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GIOCO. D’AZZARDO NON SI VINCE MAI, MATEMATICI E PSICOLOGI SVELANO TRUCCO
Svelare le regole e i trucchi del gioco d’azzardo, per capire che alla fine “non conviene” perchè di fatto “non si vince mai”. E perchè ne siano davvero convinti, i giocatori saranno chiamati a fare alcuni esperimenti proposti da un matematico e da uno psicologo. Le ‘lezioni’ fanno parte di un laboratorio didattico-interattivo organizzato a Ferrara dall’Ausl e dall’azienda ospedaliera nell’ex Refettorio di San Paolo, dal 28 febbraio al 5 marzo. Il laboratorio si chiama ‘Fate il nostro gioco’ e affronta la tematica del gioco d’azzardo appunto con un approccio originale. Attraverso la matematica e la psicologia si cercherà dunque di fare prevenzione nei confronti del rischio ludopatia. Un’equipe di esperti spiegherà ai presenti gli “effetti nascosti” del gioco d’azzardo, e cioè le regole ma anche “piccoli segreti” e “grandi verità”. La ‘lezione’ durerà un’ora durante la quale i partecipanti si cimenteranno in prima persona con gli esperimenti pensati dagli esperti, con un approccio più disinvolto rispetto a un incontro accademico. Dopodiché, il pubblico verrà invitato a fare una riflessione sui risultati emersi dall’esperienza, per ottenere una maggiore consapevolezza sul fenomeno del gioco d’azzardo e quindi sul fatto che, in sostanza, non si vince mai.
EPATITE C, IN ITALIA RECORD DI PAZIENTI TRATTATI MA ANCORA BASSA ADESIONE A SCREENING
L’Italia è il paese che ha il più alto numero di pazienti europei trattati per l’epatite C, ma solo aumentando la partecipazione agli screening per questa malattia, che ancora vedono numeri troppo bassi, ed estendendo la popolazione eleggibile, sarà possibile raggiungere gli obiettivi di eliminazione stabiliti dall’OMS entro il 2030. E’ quanto è emerso dalla conferenza “Un patto di collaborazione: dall’eliminazione regionale dell’epatite C alle nuove sfide per la salute del fegato organizzata dall’ISS con il patrocinio del Ministero della Salute e in collaborazione con Aisf (Associazione Italiana per gli Studi sul Fegato) e Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali).
Dal 2015, è emerso dal convegno, sono stati trattati circa 260.000 pazienti che hanno eliminato del tutto il virus, riducendo in modo significativo il peso ‘sociale’ e ‘sanitario’ della malattia. Questo risultato ha già permesso di raggiungere l’obiettivo dell’Oms di ridurre del 65% la mortalità correlata all’HCV. “Si può affermare che in Italia l’eliminazione dell’HCV è un obiettivo raggiungibile” ha sottolineato Marcello Naviera, rappresentante dell’Oms, che ha introdotto la conferenza.
SCOPERTO IL PIU’ ANTICO ROSSETTO PER LABBRA
Una equipe di ricercatori dell’Università di Padova (specializzati in archeologia, chimica, mineralogia), in collaborazione con archeologi della Facoltà di Archeologia dell’Università di Tehran (Iran), ha analizzato ed identificato il contenuto di un flacone in clorite, finemente scolpito, datato mediante radiocarbonio tra il 1900 e il 1700 a.C. Lo studio ‘A Bronze Age lip-paint from southeastern Iran’, pubblicato sulla prestigiosa rivista «Scientific Reports», evidenzia risultati sorprendenti: si tratta di una preparazione cosmetica di colore rosso cupo, a base di ematite, manganite e braunite, mescolato a cere e olii vegetali, che, a causa della sua specifica composizione – molto simile a quella di un moderno rossetto – era probabilmente usata per colorare le labbra.
“Questa scoperta si aggiunge ai risultati di una linea di ricerca che rivela come gli artigiani dell’antico Iran, già 5000-4000 anni fa, avessero elaborato conoscenze molto avanzate sui composti metallici, naturali ma anche sintetici, che permettevano la produzione non solo di kohl (la nostra matita nera per gli occhi), ma anche di fondo-tinta a base di carbonato di piombo (biacca), e ombretti che, grazie all’aggiunta di cloro-carbonati di rame e piombo, e forse di urea, viravano la colorazione chiara di base verso sfumature di azzurro e verde – spiega il prof. Massimo Vidale, dipartimento di Beni culturali dell’Università di Padova e corresponding author dello studio -. Il fatto che il “rossetto” appena scoperto (presumibilmente da applicare sulle labbra) contenga solo tracce minime di minerali di piombo, fa supporre che le “comunità di pratica” di questa tecnologia fossero consapevoli dei pericoli della diretta ingestione di questo metallo”.
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