• Ven. Set 20th, 2024

DIABETE IN ETA’ PEDIATRICA, QUADRUPLO DEI CASI IN SARDEGNA

Sono 130 ogni anno i nuovi casi di minori sardi ai quali viene diagnosticato il diabete di “tipo 1”- 1.400 attualmente in cura, con un’età compresa tra 0 e 18 anni- e un’incidenza ogni 100.000 bambini che non ha eguali.

La Sardegna registra infatti 74 nuovi casi ogni 100.000 bambini, a fronte di una media nazionale che si aggira tra i 15 e 20 casi l’anno. Eppure l’isola non ha ancora la rete diabetologia pediatrica né un centro di riferimento regionale, e docenti, personale scolastico e delle società sportive non sono adeguatamente formati per rendere il più inclusivo possibile il percorso dei giovani pazienti e per supportare le famiglie, che spesso si sentono abbandonate.

Sono alcuni degli elementi resi noti dal presidente della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica, Carlo Ripoli, durante il tavolo tecnico-istituzionale sul tema dell’inclusione scolastica e sportiva delle persone di minore età che hanno il diabete, convocato oggi in Consiglio regionale dalla Garante sarda per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Puligheddu.
Dall’incontro è emersa la necessità di ripartire da tre punti fondamentali: la formazione del personale scolastico, degli allenatori e dei dirigenti sportivi, un adeguato e continuo supporto psicologico ai piccoli pazienti e alle loro famiglie, e rendere fruibile come farmaco non a pagamento il glucagone spray nasale, che, salvo casi di gravità eccezionale, oggi costa circa 85 euro ed è un salvavita.

“Ho voluto convocare questo tavolo per fare incontrare tutti i soggetti che si occupano dei bambini diabetici affinché siano tutelati i diritti dei minori- spiega Puligheddu-. É responsabilità di tutti noi convergere verso l’obiettivo comune di includere il bambino nella scuola e nello sport”. Per la Garante “ci sono le condizioni per portare una proposta concreta all’attenzione delle commissioni Istruzione e Salute del Consiglio regionale, per dare risposte celeri ed efficaci ai giovani pazienti, che hanno diritto di vivere una vita normale con i loro coetanei all’interno della scuola e nell’ambito sportivo”.

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