• Gio. Nov 21st, 2024

Le giovani donne hanno un basso rischio di malattie cardiache ma una nuova ricerca esorta i medici a rivedere tale ipotesi, soprattutto per le coloro che soffrono di determinate condizioni di salute mentale.

Infatti un nuovo studio, che verrà presentato ad Atlanta in occasione del congresso dell’American College of Cardiology, ha scoperto che l’ansia o la depressione potrebbero accelerare lo sviluppo di fattori di rischio cardiovascolare tra le donne giovani e di mezza età. Secondo i ricercatori le donne più giovani con ansia o depressione avevano quasi il doppio delle probabilità di sviluppare pressione alta, colesterolo alto o diabete in un periodo di 10 anni rispetto alle donne che non avevano queste condizioni di salute mentale, mettendole quasi alla pari con gli uomini della stessa età in termini di rischio di malattie cardiache.

Lo studio attira nuova attenzione sull’importanza dello screening cardiovascolare e delle cure preventive, poiché i tassi di fattori di rischio cardiovascolare aumentano e gli attacchi di cuore diventano più comuni nei giovani. Anche l’ansia e la depressione sono diventate più diffuse negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia di COVID-19.

“Spesso riteniamo che le giovani donne siano il ‘gruppo sicuro’ per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, perché l’incidenza è piuttosto bassa per gli effetti protettivi degli estrogeni -afferma Giovanni Civieri, cardiologo e ricercatore presso il Massachusetts General Hospital e Harvard Medical School, dottorando presso l’Università di Padova in Italia e autore principale dello studio- Ma questo studio suggerisce che se una donna più giovane soffre di depressione o ansia, dovremmo iniziare lo screening dei fattori di rischio cardiovascolare per ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari”.

I ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche di 71.214 persone che hanno partecipato alla Mass General Brigham Biobank, un programma di ricerca del sistema sanitario Mass General Brigham. Sono state escluse le persone che avevano malattie cardiache o a cui era stata diagnosticata ansia o depressione dopo l’inizio dello studio. Durante il periodo di follow-up di 10 anni, il 38% dei partecipanti ha sviluppato pressione alta, colesterolo alto con o senza diabete. Secondo l’analisi, coloro che avevano una storia di ansia o depressione prima del periodo di studio avevano circa il 55% in più di probabilità di sviluppare uno o più di questi fattori di rischio rispetto alle persone senza ansia o depressione. Questo risultato è stato più pronunciato tra le donne under 50 con ansia o depressione, che avevano quasi il doppio delle probabilità di sviluppare fattori di rischio cardiovascolare rispetto a qualsiasi altro gruppo. “Una volta che una giovane donna soffre di depressione o ansia, il rischio assoluto è paragonabile a quello di un giovane maschio”, sottolinea Civieri.

In termini di rischio assoluto, le giovani donne hanno mostrato nel complesso i tassi più bassi di fattori di rischio cardiovascolare rispetto a qualsiasi gruppo, come previsto sulla base dei risultati di studi precedenti e di ciò che è noto sugli effetti protettivi degli estrogeni nelle donne in pre-menopausa. Tuttavia, ansia e depressione erano associate a un rischio relativo molto più elevato tra le giovani donne rispetto a quanto osservato in altri gruppi.

Per studiare i potenziali fattori alla base di questa relazione, i ricercatori hanno esaminato l’attività metabolica delle regioni cerebrali legate allo stress in un sottogruppo di partecipanti che erano stati sottoposti a scansioni cerebrali. I risultati hanno indicato che le donne più giovani con ansia o depressione hanno mostrato aumenti relativamente grandi nell’attività neurale correlata allo stress.

“La domanda è: perché l’ansia e la depressione sono associate ad un aumento del rischio tra le donne più giovani? Questo è qualcosa che stiamo continuando a studiare”, aggiunge Civieri. Sebbene ansia e depressione siano condizioni separate, sono state raggruppate insieme nello studio perché sono entrambe associate ad un aumento del rischio cardiovascolare e condividono percorsi neurobiologici comuni, il che significa che si ritiene influenzino la salute in modi simili.

Non è noto se i trattamenti per la salute mentale, come i farmaci antidepressivi o la psicoterapia, possano aiutare a ridurre il rischio cardiovascolare, hanno detto i ricercatori. Tuttavia, una volta che una persona ha la pressione alta, il colesterolo alto o il diabete, Civieri afferma che trattamenti consolidati come le statine e i farmaci che abbassano la pressione sanguigna possono ridurre efficacemente il rischio di eventi cardiaci gravi.

Civieri presenterà lo studio “Anxiety and Depression Increase Cardiovascular Disease Risk by Accelerating the Development of Risk Factors: Effects of Age and Sex“, sabato 6 aprile 2024 alle 15:45 ET / 19:45 UTC nella Hall B4-5

Antonio Caperna

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