• Gio. Mar 6th, 2025

SANITA’ ITALIA. FNOMCEO: DONNE MEDICO TRA I 40 E 49 ANNI SUPERANO UOMINI

Tra i medici italiani con meno di 50 anni, sei su dieci sono donne. E, tra i medici con età compresa tra i 40 e i 49 anni, la proporzione sale al 64%: quasi due su tre.

Sono questi alcuni dei dati più eclatanti tra quelli elaborati, come ogni anno, in occasione dell’8 marzo dal Ced della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli Odontoiatri e aggiornati al 18 febbraio scorso. Dati che mostrano, nelle fasce d’età più giovani, un leggero incremento della forbice, a favore della quota al femminile, rispetto a un anno fa. C’è da dire, tuttavia- spiega Fnomceo in una nota- che i medici under 50 sono solo il 42% dei 422511 iscritti al loro Albo. Percentuale, questa, che fa il paio con i dati Eurostat, che indicano l’Italia come il Paese europeo con i medici ancora attivi più anziani per età. In ogni caso, se consideriamo la platea dei medici con meno di 70 anni, tutti potenzialmente ancora in attività anche all’interno del Servizio sanitario nazionale, il quadro cambia, ma di poco: sono ancora le donne ad essere in vantaggio, anche se con una percentuale più risicata, il 53%.

Situazione esattamente opposta, invece, se guardiamo al totale dei medici iscritti agli Albi: più numerosi sono allora gli uomini, con la stessa percentuale del 53%. Questo perché tra gli over 75 che restano iscritti all’albo, circa 35000, oltre 29000 sono uomini, l’83% (un punto percentuale in meno rispetto allo scorso anno). Percentuale che scende al 76%, rimanendo comunque elevata, se consideriamo tutti i medici con più di 70 anni. Del resto, quella della femminilizzazione della professione è una tematica moderna: appena cento anni fa, le donne medico in Italia erano circa duecento, per diventare 367 nel 1938. Tra di loro, anche Adelasia Cocco, che nel 1914 divenne, con coraggio e determinazione e a dispetto di mille ostacoli, la prima donna medico condotto del nostro Paese, a fronte di 11554 uomini. Medico fu però la prima donna a laurearsi nell’Italia unita: Ernestina Paper, originaria di Odessa, che discusse la sua tesi all’Università di Firenze nel 1877; seguita, l’anno dopo a Torino, da Maria Farné Velleda, seconda laureata d’Italia, sempre in Medicina.

Analizzando i numeri per fasce di età, vediamo che gli uomini sono in maggioranza in tutte le fasce oltre i 60 anni. Si ha una sostanziale parità, con lieve preponderanza femminile, nella fascia tra i 55 e i 59 anni e poi, scendendo ancora con l’età, la tendenza si inverte. Le fasce d’età in cui la stragrande maggioranza dei medici è donna sono, come detto, quelle tra i 45 e i 49 anni e tra i 40 e 44. Scendendo ancora, il gap si restringe, ma resta sempre a favore del genere femminile, in tutte le fasce. Il fenomeno della femminilizzazione della professione medica è dunque destinato ad accentuarsi nei prossimi cinque – dieci anni, quando via via i medici con un’età più elevata andranno in pensione e saranno sostituiti dalle fasce con percentuali femminili più elevate, per poi tendere, forse a una situazione di maggior parità.

“Nel nostro Servizio sanitario nazionale le colleghe sono ormai, da almeno cinque anni, la maggioranza – commenta il Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli – soprattutto nelle fasce di età dove va costruita la carriera e in cui aumentano le responsabilità professionali e quelle familiari. I modelli organizzativi, gli orari di lavoro devono sempre più tener conto di questa realtà, valorizzando le professioniste e i professionisti, prevedendo modelli organizzativi che permettano a donne e uomini di conciliare i tempi di lavoro con quelli della vita privata e della famiglia e che tengano in debito conto, non facendole pesare sugli organici già ridotti, le possibili assenze per maternità. Per garantire pari opportunità, la femminilizzazione della professione e gli strumenti per affrontarla sono anche al centro del programma per il mandato appena iniziato del nuovo Comitato Centrale. Occorre, infine, investire sulla sicurezza.

Il 12 marzo, a Foggia, celebreremo la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari e chiederemo politiche di prevenzione e di rafforzamento della sicurezza”. Diversa la situazione per gli Odontoiatri: gli uomini sono il 70% dei 64690 iscritti all’Albo, in calo di un punto percentuale rispetto allo scorso anno. Già, perché, anche qui, se guardiamo alle fasce d’età più giovani, la situazione diventa di sostanziale parità: tra gli under 24, sono 41 gli uomini e 41 le donne, tra i 25 e i 29 anni sono addirittura in lieve maggioranza le professioniste, 1959 contro 1902. Il trend si inverte invece al salire dell’età.

“La professione dell’Odontoiatra è sempre più scelta dalle giovani donne – afferma Andrea Senna, Presidente della Commissione Albo Odontoiatri nazionale – probabilmente anche perché permette di conciliare gli orari di lavoro, rendendoli flessibili, con la vita familiare. Il dato è tra l’altro in linea con l’aumento delle donne medico che scelgono le specialità chirurgiche, che un tempo erano appannaggio quasi esclusivamente maschile. In parallelo, anche nei nostri Ordini assistiamo a un’ascesa delle Colleghe nelle Commissioni di Albo, che diventano sempre più al femminile”. Se le Presidenti delle Cao provinciali sono, in questo mandato, solo 7 su 106, le Vicepresidenti sono 25 e la componente femminile è in aumento. Nella Commissione Albo Odontoiatri nazionale, presente Albina Latini, presidente Cao di Teramo.

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