• Mar. Mar 18th, 2025

Basterà una applicazione sul telefono o sullo smartwatch per tenere sotto controllo i propri parametri cardiovascolari. L’intelligenza artificiale lavorerà per prevenire e trattare precocemente patologie come l’insufficienza cardiaca, la fibrillazione atriale e le altre malattie coronariche.

In questa direzione, ma non solo, si sviluppa la ricerca del progetto internazionale ‘Grace’, che vede l’Italia capofila, presentato all’Università Campus Bio-Medico di Roma con l’obiettivo di “migliorare la rilevazione precoce, la gestione e la cura a lungo termine” dei pazienti attraverso soluzioni digitali “innovative e di facile applicazione”.

“La nostra sfida sta nel mettere insieme aziende del settore elettromedicale e del farmaceutico con aziende di elettronica di consumo per fornire continuità alla cura e alla gestione delle patologie cardiovascolari- fa sapere il professor Leandro Pecchia, presidente del corso di laurea magistrale in Ingegneria Biomedica al Campus Bio-Medico e direttore dell’Unità di ricerca in Intelligent Health Technology e dell’Osservatorio sulla Global Health- L’intento è di mettere in comunicazione, ad esempio, uno smartwatch con un impianto attivo dotato di telemetria per fornire con continuità le informazioni rilevate dallo strumento ai professionisti sanitari”.

Obiettivo del progetto, spiega ancora Pecchia, quello di “ridurre l’incidenza delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria, migliorando quindi l’esperienza dei pazienti ed al contempo riducendo i rischi degli operatori sanitari”. Sarà lui a coordinare il progetto ‘GRACE’.
Le malattie cardiovascolari rimangono la principale causa di morte a livello globale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con 17,9 milioni di decessi ogni anno, un numero destinato a salire a 22 milioni entro il 2030. Per l’Istituto Superiore di Sanità il 41% degli italiani tra 18 e 69 anni ha almeno tre fattori di rischio cardiovascolare.
I ricercatori di ‘Grace’ porteranno avanti sei studi pilota per trasformare la gestione della fibrillazione atriale, migliorare la cura della stenosi aortica per i pazienti oncologici, ridurre le complicazioni nella chirurgia cardiaca, potenziare la diagnostica della risonanza magnetica cardiaca per l’ischemia senza coronarie ostruttive e infine ottimizzare la gestione dell’insufficienza cardiaca.

Supportato dall’Innovative Health Initiative (IHI), il progetto avrà una durata di 54 mesi e un budget complessivo di oltre 19 milioni di euro con cofinanziamento dall’Unione Europea e da partner industriali. “Misureremo l’impatto clinico, economico e sociale, garantendo che le soluzioni di ‘GRACE’ offrano benefici reali e misurabili ai pazienti e ai professionisti sanitari”, spiega ancora il professor Pecchia. Uno sforzo collaborativo e multidisciplinare che vanta 24 partner provenienti da ricerca, sanità, industria. Questo consorzio diversificato include ospedali, università, istituti di ricerca e aziende di tecnologia medica e farmaceutica, garantendo un approccio completo per affrontare la sfida delle malattie cardiovascolari. Con la partecipazione attiva di organizzazioni in Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Israele e Corea, ‘Grace’ copre “più sistemi sanitari, consentendo la validazione nel mondo reale delle sue soluzioni e la loro scalabilità in tutti i contesti”.

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