• Gio. Nov 21st, 2024

“È necessario che in Italia si aumentino i centri di prevenzione e di accoglienza per questi giovani, che sono inrementati nel periodo post-pandemico a causa, ahimè, del prolungamento di misure di restrizione, attenzione, pur necessarie in determinati ma contingentati momenti, ma che protratte nel tempo hanno dato i problemi che sono davanti agli occhi di tutti. Ad esempio, l’aumento del 35% di questi disturbi negli adolescenti e soprattutto un abbassamento della soglia di età in cui insorgono tali problematiche”.

Così il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, intervistato l’altro giorno a Roma in occasione di un evento organizzato al dicastero per la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla per la prevenzione e il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. “La prevenzione- ha proseguito Vaia- può dare un grande contributo oltre che alla qualità dell’offerta di salute anche alla sostenibilità del sistema. Sappiamo infatti che il 60% delle malattie possono essere prevenute con stili di vita salutari, così come il 40% delle patologie oncologiche. Quindi ‘prevenzione first’ anche per i disturbi dell’alimentazione, che si manifestano in tutte le fasce d’età, ma prevalentemente in quelle adolescenziali e giovanili, e che sono riconducibili soprattutto a due disturbi: l’anoressia e la bulimia”.

Secondo Vaia, infine, serve una “visione di sistema: non può essere solo la sanità a risolvere questi problemi, abbiamo bisogno di alleanza. La prima necessaria, a mio avviso, è tra la sanità, la scuola e la famiglia, dove spesso nasce, cresce e si esacerba questo problema”, ha concluso. 

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