Una donna su sette in età riproduttiva soffre di sindrome dell’ovaio policistico (Pcos), eppure come affermato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il 70% delle donne in tutto il mondo non sa di soffrire di questa sindrome.
Si sta concludendo il mese di Consapevolezza sulla Sindrome dell’Ovaio Policistico, dedicato alla sensibilizzazione su e conoscenza di una malattia che continua a colpire fino al 18% delle donne in età fertile.Secondo diversi studi, circa il 40% delle donne affette da Pcos soffre di depressione o ansia a causa dei sintomi che la sindrome porta: irsutismo, acne, obesità, stanchezza e disturbi del sonno ed in particolare infertilità. La società scientifica internazionale Egoi-Pcos, presieduta dal Professor riproduttiva Vittorio Unfer, Docente, ginecologo e ricercatore sta concentrando i propri sforzi su un aspetto cruciale di questa sindrome per ridefinire la Pcos come una Sindrome Endocrina Metabolica, differenziandola dalla caratteristica ovarica Multi follicolare che si manifesta spesso nelle adolescenti e di solito evolve fisiologicamente con l’età.
Questa nuova classificazione che rappresenta un superamento della mai obsoleta classificazione (Eshre) per il professor Unfer deve porre le basi per sviluppare un percorso terapeutico personalizzato per le pazienti, che comprenda modifiche nello stile di vita e nelle abitudini alimentari, e favorisca la scelta di terapie adeguate, siano esse farmacologiche o non farmacologiche. Un punto di attenzione per il professor Unfer è l’uso della pillola contraccettiva, trattamento ritenuto erroneamente come gold standard della patologia ma che, parlando di Sindrome Endocrina Metabolica, può causare effetti indesiderati significativi come alterazione del peso corporeo e disturbi cardiovascolari, a cui queste pazienti sono già predisposte. Inoltre, considerando che l’insulino-resistenza è spesso alla base della Pcos, l’uso di insulino- sensibilizzanti, come il myo-inositolo, è considerato particolarmente utile. Concludendo, è fondamentale che la consapevolezza sulla Sindrome dell’Ovaio Policistico compia un ulteriore passo avanti. I medici sono chiamati a guidare la lotta contro questa patologia con un approccio multidisciplinare ed innovativo.