• Mer. Apr 9th, 2025

GIOVANI. PSICHIATRA: DOPO I 18 ANNI, DIFFICILE CONTINUITÀ TERAPEUTICA

 “Esiste un grande problema dei disturbi diagnosticati intorno ai 12, 13, 14 anni e la loro continuità terapeutica: una volta che questa fase ha raggiunto i 18 anni diventa molto difficile il coordinamento tra i servizi di neuropsichiatria infantile e quelli della età adulta”.

Lo ha detto Alberto Siracusano, professore di psichiatria presso l’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’ e coordinatore del Tavolo tecnico sulla salute mentale presso il ministero della Salute, in audizione presso la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza in merito all’indagine conoscitiva sulla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani anche da un punto di vista neuropsichiatrico, con focus su depressione, autolesionismo, disordine alimentare e suicidio.

“Nel Piano di azioni nazionale per la salute mentale, il Pansm- ha proseguito- abbiamo studiato una serie di percorsi che, una volta individuato il problema, possano consentire, tramite equipe multidisciplinari a seconda delle necessità del caso, la progressione tra una presa in carico già in età evolutiva intorno ai 16 anni dai servizi dell’età adulta e una prosecuzione una volta compiuti i 18 anni”. “Tutto questo- ha evidenziato Siracusano- proprio nell’ottica che il disturbo della salute mentale, che oggi è molto collegato in età evolutiva ai cosiddetti disturbi del neurosviluppo, ha bisogno di una presa in carico dei diversi tipi di servizi. E si tratta anche di una presa in carico anche a livello scolastico nel periodo della prima formazione e, successivamente, a livello universitario, laddove il piano di studi dovesse continuare”.

“Noi- ha sottolineato lo psichiatra- abbiamo previsto un sostegno sia agli insegnanti che alla famiglia, proprio per riuscire a far sì che la continuità delle cure venga garantita. Cosa che, invece, oggi frequentemente non accade”. “Dunque- ha concluso il coordinatore del Tavolo tecnico sulla salute mentale presso il ministero della Salute- questo aspetto dell’età della transizione, tra i 15 e i 25 anni, è diventato un focus centrale su cui dobbiamo necessariamente agire. Si sta inoltre studiando la possibilità di fare un Lea, un percorso di assistenza che, attraverso l’individuazione di risorse, consenta la messa in atto di questi percorsi”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *