MEDICINA GENERALE NON E' SPECIALITA' DI SERIE B

Una scuola di specializzazione in medicina generale, uniformata in tutta Italia. È la richiesta che arriva da associazioni di medicina generale, mondo accademico e politico, anche in relazione alla richiesta di medici di medicina generale su tutto il territorio nazionale.
Se n'è parlato questa mattina nella Sala Caduti di Nassyria del Senato, nell'ambito della conferenza 'Medicina Generale e Università. Quale futuro?', organizzata dalla senatrice Anna Maria Fallucchi, di Fratelli d'Italia. "Bisogna adeguare la formazione di medicina generale in Italia e rendere il percorso dignitoso, al pari dei Paesi europei- ha detto Fallucchi in apertura- In Spagna c'è una specializzazione di 4 anni, in Inghilterra due anni uguali e poi programmi di formazione specialistica. In Italia non c'è uno stesso riconoscimento importante. Bisogna prendere in considerazione il fatto che questa specializzazione abbia importanza. L'Italia non può rimanere l'unico paese in cui la medicina generale è una specializzazione di seconda classe".
Ma oltre alla formazione, l'emergenza è anche legata alla richiesta di medici di famiglia. Tra il 2024 e il 2025, ha spiegato Liliana Lora, vice segretario nazionale vicario del Sindaco Medici Italiani (Smi), a causa dei pensionamenti la situazione sarà critica, "siamo in asfissia". In aggiunta, i medici che ci sono tendono ad allontanarsi dal Servizio Sanitario nazionale: "si laureano, e se ne vanno all'estero, dove sono meglio pagati e meglio apprezzati", ha spiegato Lora. "Tutto il sistema è sotto sforzo e in pesante emergenza", ha aggiunto.
È anche per questo che Cristina Patrizi, segretario Ordine dei medici di Roma, ha sottolineato l'importanza di avere un riconoscimento accademico del percorso di medicina generale e un percorso uniforme su tutto il territorio. Leonida Iannantuoni, medico di medicina generale e presidente di Assimefac, ha spiegato che "attualmente una specializzazione non esiste, ma ci sono 20 corsi generali, a cui però non corrispondono 20 programmi ma molti di più. Perché ogni provincia stila il suo programma. Questo comporta il fatto che non c'è una preparazione univoca per tutti i medici di medicina generale".
"La medicina generale sarà la specialità del futuro. Perché la maggioranza delle altre specialità sarà sostituita dalla tecnologia, mentre il medico generale sarà il direttore d'orchestra- ha spiegato Giuseppe Maso, medico di famiglia e presidente della Società italiana interdisciplinare per le Cure primarie- i nuovi medici devono avere una preparazione più a lungo termine, perché tra 5 anni saranno necessari medici di famiglia molto diversi. Se i pronto soccorso sono pieni è perchè non ci sono abbastanza medici di base. Ma se ci muoviamo ora, tra qualche anno avremo un sistema sanitario preparato. Dobbiamo guardare al modello olandese, dove i medici di medicina generale rispondono per oltre il 90 per cento delle richieste di assistenza".
Anche per Alfredo Cuffari, presidente della Società Nazionale di Aggiornamento per il Medico di Medicina Generale (Snamid), "dobbiamo fornire una medicina di territorio che sia in grado di rispondere in maniera uniforme e dare a chi si forma maggiori garanzie. Non si può rendere appetibile un percorso formativo importante se è un percorso formativo non tutelato e non retribuito". Al dibattito sono intervenuti anche Giovanni B. D'Errico, presidente Comitato Tecnico Scientifico Assimefac e Domenico Alvaro, presidente della facoltà di Medicina e Odontoiatria dell'Universita Sapienza di Roma. "Il Covid- ha detto Alvaro in chiusura- ci ha insegnato che la medicina di territorio è la cosa più importante".