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Greco (S.I.d.R.): “Caldo eccessivo influenza apparato riproduttivo e abbassa possibilita’ gravidanza”

“Il caldo eccessivo può influenzare l’apparato riproduttivo di uomini e donne, abbassando la possibilità di avere una gravidanza. La temperatura ideale per la vita degli spermatozoi, infatti, è 34 gradi e mezzo e in estate questo equilibrio si altera. 

Un aumento, anche di solo un decimo di grado all’interno dei testicoli determina una modifica del liquido seminale. La temperatura intratesticolare elevata può avere effetti negativi sulla formazione di spermatozoi e lo stress termico può indurre alterazioni nella qualità del seme inducendo modifiche sia nella concentrazione sia nella velocità degli spermatozoi, fattori strettamente connessi alla capacità riproduttiva. Inoltre, studi scientifici, hanno dimostrato un incremento della frammentazione del DNA a causa del calore e frammentazione vuol dire che gli spermatozoi non sono più adatti”. Lo spiega, in un’intervista a Il Giornale, Ermanno Greco, direttore del Centro di Medicina della Riproduzione di Villa Mafalda a Roma e Presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.).

L’esperto osserva che “gli studi si sono concentrati soprattutto sugli uomini, ma ci sono effetti anche sugli ovuli femminili. Le ovaie devono essere a 2 gradi meno delle altre zone periferiche, altrimenti se ne compromette la funzionalità. Ci sono però pochi studi di fisiopatologia sulle donne e ci si basa sugli esiti delle analisi sui bovini”.

«La causa principale della diminuzione dei gameti sono le polveri sottili – precisa Greco – e il caldo fa aumentare l’inquinamento. Poi ci sono altri motivi, tra questi anche l’età. I media ci abituano a notizie di attrici e vip che diventano mamme a 50 anni. Oggi le coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita sono aumentate del 30% e molti scelgono di congelare gli ovociti. Molte donne non ci pensano, ma con l’età aumenta il numero degli ovociti non sani. Tanto che, nelle donne over 35 prima di un impianto verifichiamo la salute dell’embrione per testarne la qualità”.

I cambiamenti climatici, inoltre, agevolano anche i parti prematuri, perché “il caldo – conclude Greco – aumenta la produzione di sostanze come l’ossitocina e alcune proteine infiammatorie, che nelle donne incinte aumentano le contrazioni nell’utero”.

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