Tra Bologna e Londra sta nascendo una nuova terapia contro i tumori delle ossa. Una alternativa alle Car-T, meno costosa e più veloce, e più adatta ai tumori solidi. A metterla a punto il Laboratorio di oncologia sperimentale dell’Istituto ortopedico Rizzoli, diretto da Katia Scotlandi, insieme ai ricercatori dell’University College di Londra.
Si tratta di un nuovo tipo di immunoterapia, la cui sperimentazione preclinica per ora ha avuto successo. L’osteosarcoma è il tumore osseo più comune negli adolescenti e nei giovani adulti, pur essendo relativamente raro, con circa 100-120 nuovi casi ogni anno in Italia. L’osteosarcoma è anche un tumore difficile da trattare. Nonostante i progressi, infatti, la cura è ancora legata all’uso della tradizionale chemioterapia. E per i pazienti che non reagiscono a questa terapia sono necessari nuovi trattamenti.
I ricercatori inglesi guidati da Jonathan Fisher hanno scoperto che l’utilizzo di un piccolo gruppo di cellule immunitarie, un sottoinsieme chiamato ‘T gamma-delta’, potrebbe fornire una soluzione efficiente ed economica, contribuendo a migliorare la terapia dei pazienti affetti da osteosarcoma. “Le cellule ‘T gamma-delta’ sono un tipo specifico di cellula immunitaria e sono caratterizzate da forti proprietà antitumorali innate- spiega Scotlandi- possono uccidere bersagli marcati con anticorpi e possono essere somministrate in modo sicuro, senza il rischio di malattia del trapianto contro l’ospite”.
Per produrre queste cellule, viene prelevato il sangue da un donatore sano. Le ‘T gamma-delta’ vengono poi trattate con interventi di bio-ingegneria per rilasciare anticorpi specifici diretti contro il tumore e sostanze chimiche immunostimolanti, chiamate citochine. I ricercatori hanno testato l’efficacia di queste cellule a livello preclinico e hanno scoperto che agiscono meglio dell’immunoterapia convenzionale nel controllare la crescita delle cellule tumorali.
Questo nuovo trattamento, peraltro, “può essere alternativo alle cellule Car-T, in quanto si è rivelata più efficace sui tumori solidi, oltre che essere meno costosa e più veloce- sottolinea ancora Scotlandi- ora si tratterà di passare alla sperimentazione clinica per verificare le potenzialità del trattamento”. Lo studio, pubblicato sulla rivista ‘Science Translational Medicine’, può avere una valenza più generale e interessare anche altri tipi di tumore delle ossa, si spiega dal Rizzoli.