“Non posso che concordare sull’opportunità che l’applicazione della disciplina riguardante gli incentivi fiscali previsti per il rimpatrio di docenti e ricercatori si estenda anche al personale medico, questo potrebbe costituire un incentivo per il rientro dei professionisti nel nostro sistema sanitario, in un momento particolarmente critico, dopo una valutazione da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze”.
Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo, questo pomeriggio alla Camera, a un’interrogazione sulle iniziative volte a estendere gli incentivi fiscali al fine di sopperire alla grave carenza di personale, presentata da Annarita Patriarca (FI-PPE).
“E’ un tema che è all’attenzione del ministero fin dall’inizio del mio mandato- ha detto ancora Schillaci ricordando che- le statistiche dell’Organisation for Economic Co-operation and Development, nel periodo tra il 2001 e il 2021, parlano di un flusso in uscita di circa 31.600 professionisti tra medici e infermieri. Negli ultimi 20 anni sono stati resi disponibili presso gli atenei italiani circa 194mila posti per l’accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia e circa 302mila per quello in Infermieristica. Devo ricordare, anche in questa sede- ha detto ancora il ministro- che il reiterarsi negli anni passati di manovre finzanziarie di contenimento della spesa e, in particolare, dei vincoli assunzionali, ha determinato nel tempo una grave carenza del personale del Servizio sanitario nazionale che unita a un crescente innalzamento della relativa età media porta inevitabilmente a un forte deterioramento delle condizioni di lavoro. Questo ha finito per rendere il Ssn meno attrattivo con la conseguenza che spesso i concorsi vanno deserti o comunque non consentono la copertura dei posti stessi per carenza di aspiranti”.
“Stante la consapevolezza della necessità di intervenire in maniera strutturale per reperire necessarie risorse al sistema e migliorare l’organizzazione dei servizi, in modo tale che il Ssn torni a essere maggiormente attrattivo per i giovani. Sin dal suo insediamento questo governo ha adottato diverse misure, anche di tipo economico, volte a potenziare gli organici delle strutture sanitarie con particolare riguardo ai servizi maggiormente critici”.
In riferimento agli incentivi fiscali previsti per il rimpatrio di docenti e ricercatori rimpatriati, Schillaci ha ricordato che, gli stessi, al fine delle imposte sui redditi consistono nell’escludere dalla formazione del reddito da lavoro dipendente e autonomo il 90% degli emolumenti percepiti da docenti e ricercatori in possesso del titolo di studio universitario o equiparato, non occasionalmente residenti all’estero, che abbiano svolto documentata attività di ricerca o docenza presso centri di ricerca pubblici o privati e università per almeno due anni continuativi e che vengono a svolgere la loro attività in Italia acquisendo conseguentemente la residenza fiscale nel territorio dello Stato. “La riforma fiscale attuata con il decreto legislativo del 27 dicembre 2023- ha ricordato in conclusione il ministro- prevede un nuovo regime agevolato in favore dei lavoratori rimpatriati stabilendo che i redditi di lavoro dipendenti concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 50% del loro ammontare”.