• Gio. Nov 21st, 2024

Sono state pubblicate di recente le prime Linee guida europee per il trattamento dello pneumotorace spontaneo, una patologia caratterizzata dalla presenza di aria nello spazio pleurico, condizione che può causare il collasso del polmone.

Le linee guida sono state elaborate dalla European Respiratory Society insieme alle due principali società europee di chirurgia toracica (European Association for CardioThoracic Surgery e European Society of Thoracic Surgeons), che hanno riunito un team di 25 esperti internazionali coordinato, tra gli altri, anche dal professor Giuseppe Cardillo, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Toracica della Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini e docente presso l’Università UniCamillus di Roma. Il lavoro è stato pubblicato in contemporanea sulle riviste internazionali ‘European Respiratory Journal’ e ‘European Journal of CardioThoracic Surgery’.

“Le linee guida del pneumotorace spontaneo- ha fatto sapere il professor Cardillo alla Dire- definiscono i principi fondamentali del trattamento del pneumotorace spontaneo, una malattia benigna caratterizzata da un improvviso dolore al torace associato a difficoltà a respirare. In questi casi il polmone, che normalmente è bene espanso e ci permette di respirare normalmente, improvvisamente collassa, come se fosse una camera d’aria bucata: il paziente riferisce un violento dolore al torace associato all’impossibilità a completare il respiro. Ad essere colpiti da pneumotorace sono soprattutto i giovani maschi (con un’età compresa tra i 16 e i 25 anni), alti e magri, quasi sempre fumatori. Lo pneumotorace colpisce soggetti sani, anche sportivi, come accaduto ad aprile scorso al calciatore della Roma, Evan Ndicka, nel corso della partita contro l’Udinese, che proprio per un pneumotorace, a causa del forte dolore al torace e l’improvvisa difficoltà a respirare è caduto a terra”.

L’incidenza della patologia nei maschi è di circa 12-15 casi per 100.000 abitanti per anno, mentre nelle femmine è sensibilmente più bassa (2-4 casi per 100.000 abitanti per anno). Ma come viene trattato il pneumotorace? “Il trattamento all’esordio è in relazione all’entità dello pneumotorace: spesso è conservativo e si consiglia il riposo oppure il posizionamento di un drenaggio toracico, cioè si inserisce una specie di tubicino nel polmone che gli permette di riespandersi- ha risposto il professor Cardillo- tuttavia lo pneumotorace, dopo un primo episodio, in circa il 40-45% dei casi recidiva entro due anni (specialmente nei fumatori) e, di fronte ad un secondo episodio, è necessario un trattamento chirurgico mini-invasivo (in videotoracoscopia), che riduce il rischio di recidiva al 2-3%.

L’intervento è molto semplice: viene eseguito attraverso uno oppure due fori e prevede l’asportazione di una o più bolle (causa dello pneumotorace) e l’esecuzione di un talcaggio (insufflazione di talco purificato nella cavità del torace), che previene ulteriori recidive. Il trattamento è cucito addosso al paziente colpito. In linea di massima, l’intervento chirurgico attualmente è consigliato a chi ha una vita attiva, a chi deve viaggiare (penso al personale aereo) o fare sport”.

Le Linee guida europee per il trattamento dello pneumotorace, scritte secondo la moderna metodologia Grade (adottata da un numero sempre maggiore di organizzazioni internazionali e agenzie di sanità pubblica quale standard di riferimento per la valutazione della qualità delle prove e la produzione di raccomandazioni cliniche, e che pertanto saranno il punto di riferimento nazionale ed internazionale per questa patologia) pongono la loro attenzione proprio sull’alta incidenza di recidive dopo il primo episodio e suggeriscono, nei soggetti che sono fortemente motivati dalla necessità di evitare la recidiva, il trattamento chirurgico in videotoracoscopia anche al primo episodio.

“Al momento non abbiamo dati per consigliare a tutti i soggetti con pneumotorace spontaneo il trattamento chirurgico al primo episodio- ha spiegato ancora il professor Cardillo-per cui abbiamo identificato quei soggetti che al colloquio con il chirurgo esprimono la loro intenzione di voler evitare la recidiva. I prossimi anni ci diranno se sarà opportuno estendere a tutti i pazienti l’indicazione al trattamenti chirurgico al primo episodio di pneumotorace. In ogni caso, è importante identificare precocemente lo pneumotorace spontaneo, senza trascurare i sintomi. Infatti un trattamento tempestivo e corretto evita che una patologia benigna possa avere esiti a distanza- ha concluso- o possa impattare la qualità di vita dei giovani pazienti”.

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