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“Il messaggio importante è quello di dire che la professione è in un momento di grave sofferenza. Tutti i colleghi hanno difficoltà nel lavorare nei vari posti di lavoro, che siano ospedalieri, a livello convenzionale o a livello territoriale. Siamo pieni di burocrazia, siamo malpagati, abbiamo delle condizioni di lavoro molto difficili per la mancanza di personale e, ovviamente, queste cose vanno poi a pesare sull’attività di tutti i giorni”.
Lo ha spiegato all’agenzia Dire il segretario generale del Sumai Assoprof, Antonio Magi, a margine della conferenza stampa dei segretari nazionali delle sigle sindacali Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Als, Gmi, Fimmg, Fimp, Sumai, Smi, Snami e Fmt, con il sostegno della Fnomceo e la partecipazione di Cittadinanzattiva, organizzata oggi a Roma con l’obiettivo di dare voce ai diritti dei medici. Nel corso dell’evento sono state illustrata le iniziative della mobilitazione unitaria ‘Investire sui medici per salvare il Servizio Sanitario Nazionale’, che si terrà nella Capitale a maggio prossimo.
“Per non parlare, poi, degli atti di violenza sugli operatori sanitari- ha proseguito- e il fatto che molti di noi molto spesso, senza una motivazione reale, si ritrovano a doversi difendere davanti a un giudice e poi il 97% di noi viene assolto. Si tratta, quindi, di una una situazione psicologica di grave difficoltà che crea anche medicina difensiva e aumento dei costi del Servizio sanitario internazionale. Noi stiamo chiedendo attenzione- ha tenuto a sottolineare Antonio Magi- vogliamo sapere con chi parlare in particolare, vogliamo avere un interlocutore unico, perché alcune volte bisogna interloquire con la regione, altre con il governo. Qualche volta c’è un rimpallo, ma noi abbiamo la necessità di avere un interlocutore unico e valido per poi discutere insieme le varie problematiche oggi abbiamo nell’operare come medici”.
Il segretario generale Sumai Assoprof ha poi precisato che “non è un problema di tipo sindacale, è un problema di tipo professionale. Il medico è centrale per quanto riguarda il Servizio sanitario nazionale e senza medici non ci può essere il Servizio sanitario nazionale. È vero, anche senza gli altri operatori sanitari ma sicuramente il medico è centrale per quanto riguarda il nostro tipo di attività a tutela della salute del cittadino. E un medico tranquillo garantisce una sanità di alto livello”. Un incontro importante quello odierno che ha messo una accanto all’altra tutte le più importanti sigle sindacali del settore sanitario.
“Mettere insieme tanti sindacati che hanno anche delle situazioni conflittuali una con l’altra- ha commentato- vuol dire proprio che c’è un punto di unione sulla problematica medica, la questione medica. Non è mai mai successo, questo è già un fatto indicativo. Abbiamo convocato i consigli nazionali per discutere tutti insieme delle varie problematiche, portando proposte che, speriamo, il governo possa ascoltare. Non c’è più più tempo- ha concluso Antonio Magi- perché i giovani i colleghi scelgono altro, non scelgono più il Servizio sanitario nazionale, vanno all’estero. A breve noi non avremo più il Servizio sanitario nazionale”.