Tutelare i ricercatori, fin dalle prime fasi del loro lavoro, e consentire la loro libera circolazione tra i Paesi. E’ uno dei punti toccati dalla ministra della Ricerca, Anna Maria Bernini, a Bologna al tavolo del G7 scienza e tecnologia con i rappresentanti dei governi degli altri Paesi.
“Stiamo parlando di ciò che è nella vita di tutti noi- spiega Bernini, incontrando la stampa dopo l’avvio dei lavori del summit- cioè un progresso della scienza che migliori la vita di tutti noi, che renda i nostri trasporti più sostenibili, che renda i nostri mari e i nostri oceani più puliti”. In particolare, riferisce la ministra, “abbiamo parlato della sicurezza della ricerca per valorizzare il lavoro dei nostri ricercatori, che devono essere tutelati fin dall’inizio. Abbiamo usato una parola: interoperabilità. Cioè i nostri ricercatori devono circolare come devono circolare i dati scientifici tra i nostri Paesi”.
Con gli altri ministri, aggiunge poi Bernini, “ci siamo trovati tutti d’accordo sul fatto che la scienza stia evolvendo molto velocemente e che dobbiamo seguire questa evoluzione tenendo sempre la persona al centro del sistema. Quindi la scienza a servizio della persona, e non viceversa”. In poche parole “tutto ruota intorno alla persona”, scandisce la ministra. Anche l’intelligenza artificiale, sostiene Bernini, “deve essere utilizzata per fare in modo che il progresso abbia un’evoluzione sempre più legata alla qualità”, ad esempio della medicina e della ricerca, anche “a fronte di eventi come il Covid”.
E’ in programma per questo “una dimostrazione quantistica- spiega la ministra- usiamo un computer quantistico per spiegare come una molecola per fare una medicina possa avere un’accelerazione attraverso il quantum”. In altre parole, afferma Bernini, “si possono curare le malattie attraverso i computer quantistici, con una velocizzazione straordinaria”.