Variante Delta al 22,7% in Italia (34,9% nel Lazio) ma niente zona rossa. In autunno rischio lockdown per i non vaccinati
In Italia al 22 giugno scorso la variante Delta (ex indiana) aveva una prevalenza pari al 22,7% ed è stata identificata in 16 Regioni e Province autonome, con un range tra lo 0 e il 70,6%. La stima viene dalla nuova indagine rapida condotta dall'Istituto superiore di sanità e dal ministero della Salute, insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
"La prevalenza della cosiddetta variante Alfa (B.1.1.7)" o inglese "di Sars-CoV-2 era del 57,8%, in calo rispetto all'88,1% del 18 maggio, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 16,7% e il 100%. Alla stessa data la variante cosiddetta Gamma (P.1)" o brasiliana "aveva una prevalenza pari a 11,8% (con un range tra 0 e 37,5%, mentre nella precedente survay era al 7,3%)", indica l'analisi.
L'indagine - precisa l'Iss - integra le attività di monitoraggio di routine, e non contiene quindi tutti i casi di varianti rilevate, ma solo quelle relative alla giornata presa in considerazione.
La cosiddetta variante Kappa, ad esempio, uno dei sottotipi della Delta, non è stata trovata nella flash survey - si legge - ma diversi casi sono stati segnalati sulla piattaforma integrata che invece raccoglie le analisi giorno per giorno.
Per l'indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all'indagine le 21 Regioni e Pa e complessivamente 113 laboratori e sono stati sequenziati 772 campioni, la quasi totalità di quelli eleggibili per la survey nella giornata scelta.
"La crescita della prevalenza della variante Delta è un dato atteso, che deve essere monitorato con grande attenzione", dice il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, commentando i dati.
"E' fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, che in questo momento è reso possibile dalla bassa incidenza - aggiunge Brusaferro - e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale dal momento che, come confermato anche ieri dall'Ema, questo garantisce la migliore protezione".
La variante Delta è "cresciuta dieci volte in un mese". A dirlo l'assessore alla Salute della Regione Alessio D'Amato che riporta i dati dell'ultimo studio del Seresmi Istituto Spallanzani in cui si vede come siamo passati "dal 3,4% del 18 maggio al 34,9% di oggi". "Il 74,5 % dei casi con variante Delta risulta non vaccinato. Una proporzione che raggiunge il 94% se si aggiungono anche i parzialmente vaccinati con una sola dose". "Ad oggi - aggiunge - la variante maggiormente presente è la variante Gamma" o brasiliana "con il 36,8% dei casi, a cui segue" l'indiana "Delta 34,9" e l'inglese "Alfa con 27,4%".
Questa indagine, sottolinea D'Amato, "è coerente con la stima a livello europeo dalla Ecdc". "Ecco perché occorre in questa fase completare i percorsi vaccinali con tutti i vaccini disponibili che sono tutti efficaci contro la variante se l'iter viene completato. L'altro aspetto riguarda il sequenziamento e il tracing", e "su questo sono in corso i test sul 100% dei tamponi positivi".
D'Amato evidenzia inoltre che uno studio dell'azienda Janssen "accerta l'efficacia del vaccino J&J contro la variante Delta anche dopo 8 mesi dall'inoculazione. Questo dato - commenta - è importante soprattutto per la campagna che stiamo promuovendo attraverso i camper e le iniziative come al Santo Spirito dove vi è stato un sold out".
La soluzione però, secondo Bassetti, non è un nuovo lockdown generalizzato. "Io credo che non ci possiamo permettere delle chiusure, sarebbe troppo grave - afferma Bassetti -. Vuol dire che non abbiamo fatto capire agli italiani quanto è importante la vaccinazione. A quel punto bisognerà inasprire ulteriormente le misure nei confronti di chi non si vaccina: sei non vaccinato? Non esci. Hai deciso di non vaccinarti, di mettere a rischio la tua salute, ma anche quella degli altri? Bene, i vaccinati faranno una vita normale, i non vaccinati si chiuderanno in casa".
"D'altronde - conclude l'infettivologo - una volta che ti ho dato tutte le possibilità, ti ho spiegato, ti ho portato il vaccino porta a porta, sul cucuzzolo della montagna e non l'hai voluto fare, se ci saranno delle misure restrittive evidentemente riguarderanno unicamente i non vaccinati".