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Aleotti (Menarini): “Investito oltre 200 milioni € solo in Italia e aumentato il numero dei dipendenti negli ultimi 5 anni”

Presente in 140 Paesi nel mondo con filiali, distributori e licenziatari, 17.800 dipendenti (49,5% donne) 9 Centri di ricerca e sviluppo, un fatturato consolidato di 4,375 miliardi di euro con crescita del 5,3% rispetto al 2022,  per il 96% in area farmaceutica, 3 diagnostica (1% altro), di cui bel il 21% in Italia, una produzione che si attesta nel 2023 a 833 milioni di unità, di cui 609 milioni prodotte internamente per un totale di 16,1 miliardi di compresse.

Sono alcuni dei numeri snocciolati a Firenze nel corso dell’evento di presentazione dei dati 2023 del Gruppo Menarini, importante realtà italiana fondata nel 1886.

“Non fa parte della nostra logica un’idea di delocalizzazione. Negli ultimi 5 anni abbiamo investito oltre 200 milioni solo in Italia e aumentato il numero dei dipendenti.- afferma Lucia Aleotti, azionista e membro del board di Menarini, nel corso dell’evento -Nel 2024 – aggiunge Aleotti – continueremo con la nostra crescita negli Stati Uniti e con il lancio delle strutture di oncologia in Europa. Continueremo a guardare con interesse alla Cina, anche se con prudenza, e soprattutto continueremo con la nostra filosofia di autofinanziamento. Cerchiamo di fare a meno delle banche. L’utile che si crea rimane in azienda e viene tutto reinvestito nella crescita dell’azienda”.

E poi ancora: “Sono preoccupata dal fatto che quando l’Europa si muove, si muove mettendo regole che immagina senza tenere conto della competitività globale. La produzione dei farmaci e le aziende, se non si cambia modo di ragionare, si sposteranno sempre di più fuori dall’Europa – aggiunge Aleotti – Le aziende farmaceutiche si muovono in un contesto mondiale in cui la competitività è importantissima. L’Europa non si rende conto che ha negli anni perso un pezzo importantissimo della propria industria, che altri paesi come gli Stati Uniti o la Cina lavorano per attrarre la base industriale, e l’Europa invece pensa solamente a regolare, mettere oneri o aggiungere burocrazia ed appesantire. Non è la maniera per attirare o far sviluppare un settore che è vitale nel nostro continente anche considerato l’invecchiamento della popolazione”.

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