“Pochi giorni fa ho avuto un incontro bilaterale con la Commissaria europea per la salute e sicurezza Alimentare, Stella Kyriakides, focalizzato proprio sul cancro della mammella e sulle Breast Unit italiane.
E sono rimasto contento e inorgoglito dal fatto che la Commissaria ha pubblicamente elogiato l’Italia per il lavoro eccellente svolto nel trattamento delle donne con tumore al seno, proprio grazie alla diffusione delle Breast Unit specializzate. Ha citato l’Italia come modello europeo per portare avanti questo tipo di organizzazione. Non a caso, infatti, siamo la Nazione con il tasso di riduzione della mortalità per neoplasia della mammella superiore alla media europea. E questo è un messaggio importante di speranza che dobbiamo portare a tutte le donne che hanno questa malattia e che la stanno affrontando con coraggio”.
Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo alla presentazione della prima Consensus Innovation in Breast Cancer, evento realizzato su iniziativa dell’onorevole Simona Loizzo, presidente dell’Intergruppo parlamentare sulle nuove frontiere terapeutiche nei tumori della mammella, e ospitato presso la Sala della Regina della Camera dei deputati.
“Anche nell’ambito degli screening ci sono passi avanti con l’implementazione in tutte le regioni di uno specifico programma per recuperare i ritardi causati proprio dalla pandemia e per migliorare i livelli di copertura. In particolare, si sta puntando anche ad allargare la fascia di età della popolazione target, prevedendo lo screening dai 45 ai 74 anni di età, e purtroppo il numero di neoplasie, non solo della mammella, è in grande aumento, soprattutto nelle fasce di età più giovani della popolazione, negli under 50. E si sta investendo anche per migliorare l’adesione agli screening dei gruppi vulnerabili e degli invisibili, le persone più difficili da raggiungere, potenziando la sinergia con le associazioni dei cittadini e dei pazienti che ringrazio sempre per il loro grande impegno”.
“Dai dati trasmessi dalle regioni al ministero della Salute- ha proseguito l’esponente del governo- è emerso che ci sono regioni che prevedono campagne di comunicazione sull’offerta e l’importanza degli screening, ma solo poco più del 60% le ripete con una certa regolarità. E questo è un dato sicuramente da migliorare. È inoltre crescente in tutte le regioni- ha sottolineato Schillaci- l’estensione dello screening mammografico alle fasce 45-49 e 70-74 anni che è offerta, rispettivamente, nel 78% e 89% delle regioni del nord, 50% e 100% delle regioni del centro e 25% e 13% delle regioni del sud”.
“Credo di poter dire che molto si sta facendo, ma ci sono ancora ampi margini di miglioramento su cui intervenire soprattutto nelle regioni che hanno un minor tasso di adesione agli screening. E a questo proposito- ha continuato il ministro della Salute- vorrei ribadire che c’è un programma finanziato con fondi europei dedicato al rafforzamento dei servizi sanitari in 7 regioni del nostro Meridione che include tra i suoi obiettivi anche una maggiore copertura degli screening oncologici, faccio riferimento al Programma Nazionale Equità per la Salute. Fondi che devono essere spesi per assicurare l’equità delle cure, perché non ci siano pazienti di serie A e serie B”.
“Voglio ringraziare tutti gli esperti che hanno partecipato alla redazione di questo documento ricco di tante proposte, robuste e stimolanti- ha concluso- che tracciano in maniera chiara il percorso da intraprendere per garantire veramente la presa in carico a 360 gradi delle paziente oncologiche. Sono fiducioso che tali raccomandazioni, grazie all’impegno costante dell’Intergruppo parlamentare sulle nuove frontiere terapeutiche nei Tumori della Mammella, costituiranno uno stimolo per nuove iniziative del Parlamento che in questi anni ha sempre dimostrato grande sensibilità su questo tema e sulla malattia oncologica da parte di tutti i gruppi parlamentari. Temi che devono unire e non dividere”.