• Dom. Set 8th, 2024

Roche ha annunciato risultati statisticamente e clinicamente significativi dello studio di Fase III STARGLO relativi alla combinazione glofitamab + gemcitabina e oxaliplatino (GemOx) rispetto alla combinazione rituximab e GemOX, nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivante o refrattario (R/R), con almeno una precedente linea terapeutica e non candidabili al trapianto di cellule staminali autologhe, o con due o più linee di terapia precedenti.1

I dati sono stati presentati in occasione del Press Briefing e della Plenary Abstracts Session durante il Congresso dell’Associazione Europea di Ematologia (European Hematology Association, EHA) 2024.1

“I risultati dello studio STARGLO dimostrano per la prima volta l’efficacia di un anticorpo bispecifico CD20xCD3 come glofitamab nel migliorare in modo significativo la sopravvivenza dei pazienti con DLBCL R/R non eleggibili al trapianto, un setting con elevato unmet clinical need e con opzioni terapeutiche limitate” ha dichiarato Enrico Derenzini, Direttore della Divisione di Oncoematologia dell’Istituto Europeo di Oncologia e Professore Associato di Ematologia presso l’Università degli Studi di Milano.

L’analisi primaria (al follow-up mediano di 11,3 mesi) ha confermato il raggiungimento dell’endpoint primario di sopravvivenza globale (OS) dello studio, dimostrando una sopravvivenza significativamente più lunga dei pazienti trattati con glofitamab e GemOX, nonché una riduzione del 41% del rischio di morte (hazard ratio [HR]=0,59, IC al 95%: 0,40-0,89, p=0,011) rispetto a rituximab e GemOx.1 La combinazione di glofitamab e GemOX non ha ancora raggiunto la OS mediana rispetto ai nove mesi di OS mediana della combinazione di rituximab-GemOX.1 

La combinazione di glofitamab-GemOX ha raggiunto anche gli endpoint secondari chiave dello studio STARGLO, con una riduzione del 63% del rischio di progressione o morte (sopravvivenza libera da progressione, PFS) rispetto alla combinazione con rituximab-GemOX (HR=0,37; IC al 95%: 0,25-0,55, p<0,0001).1 Al follow-up mediano di 20,7 mesi, l’analisi aggiornata dello studio STARGLO ha mostrato un beneficio continuativo in entrambi gli endpoint, sia il primario sia i secondari.1 

L’ overall survival mediana per i pazienti trattati con  glofitamab-GemOX è stata di 25,5 mesi, ovvero quasi il doppio rispetto a quella osservata per i pazienti persone trattati con rituximab e GemOx, pari a 12,9 mesi, In aggiunta più del doppio dei pazienti ha avuto una risposta completa (rispettivamente 58,5% per glofitamab-GemOX vs. 25,3% per rituximab-GemOX).1  La sicurezza della combinazione con glofitamab è stata coerente con i profili di sicurezza noti dei singoli farmaci. Uno degli AE segnalato più comunemente è stata la sindrome da rilascio di citochine (CRS), generalmente di basso grado (qualsiasi grado: 44,2%, Grado 3: 2,3%), verificatasi principalmente nel Ciclo 1.1

Glofitamab è il primo anticorpo bispecifico CD20xCD3 ad aver dimostrato un beneficio in termini di sopravvivenza globale nel DLBCL R/R, all’interno di uno studio randomizzato di Fase III. Questi risultati mostrano il potenziale di questa combinazione terapeutica sul miglioramento degli outcome di sopravvivenza nella prima recidiva di malattia e oltre.

A differenza di altre opzioni terapeutiche che necessitano lunghi tempi di preparazione e manipolazione cellulare prima di iniziare il trattamento, glofitamab rappresenta una soluzione pronta all’uso senza ritardi per i pazienti nell’avvio della terapia.Grazie alla durata fissa del trattamento con glofitamab, i pazienti con DLBCL R/R sapranno quando terminare la terapia e avranno periodi di tempo liberi dal trattamento.

Glofitamab è in fase di studio anche nell’ambito di altri linfomi aggressivi, e di recente ha ottenuto la Breakthrough Therapy Designation (designazione di terapia fortemente innovativa) dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per il trattamento di pazienti adulti con linfoma mantellare (MCL) recidivante o refrattario e almeno due terapie precedenti, sulla base dei risultati dello studio di Fase I/II NP30179.

Sono parallelamente emersi all’EHA importanti aggiornamenti per un setting ad elevato unmet clinical need come il linfoma follicolare recidivato refrattario dopo due linee di trattamento precedenti, dove mosunetuzumab ha già dimostrato beneficio clinico duraturo. 

In questa sottoanalisi è stata valutata l’efficacia e la sicurezza di mosunetuzumab in monoterapia in pazienti ad alto rischio con FL R/R pesantemente pretrattato dopo ≥ 3 anni di follow-up. I sottogruppi valutati per l’efficacia e la sicurezza includevano pazienti con una storia di progressione della malattia entro 24 mesi (POD24) dall’inizio della terapia di prima linea, pazienti trattati con mosunetuzumab nella terza (3L) vs quarta o successiva linea (4L+) e pazienti di età ≥65 anni. I tassi di CR nei pazienti con POD24 (60%) e pazienti di età ≥65 anni (67%) sono risultati coerenti con la popolazione generale dello studio (60%). I dati presentati suggeriscono inoltre migliori risultati in termini di DOCR e PFS di mosunetuzumab  nelle prime linee di trattamento (3L) rispetto a quelle successive (4L+).

Il profilo di sicurezza gestibile è risultato coerente in tutti i sottogruppi, compresi i pazienti di età ≥65 anni con la maggior parte delle infezioni che si è verificata precocemente. In aggiunta, il recupero delle cellule B e delle immunoglobuline è stato osservato dopo il completamento del trattamento.

“La necessità di identificare terapie efficaci, soprattutto in un setting di pazienti recidivati refrattari pluritrattati, con caratteristiche ad alto rischio, rimane una priorità. Grazie alla sottoanalisi dello studio GO29781 abbiamo oggi ancora più elementi che ci confortano nell’affermare che il  trattamento a durata fissa mosunetuzumab sia efficace anche nei sottogruppi più ad alto rischio come i pazienti anziani e POD24, con una durata di risposta migliorativa se somministrato in linee precoci di terapia” ha dichiarato Stefano Luminari, Professore Ordinario dell’Università di Modena e Reggio Emilia. 

References
[1] Abramson J, et al. Glofitamab plus Gemcitabine and Oxaliplatin (Glofit-GemOx) for Relapsed/Refractory (R/R) Diffuse Large B-Cell Lymphoma (DLBCL): Results of a Global Randomized Phase III trial (STARGLO).  Presented at: EHA Hybrid Congress; 2024 Jun 3-16. Abstract #LB3438.

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