Strutture fatiscenti, carenza di personale, liste d’attesa infinite, reparti bloccati, sanità territoriale in affanno, difficoltà di comunicazione. È uno scenario drammatico quello illustrato dagli operatori della sanità sarda alla commissione Salute del Consiglio regionale, guidata dalla dem Carla Fundoni.
Il parlamentino ha sentito in audizione i rappresentanti sindacali di medici e infermieri (Cimo, Anaao, Aaroi, Uil-Fpl, Fp Cgil, Cisl Fp, Nursing Up) e i presidenti degli ordini professionali degli infermieri. Il sistema, l’allarme dalle parti sociali, “fa acqua da tutte le parti e senza adeguati correttivi rischia di affondare definitivamente”. Il problema più urgente rimane quello delle lunghissime liste d’attesa che, nonostante le ingenti risorse stanziate dalla Regione negli ultimi anni, non si riesce ad abbattere. Questione, secondo i sindacati, legata alla carenza di personale medico e infermieristico che in alcuni settori (ortopedia, pediatria, chirurgia) è ridotto all’osso.
Lunghissimo l’elenco delle doglianze: dall’assenza della chirurgia pediatrica a Sassari alle fortissime criticità del reparto di ortopedia a Nuoro (ormai chiuso) per non parlare della situazione della medicina di base che a fine 2024 vedrà 120.000 pazienti in Sardegna senza assistenza primaria. Un capitolo a parte merita la situazione dei pronto soccorso che scontano il cattivo funzionamento della sanità di prossimità . Nei territori mancano specialisti e strutture in grado di fare da filtro per ridurre gli accessi ai punti di pronto intervento delle grandi città . E così, medici e infermieri dei pronto soccorso, sono costretti a turni massacranti.
Situazione particolarmente critica all’Arnas Brotzu di Cagliari dove i sindacati degli infermieri, oltre ai buchi in organico, denunciano la mancanza di operatori di supporto nei turni di notte. Una situazione di disagio che, a fine luglio, sfocerà in altre due giornate di sciopero, dopo quelle dei mesi scorsi. Secondo gli ordini professionali, in Sardegna mancherebbero all’appello circa 700 infermieri. Da qui la richiesta alla commissione di un incremento dei posti disponibili nei corsi universitari e la stabilizzazione dei precari di lungo corso. “Per invertire la rotta e dare una marcia in più alla sanità - l’appello degli ordini professionali- ciò che serve è una regia regionale che metta a punto una programmazione unitaria in grado di offrire servizi di qualità ai pazienti e serenità agli operatori sanitari”.
Non tutto però è da buttare: i sindacati hanno espresso un giudizio positivo sul sistema di emergenza urgenza, “l’unico in grado di dare risposte al cittadino, pur operando tra mille difficoltà ”. La presidente della commissione, dopo aver ringraziato i rappresentanti dei sindacati e degli ordini professionali per le informazioni e i suggerimenti dati, ha assicurato il massimo impegno da parte del Consiglio: “Questo è solo il primo di una serie di incontri programmati- ha assicurato Fundoni-. Servono incentivi motivazionali per chi opera nei presidi sanitari. E’ nostra intenzione valorizzare i giovani e non farli scappare dalla Sardegna. Agiremo di concerto con la giunta per cercare di trovare soluzioni. La sanità ha bisogno di fatti: occorre agire subito e bene”.