• Dom. Apr 13th, 2025

L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ IRCCS si dota di una nuova tecnologia, preziosa per il contrasto e la cura del Papilloma virus umano (HPV).

Si tratta dell’anoscopia ad alta risoluzione effettuata con THD HRStation in dotazione al Servizio di Dermatologia diretto dalla dottoressa Alessandra Scarabello, che spiega nella nota diffusa: “È uno degli esami più efficaci per lo screening delle lesioni neoplastiche intraepiteliali anali e in particolare del carcinoma squamoso anale. Infatti permette la messa in evidenza delle lesioni e, una volta individuata un’eventuale anomalia durante l’esame, viene effettuata una biopsia con lo scopo di individuare eventuali cellule displastiche.

Inoltre, lo strumento fornisce la possibilità di trattamenti fisici delle lesioni intraepiteliali anali con la fotovaporizzazione tramite Laser CO2 che permette di eliminare lesioni anche importanti in ambito ambulatoriale con minimo dolore e minimo discomfort del paziente. Insomma, uno strumento che permette tre azioni in un’unica seduta ambulatoriale: diagnosi, biopsia e trattamento”. Questa nuova acquisizione va a rafforzare il potenziamento dello Spallanzani nell’area delle Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST). L’infezione da Papillomavirus umano (HPV) rappresenta infatti, l’infezione a trasmissione sessuale più diffusa al mondo. Alcuni tipi di HPV causano esclusivamente lesioni benigne (condilomi e verruche) mentre altri, cosiddetti ad alto rischio, sono coinvolti nello sviluppo di carcinomi squamosi dell’apparato ano-genitale e della regione testa-collo.

L’infezione da HPV causa circa il 5% di tutti i tumori nel mondo con una stima di 625.600 donne e 69.400 uomini che si ammalano ogni anno di un tumore correlato all’HPV.  Le evidenze scientifiche dimostrano che la prevalenza del virus è più alta tra le persone che vivono con l’HIV, gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, gli individui immunocompromessi, le persone con altre infezioni sessualmente trasmissibili (IST) e le persone che ricevono farmaci immunosoppressori. Verrà quindi perfezionato il follow-up delle persone a rischio afferenti allo Spallanzani nell’Ambulatorio CRR-AIDS della UOS Counseling, Test e Profilassi HIV e IST, in particolare utilizzatori PrEP e persone con HIV con comportamenti sessuali a rischio.

Spiega la dottoressa Scarabello: “I dati sul ruolo dell’HPV nelle neoplasie anogenitali sulla popolazione generale sono ancora limitati ma vi è una crescente evidenza che correla HPVDNA al carcinoma dell’ano, della vulva, della vagina e del pene e ad alcuni tumori del cavo orale. Il carcinoma anale rappresenta il 2-4% di tutti i tumori gastrointestinali ma in soggetti definibili ad alto rischio può manifestarsi con una frequenza 100 volte superiore. L’incidenza della neoplasia anale è riportata in incremento e globalmente si stimano circa 27.000 nuovi casi anno. Sebbene queste neoplasie siano meno frequenti nella popolazione generale, l’associazione con HPV li rende potenzialmente prevenibili grazie a strategie preventive simili a quelle utilizzate per la cervice uterina.

Lo screening del carcinoma squamocellulare anale prevede due principali passaggi ormai consolidati: l’HPV TEST anale integrato al PAP TEST e l’anoscopia ad alta risoluzione di cui l’Istituto, appunto, si è appena dotato. Quindi lo Spallanzani ha compiuto un fondamentale salto in avanti nella diagnosi e cura dell’HPV anale. Infatti le infezioni ano-genitali da HPV oltre ad essere localizzate ai genitali esterni, all’ano, alla zona perianale e perineale, interessano anche il canale anale risultando quindi non facilmente visibili ad una ispezione clinica esterna. Ora con questa tecnologia possiamo individuarle e trattarle precocemente”. 

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