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Cure dentarie: Consiglio di Stato contrario all’ assicurazione obbligatoria in Svizzera

Presentata nel 2015 e corredata di poco meno di 8’300 firme valide, l’iniziativa popolare “per il rimborso delle cure dentarie” chiede l’istituzione di un’assicurazione cantonale obbligatoria per le cure dentarie di base finanziata tramite un contributo aggiuntivo a carico dei lavoratori e dei datori di lavoro nonché un contributo da parte del Cantone.

Un’iniziativa analoga è stata presentata sostanzialmente in parallelo in alcuni Cantoni romandi, tra l’altro dopo il rifiuto del Parlamento federale di estendere alle cure dentarie il catalogo delle prestazioni coperte dall’assicurazione malattia. In tutti i Cantoni in cui è stata nel frattempo sottoposta al voto popolare, ovvero Vaud, Ginevra e Neuchâtel, l’iniziativa è stata respinta alle urne.  

Nella presa di posizione licenziata in data odierna, il Governo rileva che in termini di profilassi e cura della salute dentale, il sistema vigente in Svizzera, fondato sulla responsabilità individuale del paziente, la prevenzione e la libera scelta del medico dentista e del trattamento, è un modello di successo e si dimostra efficace anche nel confronto internazionale. La diffusione di misure collettive di fluorizzazione e l’introduzione di programmi di profilassi attraverso i servizi dentari scolastici, esteso nelle prestazioni e ben apprezzato anche in Ticino, hanno permesso di raggiungere, negli ultimi decenni, significativi miglioramenti nella riduzione della carie così come di altre malattie dentali.

I costi della presa a carico odontoiatrica sono inoltre sostanzialmente stabili, al contrario delle spese sanitarie complessive, e soprattutto di quelle assunte dall’assicurazione malattia obbligatoria. Le categorie di popolazione economicamente più fragili beneficiano peraltro in ogni caso già del rimborso delle cure dentarie e solo una parte esigua di popolazione dichiara di rinunciare alle stesse per motivi finanziari.

L’assicurazione obbligatoria per le cure dentarie “di base” avrebbe un costo difficilmente valutabile in assenza di un catalogo definito delle prestazioni garantite, ma che potrebbe raggiungere, in Ticino, fino a 150 milioni di franchi. Questa spesa graverebbe su datori di lavoro e lavoratori e sulle finanze del Cantone in misura palesemente insostenibile, tanto più, per quest’ultimo, nell’attuale contesto finanziario, contraddistinto dall’esigenza di attuare un rigoroso piano di risanamento.

Un sistema assicurativo obbligatorio richiederebbe pure l’istituzione di un importante apparato amministrativo a garanzia del corretto impiego delle risorse gestite, con la definizione delle prestazioni assunte e delle relative tariffe nonché la verifica della congruità delle prestazioni erogate e della fatturazione emessa.

Il Governo ricorda altresì che qualche anno fa aveva individuato i presupposti finanziari e politici per concretizzare misure mirate di profilassi dentaria a favore soprattutto di un’ampia parte della popolazione economicamente più fragile, i beneficiari dell’aiuto alla riduzione dei premi di cassa malati (RIPAM), senza peraltro oneri amministrativi particolarmente gravosi. Il compromesso proposto non era tuttavia stato accettato dai promotori dell’iniziativa. Era pertanto stato deciso di dedicare risorse di pari entità agli stessi beneficiari, ma senza vincoli di destinazione specifici (v. Messaggio n. 7726 del 16 ottobre 2019 sulla riforma sociale cantonale, approvato dal Gran Consiglio il 27 maggio 2020).

In conclusione il Consiglio di Stato non ritiene quindi opportuno né realistico sostenere l’introduzione di un’assicurazione obbligatoria per le spese di cure dentarie e valuta che non sussistano le premesse nemmeno per presentare un controprogetto indiretto all’iniziativa popolare. Invita pertanto il Parlamento a respingere l’iniziativa.

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