Classificazione delle urgenze con un tempo massimo (che il medico avrà l’obbligo di indicare) per l’erogazione della prestazione (da 72 ore a 120 giorni); visite diagnostiche e specialistiche (con la possibilità di acquisto da strutture private) anche nel week end con una fascia oraria prolungata; Cup (davvero) unico di prenotazione regionale e infra-regionale per pubblico e privato; una piattaforma per il monitoraggio in tempo reale delle attese; pagamento della visita prenotata e non disdetta, quando non ci si presenta.
Sono alcune delle principali novità contenute nella bozza del decreto legge (18 pagine) sulle liste d’attesa, ora all’esame finale dei ministeri della Salute e dell’Economia, che sarà discusso in consiglio dei ministri il prossimo 3 giugno. Tra le novità, ancora, la possibilità per gli specialisti ambulatoriali (remunerati fino 100 euro lordi l’ora) e gli specializzandi (che potranno agire in libera professione per 12 ore a settimana) di concorrere alla velocizzazione di visite ed esami. L’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) monitorerà quindi il rispetto dei tempi massimi di attesa per i cittadini, istituendo una piattaforma nazionale per realizzare l’interoperabilità con le varie piattaforme (di ciascuna regione o provincia autonoma). Infine, per arginare la spesa per i medici ‘gettonisti’ e le cooperative, le Regioni e gli enti del Servizio sanitario nazionale potranno reclutare personale in deroga (in forma autonoma o di collaborazione coordinata e continuativa) fino a fine 2026.