Gli oppioidi sintetici, come il fentanyl, i suoi analoghi e i nitazeni, rappresentano una grave e una crescente emergenza sanitaria pubblica, che provoca centinaia di migliaia di morti e ha un impatto devastante sulle nostre comunità ed economie.
È quanto scritto nella dichiarazione congiunta adottata, su iniziativa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dai capi di Stato e di governo del G7 nell’anno della presidenza italiana. Un documento che rimarca l’impegno dei leader di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America a stroncare la minaccia rappresentata dalla diffusione delle droghe sintetiche.
Tramite la dichiarazione, i leader G7 hanno chiesto ai ministri competenti di lavorare per rafforzare la cooperazione internazionale nel contrasto alla diffusione del fentanyl e il tema, difatti, è stato affrontato anche nella riunione Interno, che si è svolta dal 2 al 4 ottobre a Mirabella Eclano, in provincia di Avellino. Un meeting durante il quale i ministri, “accogliendo con favore” la dichiarazione dei leader del G7 riuniti a Borgo Egnazia, in Puglia, hanno inteso “riaffermare l’impegno congiunto nel contrastare produzione, distribuzione e vendita di droghe sintetiche illecite”, sostenendo “risposte pubbliche” orientate a ridurre il consumo di droga.
Il fentanyl, la cosiddetta droga degli zombie, è un oppioide sintetico fino a 100 volte più potente della morfina e 30-50 volte più potente dell’eroina. Si tratta di un farmaco tipicamente utilizzato per trattare il dolore in forma grave, ma può essere prodotto clandestinamente e distribuito attraverso i mercati illegali. Anche piccole dosi di questa sostanza possono risultare letali.
Gli Stati Uniti rappresentano oggi il mercato primario per numerose organizzazioni di narcotrafficanti transnazionali, in particolare il cartello di Sinaloa, impegnate a rifornire il Paese di oppioidi, droghe che nel 2022 hanno provocato oltre 70mila morti. Numeri che hanno indotto gli Usa a lanciare una “Coalizione globale” per affrontare questa minaccia, con un summit dei leader che si è tenuto lo scorso 24 settembre.
Nell’occasione, la premier ha annunciato la volontà dell’Italia di mettere a disposizione la propria esperienza per elaborare un Piano d’azione congiunto sui meccanismi di allerta precoce sul traffico e il consumo delle droghe sintetiche, fentanyl incluso.
“Prevenire e fare rete – l’indirizzo di Meloni -, questa è la formula vincente, dentro e fuori i confini nazionali”.
Non è un caso, quindi, che l’orientamento a condividere strategie di contrasto alla diffusione delle droghe sintetiche sia stato al centro del meeting dei ministri dell’Interno del G7, a cui ha preso parte anche un rappresentante dell’Unodc, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine.
“Il fentanyl – ha detto il ministro italiano Matteo Piantedosi – è un flagello che sta mietendo centinaia di migliaia di vittime.
Al G7 abbiamo compiuto un primo atto, oggi c’è una consapevole presa di coscienza e una predisposizione delle strategie di contrasto”.
I ministri, esprimendo la “più profonda preoccupazione” per la crescente minaccia rappresentata dalla diffusione di queste sostanze, tramite la dichiarazione congiunta conclusiva del meeting, hanno inteso “rafforzare lo scambio sistematico di informazioni”, incluso quello con le forze dell’ordine, circa i dati “sulle droghe emergenti sul mercato” ma anche circa “i metodi di produzione e reti criminali coinvolte”, concordando sulla necessità di “rafforzare ed espandere i sistemi di allarme rapido”, come l’Early Warning Advisory dell’Unodc. La cooperazione è estesa ai Paesi di origine e transito delle sostanze: “Seguiremo il denaro – si legge – lavorando con i Paesi verso cui sono diretti i proventi illeciti del traffico di stupefacenti”. Incluso nel comunicato conclusivo anche un invito a tutte le Nazioni a controllare e perseguire le aziende chimiche che forniscono alle organizzazioni criminali sostanze che possono essere utilizzate per produrre droghe.
“Affrontare il problema delle droghe illecite richiede un approccio globale e una risposta coordinata da parte di molti attori della catena di fornitura”, è scritto ancora nella dichiarazione, che rimarca quanto evidenziato da Piantedosi: “Stiamo approntando una strategia multilivello che si basa sulla sinergia tra il governo, le forze di polizia, le istituzioni sanitarie e il modo scientifico”, ha assicurato il titolare del Viminale. Convinto che quella alla diffusione degli oppioidi sintetici sia “una sfida che ci vede tutti impegnati con il massimo degli sforzi”.