• Lun. Set 16th, 2024

Sono stati pubblicati nel Journal of Cardiac Failure i risultati di un’analisi di sopravvivenza real-world dello studio Thaos (Transthyretin Amyloidosis Outcomes Survey) su pazienti con amiloidosi cardiaca da transtiretina (Attr-Cm) trattati o non trattati con tafamidis.

L’analisi ha valutato un totale di 1.441 pazienti con Attr-Cm provenienti da 18 paesi arruolati tra il 2007 e il 2023. Nei pazienti che hanno ricevuto la dose approvata di tafamidis (n=455) – Vyndaqel 80 mg o Vyndaqel 61 mg – durante lo studio, i risultati hanno mostrato: nei pazienti trattati con tafamidis, i tassi di sopravvivenza erano dell’ 83,1% (IC 95%: 78,4- 87,0) al mese 30 e dell’81,1% (IC 95%: 75,7-85,4) al mese 42, mentre erano del 70% (IC 95%: 66,4-73,2) e del 59,3% (IC 95%: 55,2-63,0) rispettivamente, nei pazienti mai trattati con il farmaco. I tassi di sopravvivenza erano più elevati in una coorte contemporanea, come evidenziato da un’analisi di sensibilità condotta su pazienti arruolati dopo il 2019 rispetto a quelli precedenti al 2019. Nessun nuovo segnale di sicurezza è stato identificato nella coorte trattata con tafamidis.

“È incoraggiante osservare tassi di sopravvivenza migliorati tra i pazienti nel contesto della pratica clinica, che suggeriscono come una diagnosi e un trattamento precoci con tafamidis possano essere associati a risultati migliori per i pazienti”, ha dichiarato il dottor Pablo Garcia-Pavia, Hospital Universitario Puerta de Hierro Majadahonda, Cnic and Cibercv, Madrid, Spagna, e autore principale dell’analisi di sopravvivenza del Thaos Attr-Cm.

“I risultati di real-world provenienti da questo importante registro ci aiutano a ottenere ulteriori informazioni sul decorso naturale dell’Attrcm, compreso l’impatto dell’intervento terapeutico, che è particolarmente prezioso per prendere decisioni consapevoli nella cura di questi pazienti”.  I risultati hanno mostrato tassi di sopravvivenza numericamente più elevati rispetto allo studio di fase 3 Attr-Act (Transthyretin Amyloid Cardiomyopathy Clinical Trial) e al suo studio di estensione a lungo termine (Lte), confermando ulteriormente l’efficacia e la sicurezza di tafamidis per i pazienti con Attr-Cm. Attr-Act e il suo studio Lte avevano precedentemente dimostrato che tafamidis migliorava la sopravvivenza e riduceva il rischio di ospedalizzazione da cause cardiovascolari rispetto al placebo nei pazienti con Attr-Cm. Le evidenze di real-world integrano gli studi controllati randomizzati fornendo importanti informazioni da contesti clinici più diversificati e popolazioni di pazienti eterogenee.

“L’amiloidosi cardiaca da transtiretina è una condizione che limita la vita e rappresenta una causa sottostimata di scompenso cardiaco”, ha dichiarato Barbara Capaccetti, direttore medico di Pfizer in Italia. “I risultati dello studio Thaos confermano l’importanza di una diagnosi precoce e di un intervento terapeutico appropriato, motivo per cui continuiamo a concentrarci sulla formazione e sulla sensibilizzazione di quella che rimane una patologia sottodiagnosticata”. Le analisi di real-world valutano il farmaco nella pratica clinica e possono solo misurare l’associazione e non la causalità. Queste analisi hanno il potenziale di integrare i dati degli studi clinici che convalidano l’efficacia e la sicurezza dei trattamenti condotti tramite studi controllati randomizzati.

Il completamento del registro Thaos rappresenta una pietra miliare per il programma di tafamidis, che si aggiunge a oltre un decennio di ricerca. Thaos (NCT00628745) è, ad oggi, il registro di amiloidosi Attr più ampio e più lungo, con un totale di 6.718 partecipanti (inclusi Attr-Cm e polineuropatia amiloide da transtiretina [Attr-Pn]) che erano naïve al trattamento o che ricevevano tafamidis, nonché partecipanti asintomatici con varianti patogene di TTR, in 33 paesi per un periodo di 16 anni dal 2007 al 2023.

L’amiloidosi cardiaca da transtiretina (ATTR-CM) è una causa sottostimata e sottovalutata di scompenso cardiaco. Si tratta di una malattia rara, progressiva e potenzialmente letale causata da proteine instabili di transtiretina che si ripiegano in modo errato e si aggregano in fibrille amiloidi che possono accumularsi nel cuore e in altre parti del corpo.

L’accumulo di amiloide di transtiretina nel cuore provoca un irrigidimento del muscolo cardiaco nel tempo, portando infine a scompenso cardiaco. L’Attr-Cm è una malattia in cui i sintomi possono manifestarsi in diversi sistemi del corpo, inclusi, ma non limitati a, quelli cardiaci, muscoloscheletrici, neurologici, gastrointestinali e renali. I sintomi possono essere difficili da riconoscere poiché possono imitare cause più comuni di scompenso cardiaco.

I “red flag” dell’Attr-Cm possono includere battito cardiaco irregolare, dispnea, affaticamento, debolezza muscolare, sindrome del tunnel carpale, formicolio o intorpidimento alle gambe o ai piedi, o gonfiore alle gambe. La maggior parte dei pazienti con Attr-Cm non riceve una diagnosi tempestiva, con un tempo medio di diagnosi di circa sei anni e molti pazienti consultano più di cinque medici prima di ricevere una diagnosi corretta.

Il Transthyretin Amyloidosis Outcomes Survey (THAOS, B3461001) è stato uno studio globale, longitudinale, osservazionale di fase 4 su pazienti con amiloidosi Attr, aperto a partecipanti con varianti genetiche ereditarie del gene Ttr e malattia wild-type con polineuropatia Attr o amiloidosi cardiaca Attr. In totale lo studio ha arruolato 6.718 partecipanti provenienti da 33 paesi per un periodo di 16 anni, dal 2007 al 2023. Lo studio era aperto a pazienti naïve al trattamento o che ricevevano tafamidis. L’obiettivo principale di questo studio era caratterizzare la storia naturale della malattia. Nel 2011, Thaos è stato designato come studio di sicurezza post-autorizzazione (Pass) in accordo con l’Agenzia Europea dei Medicinali.

In questa analisi del Thaos pubblicata nel Journal of Cardiac Failure, tra i pazienti nel braccio di studio trattato con tafamidis, il 77,5% ha ricevuto tafamidis meglumine 80 mg o equivalente in acido libero 61 mg per l’intera durata dello studio. I restanti pazienti hanno ricevuto tafamidis meglumine 20 mg per l’intera durata dello studio: l’8,9% ha inizialmente ricevuto tafamidis meglumine 20 mg e successivamente è passato a tafamidis meglumine 80 mg/acido libero 61 mg (12,4%) o ha ricevuto un’altra dose (1,2%). 

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