• Ven. Apr 18th, 2025

“Sono sempre più stanche, sempre più sole. E sempre meno. Le ostetriche italiane stanno affrontando una crisi strutturale silenziosa ma devastante, che mina le fondamenta stesse della cura materno-infantile”.

Il sindacato Nursing Up lancia l’allarme: mancano all’appello almeno 8.500 ostetriche in Italia; “Una carenza drammatica, che rischia di aumentare fino al 30% entro il 2030, trascinando con sé la qualità, la sicurezza e l’umanità dell’assistenza alla nascita.  Parliamo di professioniste essenziali, oggi costrette a lavorare con turni infiniti, spesso ben oltre le 12 ore, in reparti dove ogni secondo può fare la differenza tra la vita e la morte.  Non sono solo numeri: sono volti, mani, cuori. In maggioranza donne che accompagnano altre donne nel momento più delicato dell’esistenza e che lo fanno, sempre più spesso, senza adeguato supporto, senza riconoscimenti, senza voce”. 

L’Italia si ferma a 29 ostetriche ogni 100mila abitanti, ben al di sotto della media europea di 43. “Una voragine che si allarga ogni giorno, lasciando le corsie scoperte, sovraccaricando chi resta, spingendo fuori chi non ce la fa più. È una questione di dignità professionale, ma anche di sicurezza pubblica”, afferma il sindacato. “L’ostetrica è pilastro clinico e umano nella relazione madre-bambino, eppure ancora esclusa dalla legge che riconosce l’indennità di specificità all’altro pilastro dell’assistenza, la professione infermieristica, come anche da percorsi chiari di valorizzazione economica e normativa. È tempo di rimediare a questa grave mancanza. 

Serve una legge che estenda alle ostetriche l’indennità di specificità infermieristica già riconosciuta agli infermieri. E che sia una legge, una misura concreta, equa, necessaria, per riportare giustizia e coerenza nel sistema. Quanto vale, per lo Stato, la tutela della nascita?  Quando arriverà un vero riconoscimento per una figura tanto cruciale? O dobbiamo aspettare che il sistema collassi del tutto?”, “le ostetriche non possono più aspettare. E neppure le donne, le madri, le famiglie italiane”.

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