Il team di ricercatori dell’Università di Tokyo, in Giappone, ha annunciato di aver messo a punto con successo un nuovo metodo in grado di prevedere l’insorgenza dell’Alzheimer nei pazienti, grazie ad una tecnologia che misura la concentrazione ematica delle proteine che si ritiene causino la malattia.
L’università , che ha presentato per la prima volta il nuovo metodo nel primo test dimostrativo su larga scala, ha dichiarato ottimismo per un metodo che porterà “a diagnosi precoci della malattia in anticipo anche di 20 anni dall’insorgenza dei primi sintomi della patologia”, grazie alla tecnologia in grado di rilevare l’accumulo delle proteine anomale amiloide-beta e tau, che causano danni irreparabili alle cellule nervose e un progressivo inevitabile declino cognitivo. Secondo i dati forniti dal ministero della Salute, si stima che fino al 70% dei circa sei milioni di pazienti affetti da demenza in Giappone svilupperanno la malattia nei prossimi anni.