• Gio. Gen 30th, 2025

Simbolo e rappresentazione della ‘resistenza del corpo’ che ostacola la perdita di peso. È stata installata a Roma, nella rinnovata Piazza dei Cinquecento, ‘The Impossible Gym‘, una ‘palestra impossibile’ per raccontare le difficoltà che le persone con obesità vivono ogni giorno e soprattutto per scardinare lo stigma.

L’iniziativa è stata promossa da Lilly e rientra nella campagna ‘Perdere peso non dipende solo da te. Il tuo corpo può fare resistenza‘, realizzata con il patrocinio dell’associazione pazienti Amici Obesi Onlus. L’installazione, aperta fino al 4 febbraio, rappresenta visivamente le sfide quotidiane affrontate da chi vive con l’obesità. All’interno, attrezzi da palestra resi inutilizzabili da elastici gialli simboleggiano la ‘resistenza’ del corpo al calo ponderale, un fenomeno biologico che rende particolarmente difficile perdere peso e mantenerlo nel tempo. 

“Un’esperienza immersiva- hanno spiegato gli organizzatori- che raffigura gli ostacoli fisici, biologici e psicologici con i quali devono convivere ogni giorno le persone con obesità”. Da oggi e per tutta la settimana, nell’area aperta al pubblico, saranno presenti dietisti per rispondere alle domande dei visitatori, che potranno calcolare il proprio Indice di Massa Corporea (BMI) utilizzando una bilancia dedicata.


All’interno dell’installazione anche un fitto calendario di incontri informativi con medici specialisti per approfondire le tematiche legate alla gestione della patologia. “La campagna- hanno fatto sapere- ha l‘obiettivo di far conoscere l’obesità come patologia cronica, multifattoriale e recidivante, influenzata da meccanismi genetici, endocrini, ambientali e psicologici, che va ben oltre il semplice ‘mangiare meno e muoversi di più’. Eppure, lo stigma sociale e la colpevolizzazione dei pazienti continuano a essere tra i principali ostacoli per chi convive con questa patologia”. 

Testimonial dell’iniziativa la cantante Noemi, presente alla conferenza stampa e all’inaugurazione di ‘The Impossible Gym’: “Credo profondamente nella necessità di un cambiamento culturale sul tema del peso e, quindi, dell’obesità. Il corpo di una persona- ha detto- è costantemente sotto gli occhi di tutti e il giudizio e pregiudizio purtroppo spesso accompagnano il pensiero e le parole delle persone. Ogni persona ha una storia diversa, che a volte racconta anche di una patologia difficile da comprendere. La corretta informazione e il superamento di pregiudizi possono cambiare le cose e creare una società più empatica e consapevole, in cui ogni persona possa sentirsi compresa e supportata nel proprio percorso. La salute deve rimanere l’aspetto più importante: riconoscere l’obesità come una patologia e il proprio corpo come qualcosa di cui prendersi cura è fondamentale”.

Oggi in Italia un adulto su due è in sovrappeso (circa 23 milioni) o affetto da obesità (circa 6 milioni, il 12% della popolazione). Si assiste ad una impennata dei numeri dell’obesità, in crescita a livello globale, con un lentissimo assestamento sotto osservazione nei Paesi Occidentali, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla da tempo di ‘Globesità’. 

Una recente indagine Ipsos condotta tra cittadini e istituzioni, intanto, rivela che meno della metà degli italiani riconosce l’obesità come patologia cronica e fattore di rischio di altre patologie, mentre per più della metà l’obesità è il risultato di cattive abitudini e solo un fattore di rischio per altre patologie. Un quadro, questo, che “favorisce lo stigma e rende urgente un cambio di prospettiva e politiche più coraggiose”. Allarmante, inoltre, l’impatto sulla qualità della vita e sui costi sociali e sanitari, al punto che le “principali agenzie di salute pubblica considerano l’obesità come una delle principali sfide per i sistemi sanitari mondiali, paragonabile ai tumori e alle malattie cardiovascolari. Perdere peso è la cosa più difficile per chi soffre di obesità e non è una questione di forza di volontà- hanno concluso gli esperti- ma di come funziona il nostro corpo”.

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