Cresce la nuova variante Xec del coronavirus di Covid, che secondo gli esperti ha tutti i numeri per diventare dominante nel mondo. Ma come riconoscerla?
I nuovi mutanti di Sars-CoV-2, con Xec che “sarà la variante dell’inverno”, senza test sono “non differenziabili dalle altre malattie respiratorie”, causando infezioni con “sintomi molto variegati da un soggetto all’altro”.
Una gamma di manifestazioni che, spiega all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, se a un estremo ha le “tante forme asintomatiche o lievi che poi mantengono la continuità del contagio”, all’estremo opposto vede “un quadro che simula l’influenza vera e propria: febbre, dolori muscolari e articolari oltre a tosse, mal di gola e naso chiuso, e si stanno evidenziando ancora la perdita del gusto e dell’olfatto. Forme insomma che possono essere pesanti, anche nei giovani”, sottolinea il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’università Statale di Milano.
IPoi c’è un aspetto particolare: la perdita di appetito, che può essere accompagnata da diarrea e malessere generale. Il Covid in Italia cresce e crescerà. Il virologo si dice ancora una volta “convinto che il dato numerico riferito” nei bollettini ufficiali “al numero dei casi sia assolutamente sottostimato, perché ormai nessuno più si fa il test o, se lo fa, se lo autosomministra e non registra il risultato, quindi il dato reale dei contagi manca totalmente. I dati oggettivi sono quelli ‘duri’, dei ricoveri e della mortalità che è numericamente elevata: oltre 100 decessi registrati a settimana”, ricorda: 117 dal 10 al 16 ottobre, in aumento rispetto ai 100 del 3-9 ottobre.
“Ribadisco il mio mantra: dovremo continuare a convivere con le onde di salita e discesa” delle infezioni da Sars-CoV-2 e “in questo momento siamo in una fase di salita che proseguirà ulteriormente”, avverte il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’università Statale di Milano. “Sappiamo che ogni 4-6 mesi arrivano nuove varianti di Covid, tendenzialmente più immunoevasive. Varianti non più ‘cattive'”, ma che ‘sorprendono’ le nostre difese, l’immunità ibrida conferita da vaccini e infezioni, e “quantitativamente incidono sulla parte visibile di un iceberg sommerso” qual è quello dei contagi.
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