• Sab. Feb 22nd, 2025

Il bambino al centro. Proteggere le nuove generazioni nel mondo digitale. È questa la sfida che la Fondazione S.O.S. Telefono Azzurro lancia in occasione del Safer Internet Day 2025.

Una frase che richiama l’urgenza di affrontare complesse sfide economiche, etiche, di sicurezza e di benessere legate al coinvolgimento dei bambini nell’ecosistema del digitale. Lo riporta un comunicato di Telefono Azzurro. “Affrontare la sfida di costruire un am­biente digitale più sicuro e inclusivo richie­de un impegno globale. È fondamentale investire in infrastrutture sostenibili, rafforzare la governance delle piattaforme digitali per proteggere i diritti dei minori e promuovere una cooperazione interna­zionale che riduca le disuguaglianze. Vi è oggi la necessità di gettare le basi per azioni ad alto impatto capaci di agire su più livelli per proteggere i bambini dai rischi del web.

È fondamentale definire i confini normativi e mettere al centro delle leggi le nuove generazioni affinché possano essere realmente tutelati anche in rete, cosa che oggi purtroppo non avviene. Anche le piat­taforme devono farsi promotrici di questo cambiamento e privilegiare il benessere di bambini e adolescenti rispetto agli interessi commer­ciali, promuovendo l’educazione digitale sia per i più giovani che per genitori ed educatori. È una responsabi­lità collettiva verso un futuro in cui ogni bambino possa prosperare in un am­biente digitale sicuro e favorevole al suo sviluppo. Ogni passo in questa direzione rappresenta un investimento per un do­mani più equo, sostenibile e inclusivo per tutti i minori del mondo”, sottolinea il Professore Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro.

Il digitale e i social network possono essere risorse preziose, ma è fondamentale accompagnare bambini e adolescenti in un uso consapevole, per proteggere il loro benessere psicologico e favorire relazioni sane e autentiche, aspetti entrambi messi a dura prova dalle dinamiche odierne del digitale. A confermarlo è anche l’indagine di Telefono Azzurro e BVA-Doxa presentata oggi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in occasione dell’evento organizzato per il Safer Internet Day 2025.

A livello globale, la dipen­denza da smartphone è in aumento, con implicazioni notevoli per il comportamen­to sociale e la qualità delle interazioni dei giovani. L’utilizzo dei social media ha in particolare implicazioni significative dal punto di vista psicologico e sociale. Tra i principali effet­ti: rischio di dipendenza, impatto sull’autostima e pericoli psicologici legati all’interazione online. Dall’indagine di Telefono Azzurro emerge tra i giovani una mancanza di consapevolezza sui potenziali ef­fetti negativi dei social media che evidenzia la necessità di programmi educativi mirati. Il 63% degli intervistati dichiara di aver provato almeno un’emozione mentre era sui social: il 24% invidia verso la vita degli altri, il 21% si è sentito diverso/a, il 19% inade­guato/a. Tra gli argomenti per i quali i ragazzi affermano di avere più bisogno di informazioni per potersi difendere o per poterli evitare vi sono al primo posto le fake news (40%), seguite da privacy e dati personali (34%), cyberbullismo (32%) e adescamento (31%).

L’elevata esposizione ai so­cial media rende i giovani particolarmente vulnerabili alla di­sinformazione, spingendoli quindi a cercare strumenti per rico­noscerla e contrastarla, desiderio che riflette la necessità da parte loro di comprendere meglio le dinamiche dell’informazione nell’era digitale e di partecipa­re attivamente alla costruzio­ne di una società più informa­ta e resiliente ai pericoli della disinformazione. In questo contesto, si inserisce la strate­gia di Meta in Italia di “rimuovere, ridurre, informare” per contrastare la disinformazione, messa tuttavia in discussione dalle recenti posizioni espresse da Zuckerberg.

La collaborazione tra geni­tori, educatori e bambini può rappresentare una strategia efficace per migliorare la sicu­rezza e la privacy online dei minori. In particolare, dallo studio emerge chiaramente il fondamentale ruolo dei geni­tori nella crescita e nella forma­zione dei giovani nell’era digitale e la ne­cessità di fornire un’educazio­ne digitale a tutte le famiglie affinché possano supportare i propri figli in modo consape­vole e competente.

Come evidenziato dall’indagine, i ragazzi e le ragazze dichia­rano infatti che se fossero vittima di violenza sessuale online, lo se­gnalerebbero soprattutto ai ge­nitori (76%), solo il 40% alle for­ze dell’ordine (40%) e il 14% agli amici. In caso di contenuti online po­tenzialmente dannosi o ille­citi riguardanti altri minori o di episodi di cyberbullismo contro altri, la quasi totalità dei ragazzi segnalerebbe il fatto (98%-99%) e più del 70% anche in questo caso ai genitori. Evidente in questo senso la necessità di una valida educazione digitale per tutte le famiglie per poter supportare consapevolmente i più giovani all’interno della rete.

Il dibattito sull’introduzione di sistemi di verifica dell’età per i social media continua a suscitare opinioni contra­stanti tra giovani, genitori ed esperti e la questione diventa sem­pre più rilevante, soprattutto alla luce dell’aumento dell’ac­cesso precoce dei minori alle piattaforme digitali. Dallo studio presentato da Telefono Az­zurro e BVA Doxa emer­ge che il 44% dei ragazzi ri­tiene l’age verification uno strumento utile per proteggere i minori, il 33% la ritiene fasti­diosa ma necessaria e solo il 15% la ritiene inutile. Il 76% ritiene che dovrebbe essere obbligatoria su tutte le piat­taforme che offrono conte­nuti potenzialmente inappro­priati per i minori e il 37% indica come “età giusta” fino alla quale è necessaria la verifica dell’età 16 anni.

La consapevolezza dell’im­portanza dell’age verification è comunque più alta tra i ge­nitori, dove la percentuale di chi ritiene la verifica dell’età una pratica utile e necessaria sale al 71%. I giovani hanno una per­cezione ambivalente dell’IA, molti ne riconoscono l’utilità per migliorare l’efficienza personale e facilita­re attività quotidiane, tuttavia, emergono anche preoccupazioni etiche e so­ciali. Anche in merito all’AI una delle preoccupazioni principali dei ragazzi (40%) è legata alle fake news, ovvero al timore di non riuscire a capire quali siano le informazioni affidabili e quali no. L’IA sta modificando pro­fondamente anche lo scenario del cyberbullismo e dello sfruttamento sessuale online, introducendo nuovi rischi legati alla gene­razione e alla diffusione di contenuti di abuso e violen­za.

I deepfake, in particolare, costituiscono una delle minacce più preoccupan­ti legate all’IA nel contesto di CSAM (Child Sexual Abuse Material) e CSEM (Child Sexual Exploi­tation Material). I giovani affermano infatti che un deepfake che li ritrae causerebbe in loro forti disagi emotivi: il 40% teme, ad esempio, che tali contenuti possano distruggere le loro relazioni sociali e la loro reputazione. Telefono Azzurro nasce nel 1987, a Bologna, per poter dare ascolto alle richieste di aiuto dei bambini in pericolo o in difficoltà. Una risposta concreta al “diritto all’ascolto” riconosciuto al bambino dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia firmata dalle Nazioni Unite. Oggi Telefono Azzurro è linee di ascolto e di intervento, telefoniche e online (mobile, web, chat, app, social network), interventi di emergenza in caso di calamità e disastri, progetti per i bambini figli di detenuti, progetti sul territorio e prevenzione tramite educazione e sensibilizzazione nelle scuole, verso gli adulti e verso chi decide. Telefono Azzurro promuove un rispetto totale dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Con le sue attività ogni giorno sostiene le loro potenzialità di crescita e li tutela da abusi e violenze che possono pregiudicarne il benessere e il percorso di crescita. 

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