“Non vogliamo far passare troppo tempo tra l’annuncio di oggi e ciò che deve essere concretizzato, dunque la proposta di Anif avrà un seguito a breve termine con l’apertura di un tavolo istituzionale interministeriale.
Ripeto spesso che lo sport è una difesa immunitaria individuale e sociale, quindi dobbiamo cercare con un virtuoso gioco di squadra di affermare il valore di tutti quei fattori che tutelano la vita”. Così il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, intervenuto all’evento organizzato dall’Associazione Italiana Impianti sportivi e Fitness ‘Movimento per la Salute: La prescrizione dell’esercizio fisico strutturato come farmaco’. “Lo sport è uno di questi fattori, così come lo sono tanti altri ed è per questo che fin dall’inizio del mio mandato stiamo lavorando in sinergia con i ministeri di Salute, Cultura, Università , Istruzione, Ambiente, Agricoltura per lavorare verso un unico obiettivo. Siamo una nazione che riesce a vincere ma a non convincere, perché siamo ai piedi del podio della sedentarietà e rimanere seduti ci espone a tutta una serie di patologie. Proprio per questo- ha aggiunto Abodi- la scuola diventa il primo crocevia, dunque con i ministri Valditara e Schillaci stiamo lavorando per provare a far ripartire l’opera di alfabetizzazione motoria che ci aiuterà a far capire ai bambini e alle loro famiglie che la qualità della vita passa attraverso l’attività motoria”.
Ad inizio 2023 infatti il governo spagnolo ha emanato una legge che introduce il congedo mestruale. Il Governo britannico invece ha pubblicato una guida rivolta alle aziende pubbliche e private in cui spiega l’importanza della salute mestruale sul posto di lavoro e suggerisce delle buone prassi da adottare per creare un ambiente inclusivo.
Ed è proprio sul superamento degli stereotipi che insiste la missione culturale del progetto portato avanti da Queesy: “Non ci sono ancora conversazioni sul benessere mestruale”, ha dichiarato la dottoranda, mentre tampon tax e altri rimedi pratici sono stati già più sdoganati. Secondo Punzi “il tabù mestruale persiste un pò ovunque, dipende tanto da dove vanno gli investimenti. In Gran Bretagna c’è più attenzione di altrove. Mi preme dire che bisogna cambiare modelli: siamo abituati a manager uomini di mezza età che il problema non se lo sono mai posto e al fatto che le donne manager sono giudicate sempre e comunque”.
Del resto la condizione di attenzione al benessere mestruale può anche alimentare dinamiche aziendali positive come la concentrazione, la resilienza, le dinamiche di gruppo, la maggiore creatività . Riccardo Salvati di Queesy ha concluso ricordando che “quando si hanno a disposizione politiche a supporto delle mestruazioni questa attenzione al dipendente e al suo benessere significa avere maggiore fidelizzazione e la notorietà del brand”. “E anche in Europa tutto questo sarà sempre più rilevante”, ha ricordato la ricercatrice. L’implementazione di politiche di questo tipo significherà “anche in Italia avvicinarci passo dopo passo alla realtà estera”, ha concluso.