DISABILITA'. SAN CAMILLO, CON PROGETTO TOBIA EROGATE OLTRE 3MILA PRESTAZIONI

Dal 2019 all'ospedale San Camillo di Roma è attivo il Progetto Tobia (Team Operativo per i Bisogni Individuali Assistenziali), il primo percorso multidisciplinare in un ospedale del Lazio per offrire alle persone con disabilità intellettiva o relazionale, l'opportunità di accedere alle procedure diagnostiche utili e necessarie per prevenire e curare patologie non direttamente collegate alla malattia principale da cui sono affetti.
"Ad oggi si sono rivolte a noi quasi 800 persone, abbiamo erogato più di 3.000 prestazioni specialistiche ed eseguito quasi 200 interventi chirurgici in sedazione o con anestesia generale. Numeri importanti che sono stati la spinta per la creazione di un modello che può e deve essere replicabile in tutte le strutture ospedaliere del Servizio sanitario nazionale", ha sottolineato Stefano Capparucci, coordinatore del servizio. L'occasione è stato il primo appuntamento delle 'Conversazioni 2023', ciclo di incontri all'ospedale San Camillo volti a riflettere e dialogare su temi legati alla sanità con personalità di spicco della contemporaneità, e dedicato questa mattina proprio alle 'fragilità'.
Il Progetto Tobia oggi è un servizio ospedaliero a tutti gli effetti, integrato con il neoistituito Servizio di Psicologia-Consulenza e Liaison, e destinato a essere uno dei cardini della nuova Area della Cura delle Relazioni, una unità operativa fortemente voluta dal direttore generale del San Camillo-Forlanini, Narciso Mostarda, che integra anche l'Ufficio di Relazioni col Pubblico. Il Progetto Tobia rientra nella rete Dama, una rete nazionale per rispondere alle esigenze di salute delle persone con disabilità, in ospedale e non. "Dobbiamo raggiungere tutte le strutture, tutti i pronto soccorso e tutti gli ospedali", ha evoidenziato il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, nel corso dell'incontro. "Non dobbiamo costruire padiglioni nuovi ma riorganizzare i servizi esistenti- ha detto ancora il ministro- i protocolli positivi sono esempi che possiamo usare per tutti affinché la cura, l'accoglienza e gli interventi siano più efficaci". Fondamentale per il ministro il tema della formazione.
"È alla base del futuro se vogliamo rendere questo tipo di modello disponibile in tutte le aziende ospedaliere. Il Progetto Tobia è sicuramente un'occasione positiva per le famiglie e per lo stesso ospedale e attraverso la formazione possiamo bypassare la bontà di cuore degli operatori a cui spesso le famiglie fanno affidamento. Per questo vogliamo definire delle linee guida che possano essere attivate a livello nazionale. Occasioni come la discussione di oggi possono essere da stimolo per scambiarsi consigli e opportunità, anche medici e strutture stesse". Nel dicembre scorso l'Oms ha denunciato che per chi ha una grave disabilità l'aspettativa di vita risulta ridotta fino a 20 anni in meno proprio a causa delle diseguaglienze sanitarie sistemiche e persistenti.