In Toscana si muore meno di infarto che nel resto d’Italia e in generale le cure mediche e chirurgiche sono un’eccellenza. La cinque giorni del festival dell’identità toscana si conclude con il racconto dei numeri da primato delle 15 strutture emodinamiche esistenti a livello regionale.
E che consentono, anzitutto, una presa in carico tempestiva dei pazienti in caso di infarto con un lavoro di squadra che vede la collaborazione fra territorio, 118 ed ospedale. “Sulla medicina del cuore abbiamo strutture e medici di eccellenza riconosciuta e certificata: dall’ospedale di Careggi a Firenze, tra i migliori d’Italia per l’agenzia Agenas del ministero della salute, alla Fondazione Monasterio a Pisa e a Massa, prima solo ospedale per bambini ed oggi per tutti- spiega il presidente della Regione Eugenio Giani- sulla cura degli infarti negli ultimi tre anni abbiamo sempre occupato la prima o la seconda posizione per risposta e velocità di intervento, con tassi di mortalità che in alcuni casi sono la metà di quelli nazionali”. Nelle strutture emodinamiche lavorano 80 cardiologi con oltre 16.870 coronografie e 8.200 angioplastiche portate a termine ogni anno. I quattro centri che dispongono di unità di cardiochirurgia assicurano, inoltre, interventi con approccio percutaneo, dunque meno invasivo e in grado di trattare pazienti anche fragili e over 75.
Una chirurgia tanto efficiente, quanto sicura: basti pensare che su 1.418 bypass aorto-coronarici all’anno, il tasso di mortalità è di 1,2 contro una media nazionale di 2,17. Numeri che declinano l’impegno della Regione per il diritto alla salute. Un diritto, segnala tuttavia l’assessore Simone Bezzini, “messo a rischio dai tagli alla sanità pubblica: l’ultimo riguarda quello all’edilizia sanitaria, pari a 1,2 miliardi per tutta l’Italia”.
Giulia Bondolfi