COVID. SIMEU-CITTADINANZATTIVA, NEL LAZIO TEMPESTA PERFETTA SUI PRONTO SOCCORSO

"Il Covid ha creato le premesse perché sui pronto soccorso del Lazio si abbattesse una tempesta perfetta". Lo hanno sottolineato oggi Giulio Maria Ricciuti, presidente Simeu Lazio e coordinatore consiglio dei direttori di struttura complessa Meu Lazio, insieme a Elio Rosati, segretario regionale Cittadinanzattiva Lazio, durante l'audizione congiunta con la VII commissione Sanità della Regione Lazio.
Secondo le associazioni "i pazienti che stazionano nei pronto soccorso per oltre 48 ore sono raddoppiati negli ultimi due anni; i posti letto a 12 ore dalla permanenza in pronto soccorso sono introvabili, con una media di stazionamento tra le 15 e le 20 ore; accessi e trasporto in ambulanza sono aumentati del 15-20% rispetto all'anno scorso, oltre alla mortalità dei pazienti no covid che è aumentata del doppio negli ultimi due anni per l'incuria pandemica territoriale". I fattori scatenanti sono tanti. Si va dall'ormai storica sofferenza numerica degli organici, mancano circa 400 medici, che si riflette non solo sulla qualità del servizio, ma anche sulla qualità di vita dei medici di emergenza e urgenza. Una mancanza strutturale che rischia di aggravarsi visto che "la perdità di dignità lavorativa e professionale incentiva la fuga" ha sottolineato Ricciuti.
I dati raccontano di come l'impegno lavorativo cumulativo sia aumentato del 30% con organici che però sono ridotti del 30%, senza che si possa far ricorso a neolaureati o dei medici entrati in specializzazione. Nel mirino anche il sistema di controllo e vigilanza che secondo Ricciuti "non mettono in campo azioni di prevenzione e repressione della continue aggressioni" ai medici che lavorano nei pronto soccorso. A questo si è aggiunto il Covid "con contagi che sono 5 volte superiori, la metà dei posti letto attivi rispetto a un anno fa e una gestione interna agli ospedali incomprensibile e anarchica che alla fine va a pesare sempre sul pronto soccorso" ha ricordato Ricciuti.
Il presidente di Simeu Lazio ha voluto anche sottolineare l'aumento "degli accessi e delle permanenze dei pazienti nei pronto soccorsi sempre più schiacciati fra il blocco delle ambulanze e il fenomeno del boarding, ossia la permanenza dei pazienti da ricoverare in pronto soccorso". Infine, anche se in maniera ridotta, continua "l'accesso di codici minori in pronto soccorso". Su questo punto Elio Rosati ha ricordato come nel "Rapporto del 2019 fatto, da Cittadinanzattiva insieme a Simeu, analizzando gli accessi di 24 pronto soccorso emergeva la prevalenza di codici verdi e bianchi; questo deve far riflettere sulla medicina territoriale. Cinque anni fa i medici di medicina generale nel Lazio erano 4.400, oltre il 70% erano over 70 anni.
I cittadini del Lazio guardano al pronto soccorso come l'unico luogo sempre accessibile e aperto e non trovando rispondenza della medicina territoriale si rivolgono al pronto soccorso. Fenomeno che avevamo già presente da anni che il covid ha esacerbato". Le soluzioni, sia a breve che a medio termine, ci sarebbero. Nel breve termine Ricciuti ha evidenziato come si potrebbe iniziare dando "il boarding agli specialisti fuori dall'area del pronto soccorso", che potrebbe togliere un 30% del lavoro al team del pronto soccorso. Poi si potrebbero "affidare i codici minori agli specializzandi dei primi anni" oltre all'attivazione "di tutti i posti letto possibili covid e no covid".
A medio termine "la formazione deve essere fornita dall'azienda- ha concluso Ricciuti- ai medici del pronto soccorso e certificata, gli specializzandi Meu ed equipollenti a partire dal terzo anno potrebbero essere sfruttati con protocolli di intesa con le università, un aumento significativo del gettone di presenza con assegnazione fondi di disagio in esclusiva al Dea e un'assunzione specialisti equipollenti anticipata su fabbisogni con obbligo di rotazione quota parte orario nei pronto soccorso secondo le competenze".