Salute, intelligenza artificiale e digitalizzazione: le aziende italiane rappresentano un’eccellenza internazionale, punta avanzata della ricerca e sviluppo in questo settore. Alcune di queste realtà si sono confrontate in uno dei laboratori della Winter School 2024 di Motore Sanità , che si è appena conclusa a Cernobbio.
Fari puntati sulle tecnologie d’avanguardia nella diagnostica e nella clinica e sull’impatto di questi nuovi applicativi nell’operatività assistenziale a vantaggio dei pazienti affetti da malattie degenerative, cronici e anziani, senza tralasciare i temi della regolamentazione, della trasparenza e della privacy che spesso, anziché configurarsi come strumenti di tutela dei cittadini, limitano le potenzialità di cura delle nuove tecnologie.
La sessione “laboratorio” della Winter di Cernobbio, dedicata alle applicazioni in Sanità dell’intelligenza artificiale, con la moderazione di Roberto Soj, della direzione scientifica di Motore Sanità Tech, ha ospitato gli interventi di Marco Alì, manager del settore Ricerca del Centro Diagnostico Italiano, Andrea Bairati, Presidente dell’Associazione italiana ricerca industriale, Valeria Corazza, Presidente dell’Associazione psoriasici italiani, Andrea Montefiori, responsabile del settore Ricerca e Sviluppo e Progetti Speciali del gruppo Maggioli e Mario Ronchetti, Presidente di Atena Informatica Srl.
Nella tavola rotonda che si è sviluppata dal confronto riflettori accesi sulle potenzialità del settore ricerca e sviluppo delle aziende italiane e sul ruolo che queste svolgono al fianco delle amministrazioni per la tutela della Salute. Libertà del cittadino, profilazione dei pazienti, horizon scanning e terapie innovative senza trascurare le potenzialità della robotica, dei device digitali e delle applicazioni di telemedicina sia nell’ambito della diagnostica, sia nei servizi di cura di prossimità (assistenza domiciliare e ambulatoriale a cronici e anziani), i temi affrontati nel corso della tavola rotonda.
Gli investimenti in questo settore sono tumultuosi, dagli attuali 100 miliardi messi nel piatto in area Ocse si passerà a 150 miliardi nel 2030 di cui il 50% da parte degli Usa a fronte di investimenti altrettanto ingenti della Cina, ma su tecnologie oggi obsolete. Sotto la lente l’analisi dal nuovo regolamento sull’Intelligenza artificiale approvato una settimana fa dalla Commissione Europea e i nodi, ancora irrisolti, della insufficienza quantitativa e soprattutto qualitativa dei big data su cui viene implementata l’intelligenza artificiale in ambito sanitario. Uno strumento potente, quest’ultimo, in diagnostica e anche in clinica ma con un ostacolo, ancora insormontato, della privacy.
Su questo fronte operano primarie aziende italiane all’avanguardia, come il gruppo Maggioli. Parliamo di una family company che si occupa d’innovazione e sviluppo di prodotti, servizi e soluzioni per la Pubblica Amministrazione (ma anche per professionisti e Aziende private). Il manager Andrea Montefiori ha sottolineato la netta propensione alla internazionalizzazione di questa azienda che ha aperto negli anni sedi in Spagna, Colombia, Belgio, Grecia. “Stiamo accompagnando la transizione digitale del settore pubblico – ha detto Montefiori – in Paesi dove le esigenze progettuali e organizzative devono ancora essere soddisfatte. Creare valore condiviso è la bussola che ci orienta nella costruzione di relazioni con gli stakeholder e le comunitĂ dei territori con cui interagiamo e il settore Salute è diventato di nostro primario interesse”.
Il futuro dell’assistenza? Lo ridisegna l’innovazione che passa anche dagli ingenti investimenti del Pnrr per il potenziamento delle cure di prossimità , dell’assistenza domiciliare, con gli strumenti della telemedicina, della digitalizzazione in cui la leva dell’innovazione tecnologica consente di conseguire risultati importanti per la sostenibilità dei servizi di cura avanzati, sia in ambito ospedaliero sia rivolti sui territori alla popolazione fragile.
Emblematica la testimonianza di Mario Ronchetti presidente di Athena Informatica, una Srl con sede a Como e che da oltre 40 anni opera nel mercato IT con una particolare specializzazione nella progettazione e sviluppo di piattaforme digitali rivolte alla gestione e alla promozione del welfare (servizi sociali, scolastici, abitativi, socio-sanitari, ma anche culturali). “Le nuove povertĂ (non solo economiche ma anche e soprattutto abitative, cognitive, scolastiche, etc.), i nuovi disagi e squilibri sociali, hanno dato vita a nuove forme di cooperazione e collaborazione diventate un’importante risorsa per favorire processi di inclusione e coesione sociali che sono necessari a qualsiasi progresso si voglia immaginare”, ha sottolineato Mario Ronchetti.
Le piattaforme digitali di Atena hanno rappresentato uno strumento importante anche durante l’emergenza pandemica mettendo in relazione le persone, gli enti pubblici locali, la Pubblica amministrazione centrale, le Aziende, gli Enti del terzo settore e del privato sociale (associazioni, fondazioni) consentendo di realizzare reti integrate dei servizi. Strumenti da inserire in uno scenario della Salute in rapida evoluzione in uno snodo cruciale in cui innovazione, ricerca e sviluppo, telemendicina e digitalizzazione rappresentano gli strumenti con cui agire per la sostenibilità e per ridisegnare il futuro della Salute in Italia.
Significativa anche l’esperienza maturata sul campo durante l’emergenza Covid. Carlo Tacchetti, professore di Anatomia umana presso la facoltà di Economia e chirurgia all’Università Vita e Salute del San Raffaele di Milano è stato ad esempio il primo in Italia, durante la fase iniziale e più acuta e drammatica della pandemia, (prima che arrivassero sulla scena i vaccini) a mettere a punto e sperimentare l’utilizzo in clinica un sistema di intelligenza artificiale messo a terra in poche settimane insieme a multinazionali del settore, consentendo il vaglio rapido in pronto soccorso del quadro polmonare dei pazienti.
“Un sistema che ci ha aiutato enormemente – ha spiegato – a ricoverare solo i pazienti bisognosi di cure intensive e che ha mostrato come siano i clinici a dover indirizzare e utilizzare l’utilizzo di queste tecnologie al letto del paziente. A patto che la qualità dei dati preliminari raccolti sia adeguata”.