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LA VACCINAZIONE COME STRUMENTO DI SALUTE PUBBLICA E SOSTENIBILITA’

 

La vaccinazione è il secondo intervento più importante dopo la potabilizzazione delle acque nell’aumentare salute e speranza di vita delle popolazioni. Come affermato da Emer Cook Executive Director dell’EMA nel corso della European Immunizzation Week “i vaccini sono in grado di contrastare più di 20 patologie potenzialmente letali ed è stimato siano in grado di prevenire dai 2 ai 3 milioni di morti ogni anno. Grazie ai vaccini, persone di tutte le età, di qualsiasi provenienza hanno oggi la possibilità di vivere a lungo”.

Nonostante questo la vaccinazione non è stata ancora sfruttata appieno per i vantaggi che può portare soprattutto per quanto riguarda la popolazione adulta. Se infatti a livello pediatrico la vaccinazione ha raggiunto risultati ragguardevoli (sebbene ulteriormente migliorabili) nell’adulto è ancora lontana dal raggiungere livelli di protezione adeguati nell’interesse della salute delle persone (contrastando lo sviluppo di numerose patologie), della sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale (riducendo i costi per esami e ospedalizzazioni) e dell’obiettivo di raggiungere una vita attiva fino in età avanzata.

La vaccinazione è uno degli interventi di salute pubblica più efficaci dal punto di vista dei costi, con un ritorno sull'investimento a livello individuale, di sistema sanitario, economico e sociale.

I benefici della vaccinazione vanno oltre la prevenzione delle malattie acute, evitando conseguenze a lungo termine come le comorbilità e la cattiva salute, riducendo l'incidenza di complicazioni di malattie croniche come il diabete, le malattie respiratorie e l'insufficienza cardiaca, che possono essere costose. Pertanto, l'immunizzazione degli adulti non solo previene malattie, ricoveri ospedalieri e decessi prematuri, ma fornisce anche un più ampio beneficio economico individuale e sociale. Di conseguenza, oltre l'80% dei vaccini in fase di sviluppo è destinato agli adulti.

Le vaccinazioni, pertanto, devono essere considerate un investimento visto che consentono un risparmio di costi diretti e indiretti che, nel medio e lungo termine, favorisce la sostenibilità del sistema sanitario e socio-economico di un Paese.

 

La prevenzione vaccinale e l’invecchiamento attivo

Entro il 2030, si prevede che il numero di persone di età pari o superiore a 60 anni aumenterà di oltre un terzo, raggiungendo 1,4 miliardi di persone.

L’Italia è uno dei Paesi più longevi: si conferma al secondo posto tra i 27 Stati Membri dell’Unione Europea, con 83,6 anni, dopo la Spagna.

Una società che invecchia rappresenta un successo, ma anche una sfida. Il rapido invecchiamento della popolazione determina infatti un aumento della disabilità legata alle malattie croniche non trasmissibili.

Invecchiare in buona salute dovrebbe essere pertanto l’obiettivo prioritario delle strategie nazionali, europee ed internazionali. In quest’ottica ci sono ancora molti passi da compiere.

I programmi di immunizzazione “durante il corso della vita” sono una delle misure di maggior successo utilizzate per mantenere la salute pubblica, l'economia e la società.

Dare priorità all'immunizzazione degli adulti potrebbe aiutare queste persone a vivere più pienamente, con il risultato di una forza lavoro più sana, di una riduzione della spesa sanitaria e di un miglioramento delle capacità, nonché di un aumento della produttività e del gettito fiscale.

Che la prevenzione faccia bene non solo alla salute delle persone ma anche alle casse dello Stato lo testimoniano numerose analisi e ricerche.

Uno studio della Johns Hopkins University ha analizzato gli effetti degli investimenti in prevenzione sul contenimento della spesa sanitaria: per ogni dollaro speso in vaccini si risparmiano 16 dollari per le spese mediche e 28 dollari per costi indiretti legati alla produttività del lavoro, in totale 44 dollari.

Investire nell'immunizzazione degli adulti può generare un ritorno sull'investimento (ROI) compreso tra il 40% e il 300% dei costi sanitari e sociali. I ritorni sono generati da effetti benefici sulla produttività e sulla partecipazione della forza lavoro, da un aumento del gettito fiscale e da una riduzione del ricorso all'assistenza sanitaria e degli oneri pensionistici.

Analogamente, una recente ricerca di Altems ha considerato il numero di casi per influenza, malattia pneumococcica e herpes zoster nella popolazione italiana occupata, malattie oggi prevenibili grazie alla presenza di vaccini efficaci. L’impatto annuo complessivo è di circa 1,1 miliardi di euro, di cui 185 milioni relativi alla parte fiscale e 915 milioni a quella previdenziale. Lo studio, basato sul modello del ‘Fiscal Impact’, considera non solo i costi relativi alla perdita di produttività del lavoro, ma anche il calo dei consumi e la riduzione del gettito fiscale, considerando, di fatto, i trasferimenti di ricchezza tra tutti gli attori del sistema economico.

Tuttavia, quasi l'80% dei Paesi europei spende meno dello 0,5% della propria spesa sanitaria per i programmi di immunizzazione; escludendo i vaccini contro la Covid-19 che ad oggi, anche in Italia, dispongono di un fondo dedicato.

In Italia le risorse dedicate alla prevenzione sono pari al 5% del Fondo Sanitario Nazionale, ma in questa voce di spesa non rientrano solo le vaccinazioni. Nel 2021, la spesa per l’acquisto dei vaccini, escluso i vaccini Covid-19, è stata pari a 621,8 milioni di euro e ha rappresentato l’11,7% della quota del Fondo Sanitario (indistinto) destinato alla prevenzione.

Una cifra che però ha permesso di coprire solo parzialmente la popolazione eleggibile: in particolare, l’antinfluenzale per la coorte degli over 65enni ha raggiunto il 63%, a fronte di un obiettivo del 75%, come indicato nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019. Mentre sempre per la stessa fascia di età il vaccino antipneumococcico 23valente ha raggiunto solo il 3% a fronte di un indice previsto del 75%; marginale è pure il dato riferito alla somministrazione di anti herpes zoster, che riguarda soltanto l’1% del target, contro un obiettivo del 50%.

Per raggiungere gli obiettivi di copertura prefissati dal Pnpv, solo per queste tre vaccinazioni bisognerebbe investire il 229% in più (2,4 Md€), senza considerare i soggetti cronici e immuno-compromessi che sono fortemente raccomandati alla vaccinazione, ma per i quali il piano non fissa obiettivi di copertura.

 

In tutto questo il problema però non è solo quello di trovare risorse per produrre e comprare più vaccini ma anche di trovare le soluzioni normative, organizzative e regolatorie di accesso che permettano d’identificare le persone adulte che possono beneficiare di certe vaccinazioni e creare per loro un sistema facile che li porti a proteggersi. Per tale motivo l’esperienza fatta con le vaccinazioni anti Covid di massa nell’adulto potrebbe rivelarsi preziosa per creare anagrafi vaccinali e campagne informative efficaci.

 

Un recente studio ha effettuato un’analisi da cui è emerso che la sostenibilità della ripresa attesa dell'economia italiana a seguito della pandemia, e di conseguenza la crescita del PIL, dipende dal tempo necessario all’introduzione e all’esecuzione del piano nazionale di vaccinazione anti Covid-19.

La pandemia ha reso la comunità scientifica e gli addetti ai lavori maggiormente consapevoli dell’importanza della vaccinazione ad ogni età: da un lato perché la stessa vaccinazione anti Covid ha dimostrato di poter ridurre drasticamente morti e ospedalizzazioni; dall’altro perché ha permesso di vedere come la fragilità di soggetti prevalentemente adulti come anziani avrebbe potuto essere ridotta se questi fossero stati vaccinati contro malattie prevenibili come influenza, polmonite pneumococcica e herpes zoster. La fragilità rispetto a malattia prevenibili significa infatti andare incontro, quasi automaticamente, ad un maggior rischio di complicazioni per le malattie che già si ha e in generale verso un maggior rischio di ospedalizzazione e persino morte.

La prevenzione vaccinale deve diventare per tutto questo un obiettivo di salute pubblica e individuale per tutti i pazienti a rischio che ne possono beneficiare e attuare dei piani ben strutturati di prevenzione vaccinale per gli adulti alla stregua di quelli già ben orchestrati che vengono fatti per i bambini.

 

Longevità e nuove sfide: il DDL Anziani

L’attenzione delle Istituzioni verso le problematiche degli anziani, della cura delle persone non autosufficienti e del contrasto alle cronicità è crescente. Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha approvato, con alcune modifiche, un disegno di legge (ddl 506) che introduce deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane.

Attraverso le deleghe, che dovranno essere adottate entro il 1 marzo 2024, il provvedimento intende dare corso ad una riforma, in linea con il PNRR, che dovrebbe riordinare ma anche semplificare il sistema dell’assistenza alle persone anziane fragili e non autosufficienti, potenziandolo.

Due i cardini dai quali muove il DDL: da un lato, il riconoscimento del diritto della persona anziana alla continuità di vita e cure presso la propria casa, prevedendo quindi un rafforzamento dell’assistenza domiciliare, al fine di evitare l’istituzionalizzazione dell’anziano; e, dall’altro,. il principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente.

In questo quadro, nell’ottica di un investimento di salute pubblica teso ad assicurare una protezione e un miglioramento delle condizioni di vita delle persone anziane, la vaccinazione può svolgere un ruolo cruciale.

 Fonti: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7371956/ e https://www.ovg.ox.ac.uk/news/the-global-value-of-vaccination 

Vedi https://www.ema.europa.eu/en/news/european-immunization-week-2022-statement-executive-director-emer-cooke-why-vaccines-contribute-long#:~:text=Contacts-,European%20Immunization%20Week%202022%3A%20Statement%20by%20Executive%20Director%20Emer%20Cooke,a%20%E2%80%9CLong%20Life%20for%20All%E2%80%9D&text=The%20European%20Immunization%20Week%2C%20which,a%20world%20where%20vaccines%20exist.

 Vaccines: a tool for spending smart, 2016. https://www.vaccineseurope.eu/news/publications/vaccines-a-tool-for-spending-smart (last accessed 28 February 2023)

 Doherty TM, Del Giudice G, Maggi S. Ann Med. 2019 Mar;51(2):128-140

 Esposito S, et al. The public health value of vaccination for seniors in Europe. Vaccine. 2018 May 3;36(19):2523-2528

 European House Ambrosetti, Meridiano Sanità – Rapporto 2022

 WHO. Plan for the Decade of Healthy Aging, 2020. https://www.who.int/docs/default-source/decade-of-healthy-ageing/finaldecade-proposal/decade-proposal-final-apr2020-en.pdf?sfvrsn=b4b75ebc_3

 Happy Ageing Position Paper “Vaccinazioni dell’adulto/anziano nella stagione 2021/2022”- http://www.happyageing.it/position-paper-vaccinazioni-delladulto-anziano-nella-stagione-2021-2022/ 

 Ozawa S. et al (2016) «Return on Investment From Childhood Immunization in Low-And Middle-Income Countries. 2011-20», Health Affairs

 Bloom et al. De Economist, 2020;168(2):153-181

 Cicchetti A, Ruggeri M et al «L’impatto economico e fiscale della vaccinazione degli adulti in Italia» ALTEMS

 Faivre P et al (2021). Immunization funding across 28 European countries, Expert Rev Vaccines. https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/14760584.2021.1905257 

 Agenzia Italiana del Farmaco: L’uso dei farmaci in Italia - Rapporto OsMed 2021

 Journal of Knowledge Management 2021. Doi: 10.1108/JKM-09-2021-0710 http://doi.org/10.1108/JKM-09-2021-0710

La vaccinazione è il secondo intervento più importante dopo la potabilizzazione delle acque nell’aumentare salute e speranza di vita delle popolazioni. Come affermato da Emer Cook Executive Director dell’EMA nel corso della European Immunizzation Week “i vaccini sono in grado di contrastare più di 20 patologie potenzialmente letali ed è stimato siano in grado di prevenire dai 2 ai 3 milioni di morti ogni anno. Grazie ai vaccini, persone di tutte le età, di qualsiasi provenienza hanno oggi la possibilità di vivere a lungo”.

Nonostante questo la vaccinazione non è stata ancora sfruttata appieno per i vantaggi che può portare soprattutto per quanto riguarda la popolazione adulta. Se infatti a livello pediatrico la vaccinazione ha raggiunto risultati ragguardevoli (sebbene ulteriormente migliorabili) nell’adulto è ancora lontana dal raggiungere livelli di protezione adeguati nell’interesse della salute delle persone (contrastando lo sviluppo di numerose patologie), della sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale (riducendo i costi per esami e ospedalizzazioni) e dell’obiettivo di raggiungere una vita attiva fino in età avanzata.

La vaccinazione è uno degli interventi di salute pubblica più efficaci dal punto di vista dei costi, con un ritorno sull'investimento a livello individuale, di sistema sanitario, economico e sociale.

I benefici della vaccinazione vanno oltre la prevenzione delle malattie acute, evitando conseguenze a lungo termine come le comorbilità e la cattiva salute, riducendo l'incidenza di complicazioni di malattie croniche come il diabete, le malattie respiratorie e l'insufficienza cardiaca, che possono essere costose. Pertanto, l'immunizzazione degli adulti non solo previene malattie, ricoveri ospedalieri e decessi prematuri, ma fornisce anche un più ampio beneficio economico individuale e sociale. Di conseguenza, oltre l'80% dei vaccini in fase di sviluppo è destinato agli adulti.

Le vaccinazioni, pertanto, devono essere considerate un investimento visto che consentono un risparmio di costi diretti e indiretti che, nel medio e lungo termine, favorisce la sostenibilità del sistema sanitario e socio-economico di un Paese.

 

La prevenzione vaccinale e l’invecchiamento attivo

Entro il 2030, si prevede che il numero di persone di età pari o superiore a 60 anni aumenterà di oltre un terzo, raggiungendo 1,4 miliardi di persone.

L’Italia è uno dei Paesi più longevi: si conferma al secondo posto tra i 27 Stati Membri dell’Unione Europea, con 83,6 anni, dopo la Spagna.

Una società che invecchia rappresenta un successo, ma anche una sfida. Il rapido invecchiamento della popolazione determina infatti un aumento della disabilità legata alle malattie croniche non trasmissibili.

Invecchiare in buona salute dovrebbe essere pertanto l’obiettivo prioritario delle strategie nazionali, europee ed internazionali. In quest’ottica ci sono ancora molti passi da compiere.

I programmi di immunizzazione “durante il corso della vita” sono una delle misure di maggior successo utilizzate per mantenere la salute pubblica, l'economia e la società.

Dare priorità all'immunizzazione degli adulti potrebbe aiutare queste persone a vivere più pienamente, con il risultato di una forza lavoro più sana, di una riduzione della spesa sanitaria e di un miglioramento delle capacità, nonché di un aumento della produttività e del gettito fiscale.

Che la prevenzione faccia bene non solo alla salute delle persone ma anche alle casse dello Stato lo testimoniano numerose analisi e ricerche.

Uno studio della Johns Hopkins University ha analizzato gli effetti degli investimenti in prevenzione sul contenimento della spesa sanitaria: per ogni dollaro speso in vaccini si risparmiano 16 dollari per le spese mediche e 28 dollari per costi indiretti legati alla produttività del lavoro, in totale 44 dollari.

Investire nell'immunizzazione degli adulti può generare un ritorno sull'investimento (ROI) compreso tra il 40% e il 300% dei costi sanitari e sociali. I ritorni sono generati da effetti benefici sulla produttività e sulla partecipazione della forza lavoro, da un aumento del gettito fiscale e da una riduzione del ricorso all'assistenza sanitaria e degli oneri pensionistici.

Analogamente, una recente ricerca di Altems ha considerato il numero di casi per influenza, malattia pneumococcica e herpes zoster nella popolazione italiana occupata, malattie oggi prevenibili grazie alla presenza di vaccini efficaci. L’impatto annuo complessivo è di circa 1,1 miliardi di euro, di cui 185 milioni relativi alla parte fiscale e 915 milioni a quella previdenziale. Lo studio, basato sul modello del ‘Fiscal Impact’, considera non solo i costi relativi alla perdita di produttività del lavoro, ma anche il calo dei consumi e la riduzione del gettito fiscale, considerando, di fatto, i trasferimenti di ricchezza tra tutti gli attori del sistema economico.

Tuttavia, quasi l'80% dei Paesi europei spende meno dello 0,5% della propria spesa sanitaria per i programmi di immunizzazione; escludendo i vaccini contro la Covid-19 che ad oggi, anche in Italia, dispongono di un fondo dedicato.

In Italia le risorse dedicate alla prevenzione sono pari al 5% del Fondo Sanitario Nazionale, ma in questa voce di spesa non rientrano solo le vaccinazioni. Nel 2021, la spesa per l’acquisto dei vaccini, escluso i vaccini Covid-19, è stata pari a 621,8 milioni di euro e ha rappresentato l’11,7% della quota del Fondo Sanitario (indistinto) destinato alla prevenzione.

Una cifra che però ha permesso di coprire solo parzialmente la popolazione eleggibile: in particolare, l’antinfluenzale per la coorte degli over 65enni ha raggiunto il 63%, a fronte di un obiettivo del 75%, come indicato nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019. Mentre sempre per la stessa fascia di età il vaccino antipneumococcico 23valente ha raggiunto solo il 3% a fronte di un indice previsto del 75%; marginale è pure il dato riferito alla somministrazione di anti herpes zoster, che riguarda soltanto l’1% del target, contro un obiettivo del 50%.

Per raggiungere gli obiettivi di copertura prefissati dal Pnpv, solo per queste tre vaccinazioni bisognerebbe investire il 229% in più (2,4 Md€), senza considerare i soggetti cronici e immuno-compromessi che sono fortemente raccomandati alla vaccinazione, ma per i quali il piano non fissa obiettivi di copertura.

 

In tutto questo il problema però non è solo quello di trovare risorse per produrre e comprare più vaccini ma anche di trovare le soluzioni normative, organizzative e regolatorie di accesso che permettano d’identificare le persone adulte che possono beneficiare di certe vaccinazioni e creare per loro un sistema facile che li porti a proteggersi. Per tale motivo l’esperienza fatta con le vaccinazioni anti Covid di massa nell’adulto potrebbe rivelarsi preziosa per creare anagrafi vaccinali e campagne informative efficaci.

 

Un recente studio ha effettuato un’analisi da cui è emerso che la sostenibilità della ripresa attesa dell'economia italiana a seguito della pandemia, e di conseguenza la crescita del PIL, dipende dal tempo necessario all’introduzione e all’esecuzione del piano nazionale di vaccinazione anti Covid-19.

La pandemia ha reso la comunità scientifica e gli addetti ai lavori maggiormente consapevoli dell’importanza della vaccinazione ad ogni età: da un lato perché la stessa vaccinazione anti Covid ha dimostrato di poter ridurre drasticamente morti e ospedalizzazioni; dall’altro perché ha permesso di vedere come la fragilità di soggetti prevalentemente adulti come anziani avrebbe potuto essere ridotta se questi fossero stati vaccinati contro malattie prevenibili come influenza, polmonite pneumococcica e herpes zoster. La fragilità rispetto a malattia prevenibili significa infatti andare incontro, quasi automaticamente, ad un maggior rischio di complicazioni per le malattie che già si ha e in generale verso un maggior rischio di ospedalizzazione e persino morte.

La prevenzione vaccinale deve diventare per tutto questo un obiettivo di salute pubblica e individuale per tutti i pazienti a rischio che ne possono beneficiare e attuare dei piani ben strutturati di prevenzione vaccinale per gli adulti alla stregua di quelli già ben orchestrati che vengono fatti per i bambini.

 

Longevità e nuove sfide: il DDL Anziani

L’attenzione delle Istituzioni verso le problematiche degli anziani, della cura delle persone non autosufficienti e del contrasto alle cronicità è crescente. Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha approvato, con alcune modifiche, un disegno di legge (ddl 506) che introduce deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane.

Attraverso le deleghe, che dovranno essere adottate entro il 1 marzo 2024, il provvedimento intende dare corso ad una riforma, in linea con il PNRR, che dovrebbe riordinare ma anche semplificare il sistema dell’assistenza alle persone anziane fragili e non autosufficienti, potenziandolo.

Due i cardini dai quali muove il DDL: da un lato, il riconoscimento del diritto della persona anziana alla continuità di vita e cure presso la propria casa, prevedendo quindi un rafforzamento dell’assistenza domiciliare, al fine di evitare l’istituzionalizzazione dell’anziano; e, dall’altro,. il principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente.

In questo quadro, nell’ottica di un investimento di salute pubblica teso ad assicurare una protezione e un miglioramento delle condizioni di vita delle persone anziane, la vaccinazione può svolgere un ruolo cruciale.

 Fonti: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7371956/ e https://www.ovg.ox.ac.uk/news/the-global-value-of-vaccination 

Vedi https://www.ema.europa.eu/en/news/european-immunization-week-2022-statement-executive-director-emer-cooke-why-vaccines-contribute-long#:~:text=Contacts-,European%20Immunization%20Week%202022%3A%20Statement%20by%20Executive%20Director%20Emer%20Cooke,a%20%E2%80%9CLong%20Life%20for%20All%E2%80%9D&text=The%20European%20Immunization%20Week%2C%20which,a%20world%20where%20vaccines%20exist.

 Vaccines: a tool for spending smart, 2016. https://www.vaccineseurope.eu/news/publications/vaccines-a-tool-for-spending-smart (last accessed 28 February 2023)

 Doherty TM, Del Giudice G, Maggi S. Ann Med. 2019 Mar;51(2):128-140

 Esposito S, et al. The public health value of vaccination for seniors in Europe. Vaccine. 2018 May 3;36(19):2523-2528

 European House Ambrosetti, Meridiano Sanità – Rapporto 2022

 WHO. Plan for the Decade of Healthy Aging, 2020. https://www.who.int/docs/default-source/decade-of-healthy-ageing/finaldecade-proposal/decade-proposal-final-apr2020-en.pdf?sfvrsn=b4b75ebc_3

 Happy Ageing Position Paper “Vaccinazioni dell’adulto/anziano nella stagione 2021/2022”- http://www.happyageing.it/position-paper-vaccinazioni-delladulto-anziano-nella-stagione-2021-2022/ 

 Ozawa S. et al (2016) «Return on Investment From Childhood Immunization in Low-And Middle-Income Countries. 2011-20», Health Affairs

 Bloom et al. De Economist, 2020;168(2):153-181

 Cicchetti A, Ruggeri M et al «L’impatto economico e fiscale della vaccinazione degli adulti in Italia» ALTEMS

 Faivre P et al (2021). Immunization funding across 28 European countries, Expert Rev Vaccines. https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/14760584.2021.1905257 

 Agenzia Italiana del Farmaco: L’uso dei farmaci in Italia - Rapporto OsMed 2021

 Journal of Knowledge Management 2021. Doi: 10.1108/JKM-09-2021-0710 http://doi.org/10.1108/JKM-09-2021-0710

La vaccinazione è il secondo intervento più importante dopo la potabilizzazione delle acque nell’aumentare salute e speranza di vita delle popolazioni. Come affermato da Emer Cook Executive Director dell’EMA nel corso della European Immunizzation Week “i vaccini sono in grado di contrastare più di 20 patologie potenzialmente letali ed è stimato siano in grado di prevenire dai 2 ai 3 milioni di morti ogni anno. Grazie ai vaccini, persone di tutte le età, di qualsiasi provenienza hanno oggi la possibilità di vivere a lungo”.

Nonostante questo la vaccinazione non è stata ancora sfruttata appieno per i vantaggi che può portare soprattutto per quanto riguarda la popolazione adulta. Se infatti a livello pediatrico la vaccinazione ha raggiunto risultati ragguardevoli (sebbene ulteriormente migliorabili) nell’adulto è ancora lontana dal raggiungere livelli di protezione adeguati nell’interesse della salute delle persone (contrastando lo sviluppo di numerose patologie), della sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale (riducendo i costi per esami e ospedalizzazioni) e dell’obiettivo di raggiungere una vita attiva fino in età avanzata.

La vaccinazione è uno degli interventi di salute pubblica più efficaci dal punto di vista dei costi, con un ritorno sull'investimento a livello individuale, di sistema sanitario, economico e sociale.

I benefici della vaccinazione vanno oltre la prevenzione delle malattie acute, evitando conseguenze a lungo termine come le comorbilità e la cattiva salute, riducendo l'incidenza di complicazioni di malattie croniche come il diabete, le malattie respiratorie e l'insufficienza cardiaca, che possono essere costose. Pertanto, l'immunizzazione degli adulti non solo previene malattie, ricoveri ospedalieri e decessi prematuri, ma fornisce anche un più ampio beneficio economico individuale e sociale. Di conseguenza, oltre l'80% dei vaccini in fase di sviluppo è destinato agli adulti.

Le vaccinazioni, pertanto, devono essere considerate un investimento visto che consentono un risparmio di costi diretti e indiretti che, nel medio e lungo termine, favorisce la sostenibilità del sistema sanitario e socio-economico di un Paese.

 

La prevenzione vaccinale e l’invecchiamento attivo

Entro il 2030, si prevede che il numero di persone di età pari o superiore a 60 anni aumenterà di oltre un terzo, raggiungendo 1,4 miliardi di persone.

L’Italia è uno dei Paesi più longevi: si conferma al secondo posto tra i 27 Stati Membri dell’Unione Europea, con 83,6 anni, dopo la Spagna.

Una società che invecchia rappresenta un successo, ma anche una sfida. Il rapido invecchiamento della popolazione determina infatti un aumento della disabilità legata alle malattie croniche non trasmissibili.

Invecchiare in buona salute dovrebbe essere pertanto l’obiettivo prioritario delle strategie nazionali, europee ed internazionali. In quest’ottica ci sono ancora molti passi da compiere.

I programmi di immunizzazione “durante il corso della vita” sono una delle misure di maggior successo utilizzate per mantenere la salute pubblica, l'economia e la società.

Dare priorità all'immunizzazione degli adulti potrebbe aiutare queste persone a vivere più pienamente, con il risultato di una forza lavoro più sana, di una riduzione della spesa sanitaria e di un miglioramento delle capacità, nonché di un aumento della produttività e del gettito fiscale.

Che la prevenzione faccia bene non solo alla salute delle persone ma anche alle casse dello Stato lo testimoniano numerose analisi e ricerche.

Uno studio della Johns Hopkins University ha analizzato gli effetti degli investimenti in prevenzione sul contenimento della spesa sanitaria: per ogni dollaro speso in vaccini si risparmiano 16 dollari per le spese mediche e 28 dollari per costi indiretti legati alla produttività del lavoro, in totale 44 dollari.

Investire nell'immunizzazione degli adulti può generare un ritorno sull'investimento (ROI) compreso tra il 40% e il 300% dei costi sanitari e sociali. I ritorni sono generati da effetti benefici sulla produttività e sulla partecipazione della forza lavoro, da un aumento del gettito fiscale e da una riduzione del ricorso all'assistenza sanitaria e degli oneri pensionistici.

Analogamente, una recente ricerca di Altems ha considerato il numero di casi per influenza, malattia pneumococcica e herpes zoster nella popolazione italiana occupata, malattie oggi prevenibili grazie alla presenza di vaccini efficaci. L’impatto annuo complessivo è di circa 1,1 miliardi di euro, di cui 185 milioni relativi alla parte fiscale e 915 milioni a quella previdenziale. Lo studio, basato sul modello del ‘Fiscal Impact’, considera non solo i costi relativi alla perdita di produttività del lavoro, ma anche il calo dei consumi e la riduzione del gettito fiscale, considerando, di fatto, i trasferimenti di ricchezza tra tutti gli attori del sistema economico.

Tuttavia, quasi l'80% dei Paesi europei spende meno dello 0,5% della propria spesa sanitaria per i programmi di immunizzazione; escludendo i vaccini contro la Covid-19 che ad oggi, anche in Italia, dispongono di un fondo dedicato.

In Italia le risorse dedicate alla prevenzione sono pari al 5% del Fondo Sanitario Nazionale, ma in questa voce di spesa non rientrano solo le vaccinazioni. Nel 2021, la spesa per l’acquisto dei vaccini, escluso i vaccini Covid-19, è stata pari a 621,8 milioni di euro e ha rappresentato l’11,7% della quota del Fondo Sanitario (indistinto) destinato alla prevenzione.

Una cifra che però ha permesso di coprire solo parzialmente la popolazione eleggibile: in particolare, l’antinfluenzale per la coorte degli over 65enni ha raggiunto il 63%, a fronte di un obiettivo del 75%, come indicato nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019. Mentre sempre per la stessa fascia di età il vaccino antipneumococcico 23valente ha raggiunto solo il 3% a fronte di un indice previsto del 75%; marginale è pure il dato riferito alla somministrazione di anti herpes zoster, che riguarda soltanto l’1% del target, contro un obiettivo del 50%.

Per raggiungere gli obiettivi di copertura prefissati dal Pnpv, solo per queste tre vaccinazioni bisognerebbe investire il 229% in più (2,4 Md€), senza considerare i soggetti cronici e immuno-compromessi che sono fortemente raccomandati alla vaccinazione, ma per i quali il piano non fissa obiettivi di copertura.

 

In tutto questo il problema però non è solo quello di trovare risorse per produrre e comprare più vaccini ma anche di trovare le soluzioni normative, organizzative e regolatorie di accesso che permettano d’identificare le persone adulte che possono beneficiare di certe vaccinazioni e creare per loro un sistema facile che li porti a proteggersi. Per tale motivo l’esperienza fatta con le vaccinazioni anti Covid di massa nell’adulto potrebbe rivelarsi preziosa per creare anagrafi vaccinali e campagne informative efficaci.

 

Un recente studio ha effettuato un’analisi da cui è emerso che la sostenibilità della ripresa attesa dell'economia italiana a seguito della pandemia, e di conseguenza la crescita del PIL, dipende dal tempo necessario all’introduzione e all’esecuzione del piano nazionale di vaccinazione anti Covid-19.

La pandemia ha reso la comunità scientifica e gli addetti ai lavori maggiormente consapevoli dell’importanza della vaccinazione ad ogni età: da un lato perché la stessa vaccinazione anti Covid ha dimostrato di poter ridurre drasticamente morti e ospedalizzazioni; dall’altro perché ha permesso di vedere come la fragilità di soggetti prevalentemente adulti come anziani avrebbe potuto essere ridotta se questi fossero stati vaccinati contro malattie prevenibili come influenza, polmonite pneumococcica e herpes zoster. La fragilità rispetto a malattia prevenibili significa infatti andare incontro, quasi automaticamente, ad un maggior rischio di complicazioni per le malattie che già si ha e in generale verso un maggior rischio di ospedalizzazione e persino morte.

La prevenzione vaccinale deve diventare per tutto questo un obiettivo di salute pubblica e individuale per tutti i pazienti a rischio che ne possono beneficiare e attuare dei piani ben strutturati di prevenzione vaccinale per gli adulti alla stregua di quelli già ben orchestrati che vengono fatti per i bambini.

 

Longevità e nuove sfide: il DDL Anziani

L’attenzione delle Istituzioni verso le problematiche degli anziani, della cura delle persone non autosufficienti e del contrasto alle cronicità è crescente. Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha approvato, con alcune modifiche, un disegno di legge (ddl 506) che introduce deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane.

Attraverso le deleghe, che dovranno essere adottate entro il 1 marzo 2024, il provvedimento intende dare corso ad una riforma, in linea con il PNRR, che dovrebbe riordinare ma anche semplificare il sistema dell’assistenza alle persone anziane fragili e non autosufficienti, potenziandolo.

Due i cardini dai quali muove il DDL: da un lato, il riconoscimento del diritto della persona anziana alla continuità di vita e cure presso la propria casa, prevedendo quindi un rafforzamento dell’assistenza domiciliare, al fine di evitare l’istituzionalizzazione dell’anziano; e, dall’altro,. il principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente.

In questo quadro, nell’ottica di un investimento di salute pubblica teso ad assicurare una protezione e un miglioramento delle condizioni di vita delle persone anziane, la vaccinazione può svolgere un ruolo cruciale.

 Fonti: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7371956/ e https://www.ovg.ox.ac.uk/news/the-global-value-of-vaccination 

Vedi https://www.ema.europa.eu/en/news/european-immunization-week-2022-statement-executive-director-emer-cooke-why-vaccines-contribute-long#:~:text=Contacts-,European%20Immunization%20Week%202022%3A%20Statement%20by%20Executive%20Director%20Emer%20Cooke,a%20%E2%80%9CLong%20Life%20for%20All%E2%80%9D&text=The%20European%20Immunization%20Week%2C%20which,a%20world%20where%20vaccines%20exist.

 Vaccines: a tool for spending smart, 2016. https://www.vaccineseurope.eu/news/publications/vaccines-a-tool-for-spending-smart (last accessed 28 February 2023)

 Doherty TM, Del Giudice G, Maggi S. Ann Med. 2019 Mar;51(2):128-140

 Esposito S, et al. The public health value of vaccination for seniors in Europe. Vaccine. 2018 May 3;36(19):2523-2528

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 WHO. Plan for the Decade of Healthy Aging, 2020. https://www.who.int/docs/default-source/decade-of-healthy-ageing/finaldecade-proposal/decade-proposal-final-apr2020-en.pdf?sfvrsn=b4b75ebc_3

 Happy Ageing Position Paper “Vaccinazioni dell’adulto/anziano nella stagione 2021/2022”- http://www.happyageing.it/position-paper-vaccinazioni-delladulto-anziano-nella-stagione-2021-2022/ 

 Ozawa S. et al (2016) «Return on Investment From Childhood Immunization in Low-And Middle-Income Countries. 2011-20», Health Affairs

 Bloom et al. De Economist, 2020;168(2):153-181

 Cicchetti A, Ruggeri M et al «L’impatto economico e fiscale della vaccinazione degli adulti in Italia» ALTEMS

 Faivre P et al (2021). Immunization funding across 28 European countries, Expert Rev Vaccines. https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/14760584.2021.1905257 

 Agenzia Italiana del Farmaco: L’uso dei farmaci in Italia - Rapporto OsMed 2021

 Journal of Knowledge Management 2021. Doi: 10.1108/JKM-09-2021-0710 http://doi.org/10.1108/JKM-09-2021-0710

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